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MotoGP, Poncharal: "mi manca Barry Sheene, era una rockstar, ma oggi va tutto meglio"

"Anche io sono un romantico, all'epoca era un mondo più rock and roll, più eroico, era tutto più selvaggio. Ma se guardiamo le cose in modo oggettivo, oggi la MotoGP è ad un livello superiore. La vicenda Marquez? Non voglio giudicare i giudici, non è un lavoro facile"

MotoGP:  Poncharal:

Hervè Poncharal è uno dei baluardi del paddock della MotoGP, un personaggio che con il suo team Tech3 ha attraversato le varie epoche, dalla golden era del due tempi alla MotoGP, fino al presente che per il francese è targato GasGas. L'abbiamo intervistato ad Austin, nel GP in cui proprio per GasGas scenderà in pista Jonas Folger, chiamato a sostituire l'infortunato Pol Espargarò.

Con Poncharal abbiamo parlato di tantissimi argomenti, di quanto sia cambiato il paddock della MotoGP ed anche delle recenti vicende che riguardano Marc Marquez e le polemiche relative alla decisione della Corte d'Appello. Il francese ci ha come sempre offerto un punto di vista interessante, molto personale e ricco di sfumature, arrivando a ricordare i tempi in cui c'erano piloti come Barry Sheene e le cose apparentemente erano più affascinanti. Hervè resta un romantico, ma ammette che oggi le cose sono decisamente migliori per tutti. 

Siamo ad Austin e oggi per te torna a correre Folger. Strana coincidenza, non trovi?
"La situazione per il COTA è molto chiara, dobbiamo per forza sostituire Pol Espargaró come da regolamento e penso che con Jonas Folger abbiamo trovato un’ottima soluzione. Lo conosco molto bene, ma adesso è un ragazzo completamente diverso. Quando correva per me lottava per podi e magari vittorie, mentre oggi ha una mentalità da test rider. Qui l’obiettivo con lui non è quello di fare chissà cosa, serve solo che faccia esperienza sulla moto e che questo gli permetta di migliorare anche nel fornire feedback quando fa i test con la RC16. Siamo felici di averlo qui, sono passati sei anni ma ho tanti bei ricordi con lui".

Quando pensi che rivedremo Pol in gara?
"Pol non tornerà per Jerez, assolutamente no. Sembra che Jonas debba correre come minimo qui e a Jerez, e credo anche a Le Mans. E’ chiaro che fino a quando Pol non tornerà, sulla moto ci sarà Jonas. Ci sono tanti piloti fuori, come Marc Márquez ed Enea Bastianini. Per noi è tosta perché Pol è il nostro capitano, mentre Augusto è il rookie. Ieri gli ho detto che qui sarebbe stato lui il capitano!".

Con Augusto sembra che ti sia ritrovato tra le mani un ottimo pilota. 
"Non voglio dire cose eccessive, ma Augusto è davvero un ragazzo intelligente, molto ben educato, ti ascolta molto. Ha tanto rispetto per il lavoro della squadra ed ha compreso che in MotoGP per stare al top devi diventare una sola cosa con la squadra. Penso che l’abbia capito benissimo. Passare dalla Moto2 alla MotoGP non è facile, ma lui sta crescendo passo dopo passo. A Portimao anche se ha finito lontano, a fine gara stava segnando ottimi tempi sul giro. Poi sul bagnato è andato davvero forte, ci dimostra di essere in grado di migliorare giro dopo giro. Per me ha un ottimo potenziale per il futuro in MotoGP. Magari non ha una personalità esplosiva, non crea polemiche. Ma è un’ottimo ragazzo e sono felice di avere un pilota come lui in squadra".

Sembra sempre più difficile per le Case trovare piloti pronti a salire sulle MotoGP. 
"Le MotoGP di oggi sono complicate, molto difficili da portare al limite. E’ quasi impossibile trovare piloti in grado di farlo ed è anche per questo che oggi le Case hanno tester molto veloci. E’ un bene che ogni Costruttore sia ben organizzato, basta guardare cosa è successo con Honda e Marquez. Bradl è saltato su un aereo ed è qui. Ma è di certo un problema, perché se Jonas dovesse farsi male in pista, allora saremmo davvero nei guai. Noi possiamo cercare di migliorare la sicurezza sempre, ma la realtà è che c’è un limite".

Pensi che la situazione dipenda dal nuovo format?
"Sai, ci sono numeri che ti sorprenderebbero. Quando abbiamo pensato di cancellare il warm up per Moto2 e Moto3, abbiamo visto dei numeri e non immagini quanti piloti hanno dovuto saltare le gare negli ultimi anni per cadute fatte proprio nel warm up. Le gare in moto sono pericolose, è ovvio. Oggi tutti parlano del nuovo format, ma Pol Espargaró si è fatto male in FP2. Potrai dirmi che oggi la FP2 è una cosa diversa, ma l’anno scorso succedeva in FP3 che i piloti cadessero per migliorarsi. Marc è caduto nella main race, sono errori che possono succedere sempre".

