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Gubellini: "Oggi in MotoGP Quartararo e Marquez non riescono a fare la differenza"

"Ci siamo avvicinati alla Formula 1, le moto sono più importanti dei piloti e questo non mi piace. Non è un pilota a poter essere leader, ma una Casa. Gli errori dei giudici di gara? Se io faccio male il mio lavoro, vengo giudicato"

MotoGP: Gubellini:

Diego Gubellini è stato con Fabio Quartararo sin dai primi passi in MotoGP del francese. L'ha visto crescere, conquistare le prime pole, i primi podi e vittorie, fino alla conquista del mondiale del 2021. Un periodo in cui il francese si è affermato come top rider assoluto in MotoGP. Oggi nessuno mette in dubbio il talento di Fabio, ma è chiaro che il francese non riesca più ad essere lo schiacciasassi che aveva dimostrato di poter essere soprattutto per 'colpa' della Yamaha che ha a sua disposizione. 

Abbiamo intervistato Gubellini ad Austin, raccogliendo le sue sensazioni sul reale potenziale di Quartararo ed anche un punto di vista molto interessante su quanto la MotoGP sia cambiata negli ultimi anni arrivando ad assomigliare forse anche troppo alla Formula 1, una categoria in cui il mezzo è di gran lungo più importante del pilota. 

Due gare non facili con Fabio in questo inizio del 2023. 
"Abbiamo avuto un inizio stagione altalenante con Fabio, è vero, ma, se guardiamo all’inizio del 2022, eravano andati così, direi che siamo in linea. E’ vero che Quartararo era competitivo sul passo gara sempre, magari non tanto da giocarsi le vittorie, ma sicuramente abbastanza da fare altri risultati. Sono solo due gare, quindi non fanno statistica, ma se guardiamo nel dettaglio, senza parlare sempre del fatto che ci manchi un po’ il time attack, sono state tutte situazioni differenti. In Portogallo ci hanno penalizzato i test, perché chi ha più è potenza di noi ha avuto il tempo per sistemare le moto in modo da scaricarla tutta. Quindi credo che la nostra performance sia stata penalizzata dal fatto che prima avevamo fatto i test. In Argentina invece, direi che è mancato forse il momento chiave in FP2 e poi in Q2, ma non parlerei di mancanza di prestazioni, quanto piuttosto di mancanza di tranquillità. Specialmente in Q2". 

Spiegati meglio. 
"Avevamo fatto una ottima Q1 in uno scenario in cui Fabio non è velocissimo, invece lì aveva fatto quasi lo stesso tempo di Alex Marquez che sul bagnato va molto forte. In Q2 invece abbiamo fatto lo stesso tempo, mentre la pista stava migliorando. Ci è mancato forse l’ultimo guizzo di Fabio che ci avrebbe garantito una o due file meglio nello schieramento. Poi, sia in Sprint Race che domenica, il passo era davvero buono, credo che fossimo i secondi o terzi più veloci in pista. Ma non credo che il non scattare davanti in qualifica sia legato alla nostra moto in particolare, quanto piuttosto a come è fatta la MotoGP moderna. Dico purtroppo, perché a me questa situazione non piace. Siamo arrivati ad un punto in cui la moto fa la differenza, il pilota molto meno. Partendo indietro non c’è il margine di recupero che c’era qualche anno fa e per quanto uno possa avere il passo gara migliore, se scatta 15° i margini sono molto bassi. Poi consideriamo che due volte su quattro ci hanno buttato fuori e siamo ripartiti ultimi nel primo giro. Se Fabio avesse mantenuto la posizione alla fine del primo giro, senza il contatto con Nakagami, sarebbe salito sul podio. Era più veloce sia di Morbidelli che di Alex Marquez". 

Tu sei stato molto duro sulla mancanza di sanzioni a Nakagami. 
"Direi che stanno applicando i regolamenti con uno stile un po’ random. Non stanno seguendo una linea guida uguale per tutti. Io non credo che sia complicato, se io non faccio bene il mio lavoro vengo giudicato e per me anche i giudici se non fanno bene il proprio lavoro devono essere giudicati. Non è che al primo errore uno debba essere cacciato, ma se si vede una chiara incongruenza nel modo di fare le cose o nell’interpretare il regolamento… Le problematiche possono essere legate a come è scritto il regolamento e non a come il giudice lo applica, quindi non do la colpa a uno o all’altro. Ma è chiaro che ci sono delle cose che non funzionano nel dare le penalità, bisognerebbe agire in fretta. Se un pilota con il suo comportamento penalizza la gara di un altro pilota, deve venire sanzionato. E’ successo con Marini che ha fatto cadere Enea, che si è anche fratturato la spalla, e non è stato penalizzato. Questo non torna se guardiamo alle linee guida e questo episodio non riguarda noi. Nakagami è entrato su Fabio e non c’è stato il contatto solo perché Quartararo ha tirato su la moto rientrando in fondo al gruppo. In quel caso Nakagami non avrebbe fatto la curva, ma non è stato penalizzato. Bisognerebbe capire come sistemare la questione". 

Oggi in Yamaha ci sono solo due moto in griglia e Morbidelli fino all'Argentina non era mai stato veloce quanto Fabio. Questo secondo te lo ha penalizzato?
"E’ stato uno svantaggio per Fabio. Altri hanno tutti piloti equivalenti o almeno vicini tra loro, quindi tutti si confrontano e prendono spunto anche solo in una curva. Faccio un esempio, magari oggi Bagnaia è velocissimo in quasi tutte le curve, ma in una no. Lui ha la possibilità di capire come fare per migliorare anche in quella singola curva guardando i dati degli altri. Noi al momento, da quando Vinales se n’è andato da Yamaha, noi non abbiamo avuto questa opportunità e per noi è uno svantaggio abbastanza importante. Perché ci basiamo sulle sensazioni di Fabio, su quello che possiamo vedere sui dati dell’anno precedente. Ma ci manca un riferimento davanti con cui cercare di migliorare e poi ci sono solo due Yamaha in pista. Questo rende la vita molto difficile per Fabio". 

Secondo te Fabio è già da considerare fuori dai giochi per il titolo o è stata solo una falsa partenza?
"Siamo alla terza gara, il mondiale è apertissimo. Di fatto non abbiamo ancora visto il vero leader di questo mondiale. Ma nella MotoGP moderna, c’è un brand che diventa leader. Un po’ come in Formula 1. Se sei sulla vettura più forte, hai la possibilità di lottare per il mondiale. Il pilota fa meno la differenza di qualche anno fa. Questo è il motivo per cui piloti come Marc Marquez e Fabio stanno soffrendo più del normale in questi ultimi anni. Mentre in Ducati vedo tutti che vanno forte. Secondo me Fabio ha le carte in regola per giocarsi comunque il mondiale, perché è senza dubbio tra i due o tre piloti più forti al mondo, e può cercare di chiudere il gap tecnico che abbiamo adesso dai migliori. Ma ogni stagione è una storia a parte, spesso ci sono singoli eventi che cambiano tutto. Bisogna viverla e semplicemente cercare di fare il nostro meglio". 

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