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MotoGP, GP di Argentina: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Partono in 17, vince Bezzecchi e sbaglia Bagnaia. Morbidelli si ritrova, Arbolino si conferma e Migno stupisce. Aprilia, invece, sparisce

MotoGP: GP di Argentina: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Riccioli d’oro, non Shirley Temple ma Marco Bezzecchi. Pilota naif, che ha colorato a modo suo il fine settimana in Argentina. Fra un podio in sprint race, la vittoria nella gara giusta e la maglietta firmata da Messi, non si è fatto mancare nulla. Ha piena la valigia di souvenir per il rientro a casa, mentre a Bagnaia è rimasta solo un po’ di ghiaia delle vie di fuga di Termas de Rio Hondo, per ricordarsi che gli errori si pagano.

A parte Pecco, una buona trasferta per gli italiani. Con Arbolino finalmente cresciuto e Migno che sul podio dopo avere trovato una sella (a tempo) all’ultimo minuto. Bravi, ragazzi.

IL BELLO – Il capo chiede e Bezzecchi esaudisce. Valentino Rossi non ha fatto in tempo a desiderare la prima vittoria per il suo team che il genietto con i riccioli l’ha accontentato. Si è fatto prendere un po’ la mano e ci ha messo anche la testa del campionato, ma in questo caso il troppo non stroppia. Anzi, fa venire voglia di vedere come andrà a finire. Non serve una magia, basta il polso destro di Marco. 

IL BRUTTO – Diciassette piloti al via, non è bello, nemmeno se non si è scaramantici. Quasi un quarto dello schieramento in infermeria, almeno chiedersi se sia colpa del nuovo format è d’obbligo. Va bene lo spettacolo, ma per farlo servono piloti e di questo passo non ce ne saranno più. 

IL CATTIVO – Moto3 e Moto2 sono da tempo le Cenerentole del paddock. Per non disturbare troppo, da quest’anno hanno tolto un paio di giri alle loro gare. In Argentina ha anche debuttato la sprint race per la Moto2: 14 giri, il prezzo da pagare per avere qualche minuto sul bagnato prima di partire (avendo tolto il warm up). Ubi maior, minor cessat. Lo sapevano i latini, forse facevano lo stesso nelle classi minori delle corse delle bighe.

LA DELUSIONE – Venerdì l’Aprilia sembrava un incrociatore destinato a fare piazza pulita di ogni resistenza a Termas de Rio Hondo, due giorni dopo una zattera sul punto di affondare. Non può essere sempre domenica: per gli uomini di Noale è un augurio.

LA CONFERMA – Quando sei soprannominato lo squalo, in caso di pioggia devi solo solcare le acque spaventando gli altri piloti con la tua pinna. Tony Arbolino lo ha fatto, facendo ricredere chi lo vedeva come un pilota di talento ma troppo scostante. Ora è lì, davanti a tutti, anche in campionato. Il prossimo obiettivo è rimanerci.

LA SORPRESA – Una Pasqua anticipata, con tante uova e ognuna conteneva una sorpresa diversa. Non i soliti portachiavi o braccialetto in simil argento, ma regali preziosi. Come la vittoria di Binder nella sprint race, un Morbidelli ritrovato, Alex Marquez sul podio, come Migno, dopo essere rimasto a piedi. Cose così, di quelle che piacciono e si conservano.

L’ERRORE – Sbagliando di impara e Pecco Bagnaia ha quasi una laurea in errori. Il percorso di studi sembrava essere stato completato lo scorso anno, forse ha deciso di iniziare il dottorato. A cospargersi il capo di cenere ci ha già pensato (al solito) lui, non c’è bisogno di ricordargli che quella caduta si poteva e doveva evitare.

IL SORPASSO – Aron Canet ha interpreta il Long Lap Penalty come corsia di accelerazione per superare. Due ne ha scontati, due volte ci è riuscito. Premio sorpasso fantasia allo spagnolo.

LA CURIOSITA’ – Marco Bezzecchi è il 119° pilota a vincere una gara nella classe regina, il 34° in MotoGP, il 26° italiano, il 12° sulla Ducati.

IO L’AVEVO DETTO – Voglio affrontare le prime gare con serenità, senza obiettivi se non quello di continuare a imparare” diceva Bezzecchi. Mai bugia fu più dolce.

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