Quindi ti piace il weekend attuale in MotoGP. 
"A me piace il nuovo format, ne ho parlato con Pol e Augusto ed anche a loro piace molto, anche se Pol purtroppo non ha potuto correre. Il problema secondo me non è il format, ma forse l’approccio dei piloti. Pecco ad esempio ha sbagliato nella gara in Argentina e non nella Sprint Race. Poi ci sono piloti che definirei meno giovani, che hanno avuto qualche difficoltà ad ambientarsi con la Sprint Race, mentre altri giovani, come ad esempio Bezzecchi che è stato subito bravissimo. Le nuove generazioni saranno in grado di gestirle, a loro piace correre sempre. A nessuno piace fare libere, test. Tutti vogliono vedere le gare. Prima avevamo le FP4 che erano completamente inutili, non mi piacevano".

E cosa ci dici delle polemiche sul caso Marquez?
"Qualche anno fa la Race Direction era gestita da Dorna e IRTA e ogni volta che c’era un problema in pista, la stampa scriveva che gli spagnoli erano favoriti e cose del genere. Carmelo Ezpeleta ha deciso di cambiare tutto, affidando alla FIM la gestione delle penalità. La giustizia deve essere indipendente, e questo è ciò che ha voluto Carmelo. Adesso è difficile capire chi sia un buon giudice o un cattivo giudice. Io non penso di saper giudicare un giudice. A volte è difficile capire certe penalità, sembra che non ci sia molto razionalità. Ma dal di fuori è complicato capire certe decisioni. Ci sono tanti aspetti da considerare e non è facile farlo. Io non voglio entrare in nessuna polemica, non voglio essere uno che giudica i giudici. Ma credo che conoscendo meglio il loro lavoro, tutti forse cambierebbero opinione su tante cose".

Però non ci hai risposto su Marc!
"Su Marc, il problema è stato che hanno dato per scontato che fosse presente in Argentina. Invece si è rotto la mano ed ha deciso di operarsi. Se fosse partito per l’Argentina, avrebbe scontato la penalità e nessuno avrebbe fatto polemiche. Ma non è andata così. Ora il problema è che serve imparare da errori di questo tipo. Io onestamente non so se sia sbagliato il regolamento, oppure se chi ha scritto la penalità ha sbagliato ad interpretarlo. Non mi vanto di conoscere il regolamento così bene da avere la verità. Penso che chi ha preso la decisione lo conosca meglio di me".

Arriva in MotoGP Rossomondo, dall'NBA. Tu cosa ne pensi?
"Ho incontrato Rossomondo, ma ancora non ci ho parlato bene. Noi come IRTA avevamo chiesto l’anno scorso di avere una visione più internazionale del marketing della MotoGP. Se guardiamo ad esempio a Drive to Survive per la F1 e poi MotoGP Unlimited, sono il giorno e la notte. Questo non vuol dire che dobbiamo copiare loro, ma si vede bene che loro sanno bene come fare Marketing, penso meglio di noi. Quindi è un bene avere un personaggio anglofono, che conosce bene questo mondo moderno, ha esperienza e può portare tanta conoscenza da uno sport come la NBA. Serviva una visione e spero che Rossomondo la porti. In USA sanno come fare certe cose, qui in F1 qualche anno fa non c’era nessuno nel paddock, mentre oggi sia qui che a Miami per la F1 fanno il pienone. Se la MotoGP può fare un passo in avanti simile, sarebbe perfetto. Mi piace anche perché così smetteranno di dire che Dorna prende solo personaggi spagnoli".

Pensi che sia un bene avere una MotoGP con tanti piloti in grado di vincere?
"Adesso abbiamo un ottimo spettacolo, in Argentina c’erano tre piloti indipendenti sul podio. Il livello della competizione è altissimo, certo la Ducati è avanti, ma gli altri sono tutti vicini.Io ricordo quei periodi in cui a poter vincere c’erano solo due piloti, uno che guidava una Honda e l’altro che guidava una Yamaha. Adesso tutti possono vincere, anche i team privati. Questo è fantastico, le possibilità sono più aperte. Oggi ci sono 37 punti in palio ogni fine settimana. Tutto può cambiare velocemente".

Tu cosa pensi dei romantici a cui mancano i vecchi tempi?
"Io ero qui quando questo sport era meno professionale. C’erano pochi piloti che guadagnavano qualcosa, la sicurezza era un eufemismo, avevamo moto di merda in giro.  Noi lavoravano nella terra con le tende. Se pioveva, dovevamo spalare il fango. Mi piaceva quel mondo romantico, condivido alcune cose del punto di vista di Paolo Scalera, che era con me in quegli anni. Era un mondo più rock and roll, più eroico. Ma se ti siedi e ragioni sulla situazione di oggi, su cosa sia meglio e cosa sia peggio…certo, all’epoca non ci fregava di niente, eravamo liberi, era tutto più selvaggio. Barry Scene era una rockstar, era divertentissimo. Ma se metti davvero tutto su una bilancia, ti rendi conto che oggi stiamo molto meglio che all’epoca".

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