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Bradl: "In MotoGP abbiamo raggiunto il limite umano, serve cambiare"

"I piloti sono costretti a dare il 110% dal venerdì, non devono commettere errori, devono usare i device, devono stare attenti nei sorpassi. Siamo al limite e temo che altri piloti possano infortunarsi in futuro"

MotoGP: Bradl:

Stefan Bradl è impegnato a Jerez nel lavoro di sviluppo del nuovo telaio progettato da Kalex per cercare di risolvere almeno parte dei guai che affliggono la Honda. Il tedesco potrebbe essere chiamato a sostituire Marc Marquez ad Austin se i tempi di recupero dalla frattura alla mano dovessero rivelarsi più lunghi del previsto per lo spagnolo dopo l'incidente di Portimao con Oliveira. 

Attraverso le pagine di Speedweek, Bradl ha detto la sua sull'attuale MotoGP, una categoria che con il nuovo format del weekend di gara mette a dura prova i piloti. Dei 22 iscritti, in griglia di partenza a Termas di Rio Hondo c'erano solo 17 piloti, con un bilancio che secondo il tedesco poteva essere anche peggiore se il fine settimana non fosse stato caratterizzato da condizioni meteo incerte se non pessime. 

"Sono successe molte cose tutte assieme a Portimao. Questo è stato in parte dovuto alla pista e alle cattive condizioni delle vie di fuga. Ma nella gara di domenica a Las Termas mancavano cinque piloti, il che è davvero brutto. Ma a causa del tracciato e delle condizioni meteorologiche in Argentina, il numero di infortuni non è stato così grave come in Portogallo. Ma temo che quando torneremo in Europa le cose peggioreranno di nuovo e succederà ancora qualcosa. Questo per via del nuovo format, perché già venerdì nelle FP2 tutti devono guidare come matti se vogliono entrare direttamente in Q2. Non solo sei sempre un po' sotto stress, ma ti viene costantemente chiesto di dare il 110%".

Anche il comportamento dei commissari non è stato ineccepibile per Bradl, che però riconosce difficoltà oggettive nel loro lavoro. 
"Gli steward hanno un compito difficile. Quando penalizzare e quando non farlo? Questo è un argomento difficile. Penso che sia un po' esagerato che ogni piccola cosa ora sia 'sotto inchiesta' e che poi spesso vengano comminate delle sanzioni. A volte mi è difficile capire il sistema con cui vengono distribuite le penalità. Non esiste un regolamento esatto né un catalogo esatto delle penalità. Solo al debriefing di giovedì si discute su quali sanzioni possono essere inflitte per guida irresponsabile, se si mette in pericolo un avversario o si provoca una caduta. In Argentina c'è stato prima l'incidente di Binder, poi quello tra Nakagami e Quartararo. Nel secondo incidente non è caduto nessuno, ma Quartararo ha dovuto andare nella via di fuga e si è ritrovato 15°".

Stefan ammette di non avere soluzioni al problema, temendo che lasciare più spazio di manovra ai piloti possa solo peggiorare la situazione. 
"Nemmeno io conosco nessuna formula magica. Se lasci che tutti guidino come vogliono, accadranno più incidenti. Nelle qualifiche e nella gara sprint del sabato tutti vogliono andare oltre il limite. Come ho detto, tutti rischiano il 110%. Però ognuno deve fare traiettorie perfette, non uscire mai sul verde, usare i device al momento giusto.  Ad un certo punto, la capacità umana raggiunge il suo limite, e poi succedono gli incidenti. Noi piloti non abbiamo più margine per il minimo errore. Se poi fai un piccolo errore è subito punito... Abbiamo raggiunto il limite umano in questo sport. È tempo di ridimensionare leggermente la MotoGP".

Con tanti infortuni, diventerà anche difficile per i team trovare sostituti adeguati. 
"Le squadre hanno problemi a trovare piloti di riserva validi. Prima venivano presi dal mondiale Superbike o dalla Moto2. Ma oggi non si può più fare, il livello è troppo alto. Anche per noi collaudatori, che saliamo sulla MotoGP solo una volta al mese, è difficile andare a punti".


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