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MotoGP, Cecchinello: "Guardate cosa ha fatto Honda in F1, serve solo pazienza"

"I giapponesi hanno un approccio diverso e non cambiano, ma quando fanno qualcosa sanno farla bene. Con questa Honda se ti chiami Alex Rins puoi vincere. La squadra? Tutti fuori a cena, devo tenerli a bada altrimenti mi costano una fucilata!"

MotoGP: Cecchinello: "Guardate cosa ha fatto Honda in F1, serve solo pazienza"

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Lucio Cecchinello è nel box assieme ai ragazzi della sua squadra. Da poco la grande festa per la vittoria di Alex Rins ad Austin è finita, tra foto, cori, applausi e qualche più che meritata birra. Una sorta di sogno che diventa realtà, una vittoria che mancava a Lucio dal 2018, quando Cal Crutchlow portò la LCR in cima al mondo in Argentina. Una vittoria difficile da pronosticare almeno fino a venerdì, plausibile sabato sera e splendida realtà domenica sera. 

Abbiamo intercettato Lucio prima che lasciasse il paddock di Austin, per chiedergli di commentare assieme a noi questa grande vittoria, che interrompe tra l'altro un digiono per Honda in MotoGP durato oltre 500 giorni, un record negativo che adesso è stato spazzato via. 

Sembra che con la Honda si vinca a patto che la gestisca Cecchinello. 
"Con questa Honda si vince se la guida Alex Rins! Ci ha messo del suo, sicuramente. Qui ha vinto in Moto3, in Moto2, in MotoGP. Gli piace molto, ma detto questo, non vinci se ti piace una pista ma anche e solo se hai una buona moto. Io credo che sia stato fatto un grande lavoro in questi mesi di cercare di selezionare il materiale che ci ha dato la Honda. In questo momento, almeno per questa pista, abbiamo trovato un pacchetto con cui lui si trovava particolarmente bene e abbiamo continuato a svilupparlo fino ad arrivare ad un buon compromesso per questo fine settimana".

Secondo te è un episodio o l'inizio di qualcosa di diverso?
"La domanda è bella e mi piacerebbe sapere la verità. Dico due cose. La prima è che questo campionato è supercompetitivo, vincono sempre piloti diversi. Sei sempre in una situazione in cui ci sono tanti piloti veloci e basta essere fuori di assetto di pochissimo, che ti mangi quei tre decimi al giro che ti fanno trovare indietro di dieci posizioni. Però dall’altra parte è anche vero che per un pilota una vittoria è molto importante, capisce le potenzialità che ha, e si mette in testa che la sua moto è in grado di vincere. L’ha già fatto e quindi spinge il suo limite un po’ oltre di quello che pensava, lo fa perché va a ricercare quel tipo di prestazione che l’ha fatto vincere. Per cui sono ansioso di vedere cosa succederà in Europa, ma anche fiducioso di non partire dalla 15a posizione come ci succedeva l’anno scorso e dove siamo magari partiti in questa stagione alla prima gara".

Hai interrotto il digiuno Honda, in uno dei periodi più difficili per HRC. 
"L’approccio al lavoro dei giapponesi è molto schematico, talvolta vorrei dire anche conservativo. Alcune volte, per una mentalità occidentale, è difficile immaginare perché non si fanno dei cambiamenti più importanti e repentini. Ma loro sono fatti così e non cambi il loro modo di approcciare il lavoro. Guarda cosa hanno fatto in Formula1, sono rientrati e hanno avuto tanto problemi con la McLaren, poi hanno messo a posto il motore ed ora hanno un motore supercompetitivo e vincono i mondiali. E’ lo stesso approccio che hanno qui, devi essere paziente con loro perché lavorano per piccoli passi, ma ogni volta che fanno qualcosa lo fanno in modo ragionato e fanno cose perfette dal punto di vista della funzionalità. Difficilmente vedi le Honda che si rompono in pista. Talvolta da europeo vorresti vedere più reattività, ma in realtà con i loro ritmi e sistemi piano piano arrivano. Serve pazienza, ma se guardi la storia del Motorsport, la Honda è la Casa che ha vinto di più di tutti, quindi io sono orgoglioso di lavorare con loro".

Uno dei temi della moderna MotoGP è il livello altissimo di moto e piloti. Oggi i tester hanno preso secondi su secondi. Ti preoccupa per il futuro, quando magari cercherai un giovane?
"L’argomento piloti è delicato oggi e quello dedicato ai giovani in particolare. Se guardiamo cosa fanno gli altri Costruttori, serve sempre un pilota esperto ed uno giovane da tirare su. Abbiamo visto che nella MotoGP di oggi, a meno che non arrivi un superfenomeno, servono almeno un paio di anni per prenderci le misure. Per non parlare poi dei piloti che fanno i tester e che vengono buttati nella fossa dei leoni di tanto in tanto. E’ arrivato un punto in cui devi avere talmente tutto sotto controllo, devi essere allenato, che se non sei totalmente sul pezzo difficilmente riesci ad eccellere. Perché il livello è altissimo e solo un programma continuativo paga. Anche se hai un talento enorme, ma vieni da un’altra categoria, hai bisogno di un programma continuativo di almeno due anni per poter cominciare a dire la tua".

Stasera porti a cena la squadra in un ristorante famoso di Austin, se lo sono meritato.
"Stasera mi tocca portarli tutti al Fogo de Chao! Cercherò di tenerli a bada con gli alcolici perché mi costano una fucilata altrimenti!".

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