Il cappello da cowboy dona a Luca Marini e lo terrà sicuramente come ricordo di una giornata storica per lui, quella del primo podio in MotoGP. Un secondo posto, dietro ad Alex Rins ad Austin. Come… suo fratello Valentino Rossi, che nel 2019 fu beffato anche lui dallo spagnolo.
“A un certo punto, uscendo dalla prima curva, ho avuto quell’immagine nella mia mente e ho pensato che forse sarebbe stato possibile vendicarlo - ride di gusto Luca - Ma Alex è molto forte qui. Ci proverò la prossima volta”.
È stato l’unico neo di una gara altrimenti perfetta?
“È stato un fine settimana fantastico, mi sono goduto ogni giro perché le sensazioni in moto sono state ottime dal primo turno di prove. Ieri avevo fatto un errore nella frenata della prima curva dopo la partenza, quindi oggi ho cercato di restare calmo perché sapevo di avere un buon passo. Però ho perso un po’ troppo tempo all’inizio ed è stato impossibile riprendere Alex, anche se ci ho provato. L’ho visto fare qualche errore e ho pensato anche alla vittoria, ma era veramente veloce e se l’è meritata lui”.
Quando è diverso il podio di domenica da quello del sabato?
“È completamente un’altra storia. Quello dello sprint ha un valore simbolico, ma la domenica è la domenica. Sono molto soddisfatto del lavoro fatto in questo fine settimana con la mia squadra, ci siamo preparati veramente bene al weekend e penso che sia la chiave per quest’anno. Perché non hai mai tempo per sistemare la moto, devi provare le gomme e lavorare sull’elettronica come prima cosa, quindi se ti trovi bene già dalle FP1 diventa tutto molto più facile. Infatti in Argentina avevo sofferto: ero riuscito a salire sul podio nella sprint perché avevo fatto una grandissima partenza, ma nella domenica non potevo, invece qui sapevo di potercela fare”.
A proposito di Rossi, ti ha dato qualche consiglio?
“Per Vale era più facile quando correva in MotoGP, dopo il suo ritiro è più difficile per lui da casa dare consigli, anche perché non può vedere tante cose e non puoi capire molte cose. Però, quando viene a vederci in un GP a bordo pista, riesce a dirmi più cose di qualsiasi altra persona per migliorare. È fantastico averlo nel box, spero che venga spesso”.
Tu comunque hai la nomea di essere un grande lavoratore.
“Quando ero arrivato in MotoGP, avevo capito di non essere un grande lavoratore: dovevo fare di più. Mia guardavo intorno e vedevo che lavoravano tutti più di me, in Moto2 c’era poco da fare. A quel punto ho capito che mi toccava mettermi a testa bassa per crescere non solo come pilota, ma anche come uomo”.
Questo podio sarebbe potuto arrivare prima?
“Oggi, in realtà, è andato tutto secondo i piani, non è successo nulla di strano e il podio è arrivato. Secondo me, avrei già potuto ottenerlo in altre occasioni, anche l’anno scorso, ma serviva un po’ di fortuna. Oggi è successo e sono molto contento. Quando viene ai GP la mia fidanzata, mi porta sempre bene”.
Dopo questo risultato guarderai in maniera diverso al campionato?
“Non mi vedo come un pretendente al titolo. Ho già usato il mio jolly a Portimao facendo 0 punti ed è difficile in un campionato come questo, con tanti piloti veloci su moto ufficiali. Cercherò di concentrarmi su me stesso, di divertirmi e di lottare per il podio, penso potrà essere una bella stagione per me”.
Siete arrivati al traguardo solo in 13, come ti spieghi così tante cadute?
“Ieri, nella sprint race, avevo imparato una lezione importante perché in soli 6 giri avevo finito la gomma anteriore e non sappiamo ancora il perché. Avevo provato a spingere molto e quando lo fai surriscaldi lo pneumatico, perciò oggi ha cercato di gestire molto le gomme e non ho avuto problemi. Questa è una pista molto difficile anche per il fisico, ma anche sotto questo punto di vista sono contento”.