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MotoGP, Jarvis: "Toprak? Con un Morbidelli veloce, non cercheremo un'alternativa"

"Con Razgatlioglu è stato un vero test, ma deve ancora capire se voglia passare o meno in MotoGP e noi non abbiamo fretta. Ci servirebbe un team satellite, difficile che lo avremo nel 2024""

MotoGP: Jarvis:

Lin Jarvis sta vivendo un periodo molto impegnativo della sua gestione di Yamaha in MotoGP. Con il contratto firmato l'anno scorso, si è assicurato i servigi di Fabio Quartararo almeno fino alla fine del 2024, ma nell'altra metà del box di Iwata le certezze sono molte di meno. Il test di Razgatlioglu a Jerez è servito per mettere alla prova il talento turco con un programma di lavoro lungo ed accurato, ma è servito anche allo stesso Toprak per comprendere quanto sia complessa la MotoGP di oggi. 

Abbiamo intervistato Jarvis nel paddock di Austin, facendoci raccontare come è andato il test e soprattutto quale sia stato il significato per Yamaha. Un'occasione per parlare anche di tanti altri argomenti, di quanto serva un ulteriore cambiamento nella mentalità dei giapponesi per tornare al vertice ed anche delle novità in Dorna, con l'arrivo di Dan Rossomondo dall'NBA e la gran voglia di questo sport di trovare un nuovo modo di comunicare. 

L'argomento caldo del fine settimana è ovviamente il test di Toprak. Puoi dirci come è andato e soprattutto il suo significato?
"Avevamo provato a fare un test con Toprak nel 2022, ma il meteo era stato inclemente e non aveva fatto una giornata intera di prove. Quest’anno è stata una seconda opportunità di fare qualcosa con lui e per fortuna il meteo è stato molto diverso. Poi il test è anche stato qualcosa di diverso da quello di Aragon, perché quello fu un regalo, un riconoscimento per il mondiale vinto in SBK con Yamaha. Quest’anno invece volevamo fare un test completo con lui, per capire come potesse andare su una MotoGP. Serviva anche a lui, perché Toprak ha l’idea di andare in MotoGP in futuro".

Toprak ha utilizzato le moto 2023 o le 2022?
"Abbiamo fatto due giorni con le moto 2023, siamo stati anche con Crutchlow in pista, poi c’erano Bradl, Savadori e Pedrosa. E’ stato un test completo, con circa 50 giri al giorno per Toprak. Il primo giorno devo dire che è stato un po’ strano per lui, perché doveva trovare la sua posizione in sella, è molto alto. E’ circa 185 cm, un po’ come Valentino, e la moto non è costruita per queste misure. Ha provato tante soluzioni per stare più comodo in sella, poi nel secondo giorno è andato nettamente meglio, perché con una giornata sulla spalle di esperienza, si è trovato subito bene". 

Alla fine come si è trovato?
"Non è facile, passare dalla R1 alla M1 non è affatto facile. Cambia la rigidezza, cambiano le gomme, è tutto più complicato. Serve uno stile diverso per la M1, ma secondo me a lui è piaciuta molto, ma ha ammesso che non è stato facile. Non abbiamo fatto un vero time attack, non abbiamo mai cercato il giro veloce. Io ero lì con Maio Meregalli, abbiamo cenato con Toprak, passato del tempo assieme. E’ stata una vera esperienza, un bel momento da vivere. Secondo me, ora è presto per parlare del futuro di Toprak, perché credo che debba ragionarci su, capire se davvero vuole passare in MotoGP. Non c’è fretta adesso per noi".

La prima scelta sarebbe un Morbidelli ritrovato piuttosto che prendere un rischio con Toprak?
"Sarebbe bello per noi se Morbidelli dovesse continuare ad essere veloce come lo è stato in Argentina, sia per quest’anno che per pensare al futuro. Se Franco torna veloce in modo costante, noi non cercheremo di cambiare pilota per il 2024. Poi lo ripeto, Toprak deve ancora ragionare bene sull’idea di passare in MotoGP e se vorrà farlo, dovrà trovare un posto. Noi oggi abbiamo solo due moto in griglia, secondo me sarà difficile avere un secondo team Yamaha nel 2024, ma non si sa maiNoi vogliamo tornare quanto prima ad avere quattro moto in pista, ma dobbiamo farlo nel modo giusto, con la squadra giusta, senza avere complicazioni di sorta".

Oggi sembra che abituarsi alla MotoGP per un pilota sia sempre più complicato. In passato era più facile per un pilota salire ed andare forte, oggi sembra impossibile. 
"Sono d’accordo con te. Credo che le moto in SBK siano molto diverse, le gomme lo sono. E’ molto più facile passare dalla MotoGP alla SBK, che fare il contrario. Per questo nessun xostruttore cerca piloti in SBK per portarli in MotoGP, di solito si pesca in Moto2, ma poi serve anche del tempo per abituarsi, per farlo crescere. Noi, avendo solo due moto, dobbiamo avere due piloti veloci, quindi per noi sarebbe meglio tornare ad avere un progetto con una squadra satellite. Alla fine è quello che abbiamo fatto con Franco e Fabio, sono entrambi arrivati dalla Moto2, sono passati per il team satellite Yamaha che era Petronas, e poi sono stati promossi nel team ufficiale. Questo è il modo migliore di far crescere i piloti". 

Oggi in MotoGP i costruttori europei stanno dettando il passo. Secondo te i giapponesi si stanno adeguando o sono ancora lontani come mentalità da quello che serve?
"Credo che negli ultimi anni, penso negli ultimi quattro anni almeno, i costruttori europei siano stati molto aggressivi nello sviluppo delle moto, hanno mostrato di avere la mentalità per cambiare velocemente le proprie moto. Secondo me i giapponesi sono ancora conservativi. Adesso posso dire che siamo indietro, ma l’importante per noi non sarà solo raggiungere i nostri rivali, quando piuttosto trovare soluzioni che ci permettano di avere un vantaggio. Questo è un problema. Penso che per Suzuki sia stato diverso. Poi non dobbiamo dimenticare che noi abbiamo vinto il mondiale nel 2021, Suzuki nel 2020. Noi siamo arrivati secondi nel 2022, quindi non possiamo dire che non siamo competitivi, ma possiamo dire che oggi il riferimento è la Ducati. Poi c’è l’Aprilia che è vicina, poi ci siamo noi e KTM, che spesso sono velocissimi. Ma noi, come Case giapponesi, dobbiamo cambiare il modo di lavorare per ritrovarci al top ed essere di nuovo molto competitivi". 

In Dorna è arrivato Dan Rossomondo dall'NBA. Secondo te siamo pronti ad una sorta di MotoGP 2.0?
"Possiamo fare meglio di quanto abbiamo fatto negli ultimi anni. Se guardiamo a 5 anni fa, la Formula 1 era un po’ in difficoltà, mentre noi in quel periodo abbiamo fatto dei grossi passi in avanti, con i nuovi piloti, con la qualità delle gare. Ma poi la Formula 1 è cambiata molto passo dopo passo, hanno fatto un marketing diverso, anche con Netflix, e questo li ha fatti cambiare profondamente. Noi siamo andati avanti nello stesso modo, siamo sopravvissuti al Covid lavorando secondo me molto bene con Dorna, con FIM. Abbiamo fatto un bel lavoro per sopravvivere a circostanze difficili, ma adesso dobbiamo ritrovare la strada per fare marketing e comunicazione ad alto livello. Secondo me la Sprint Race può aiutare, ma non è la soluzione. Può essere una parte, ma non tutto. Non conosco Rossomondo, non ci ho parlato ancora. Ma spero che possa portare una visione diversa, provenendo da un altro sport di altissimo livello. Sono certo che potrà aiutare, ma dobbiamo fare tutto assieme. Noi, la Dorna, i piloti, le squadre. Serve lavorare assieme per creare un futuro sempre migliore. Io non vedo la Formula 1 come un concorrente, possiamo coesistere, loro possono imparare da noi e penso che anche noi possiamo imparare tanto da loro, ma credo che ci siano buone opportunità per il futuro della MotoGP. 


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