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MotoGP, Bonora: “Per prevenire i bloccaggi in frenata ci vorrebbe l'ABS”

“Dopo Portimao, bisogner rivedere il concetto di guida aggressiva e pensare di impiegare l’ABS anche in ambito racing. Perdere Oliveira ci ha fatto star male, ma abbiamo preferito concentrarci su tre piloti. Sostituire Oliveira con Savadori sarebbe stato un azzardo"  

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È stato un venerdì da incorniciare quello vissuto a Termas de Rio Hondo dall’Aprilia, che l’ha fatta da padrona nella prima giornata di prove del GP d’Argentina. Una prestazione maiuscola di cui abbiamo discusso nel nostro Bar Sport con Paolo Bonora, Race Manager di Aprilia Racing. 

“È andata molto bene. Già da giovedì le sensazioni erano positive e c’era l’atteggiamento di voler far bene. Teniamo conto che è solo venerdì. Sabato è un’altra giornata, gli altri verranno fuori e cercheranno di spingere di più, però è un bell’inizio - ci ha detto il manager durante la puntata - I piloti sono molto fiduciosi e confidenti e le sensazioni sono buone. Ora sta a noi mantenere questo stato d’animo, affinché loro siano sempre nelle migliori condizioni. Ci sono ancora due o tre punti della pista in cui dobbiamo migliorare e gli altri competitor sono molto vicini. Abbiamo ancora qualche idea”. 

Il livello di grip offerto da Termas si è rivelato meno peggio di quello che pensavamo alla vigilia, ma squadre tipo la Yamaha, che hanno già problemi con il grip, stanno soffrendo ancora di più. Come mai l’Aprilia va così forte?
“Detto tra noi, non è che ci siano delle caratteristiche particolari per cui noi qua andiamo meglio. Sicuramente è il fatto che la pista è molto larga, quindi i nostri piloti possono scegliere bene le linee da fare e non sono obbligati a seguire una traiettoria predefinita. Quando ci siamo trovati su piste larghe, che lasciano la possibilità di esprimersi, ci siamo trovati meglio. La pista non è male come asfalto. È più pulita di quanto pensassimo - un buon lavoro da parte degli organizzatori - Sicuramente non è gommata, quindi sabato i tempi miglioreranno, se il meteo resta costante. Il discorso del perché andiamo bene qui e non dalle altre parti, risulta difficile anche a noi. Ci sono delle piste che sono più congeniali ai piloti, più che alla moto. Senza dubbio, abbiamo visto una bella stabilità della nostra moto in Curva 3, a fronte delle buche importanti che ci sono lì. I piloti si lamentano poco di quel tratto, riusciamo bene ad accelerare e a esprimerci lì e guadagnamo velocità. È un tratto importante anche in ottica gara. Anche guardando l’anno scorso, a parte l’ultima parte di campionato dove abbiamo sofferto di più, la moto e i piloti si comportano bene in quasi tutte le piste. Bisogna solo mantenere il pacchetto allineato e cercare di portare i piloti a esprimersi sempre al massimo. Questo è l’obiettivo in ogni gara”.

Perché non avete sostituito Oliveira con Savadori, in Argentina?
“Far correre il test rider in una pista che non aveva mai visto era comunque un azzardo. Voleva dire impegnare il team e lo staff a seguire anche un percorso di adattamento del pilota, che in tre giorni, durante un weekend di gara, sarebbe stato molto difficile. Abbiamo preferito evitare di portarlo su una pista così distante dall’Italia, come l’Argentina, che non aveva mai visto, per evitare di mettere in difficoltà lui e concentrarci al massimo con le risorse che abbiamo qui, sui tre piloti che abbiamo. Guardiamo con fiducia al ritorno di Oliveira ad Austin. Siamo rimasti molto male dopo Portimao, per il fatto che non abbia potuto esprimersi in gara. Aveva dimostrato di essere della partita e ci dispiace tantissimo perché secondo noi avrebbe fatto molto bene anche lui. Gli facciamo un grosso in bocca al lupo, perché torni in forma per Austin”.

È più un’opportunità o un problema avere un pilota che va così forte con la RS-GP dell’anno scorso?
“Bella domanda. Un’opportunità, perché già a Portimao i quattro piloti guardavano i dati degli altri. C’erano curve in cui Vinales faceva meglio di altri e altre in cui erano Oliveira o Espargarò ad andare meglio. Fernandez è ancora in una fase di apprendimento e lo stiamo aiutando, tuttavia c’è sicuramente un’opportunità per tutti quando abbiamo più dati a disposizione, perché possiamo mettere a confronto un pilota rispetto a un altro. Siamo sicuramente felici di averne quattro, perché abbiamo a disposizione più dati e possiamo aiutarli tutti e quattro”.

Del resto, avete fatto primo e ultimo.
“Ci sta. Abbiamo anche capito il perché. Sostanzialmente Raul ha delle linee da correggere. Indice che non è ancora al 100% sulla moto. Può essere anche che non stia ancora usando l’assetto migliore per lui. Tenete conto che noi siamo partiti con degli assetti del team factory portati al team RNF e per un pilota così giovane, che deve passare da una moto a un’altra, non è così facile. È un percorso d’adattamento che accettiamo in maniera onesta e vogliamo aiutarlo al 100%. Tanto che venerdì gli abbiamo suggerito di seguire un pilota del team factory, affinché imparasse le linee. Questa è regola numero 1 quando sei distante da uno che guida la tua stessa moto. È una cosa che Maverick e Aleix hanno accettato di buon grado, mente a volte che chi non accetta di essere seguito, perché può dar fastidio. C’è armonia tra i due team e assoluta condivisione dei dati. Tant’è che camminando nel retro box si può passare indifferentemente dal team factory al team RNF”.

È la prima volta che dominate i primi due turni di prove del GP, con due piloti. Vi gasa o mette pressione? Come la vivete?
“Sì, non ci era mai capitato. In tutta onestà, preferiamo restare con i piedi per terra, perché sappiamo bene che anche gli altri sono bravi. Mi piacerebbe rifarlo alla fine della Sprint Race e della gara ed essere così contento. Comunque, è un percorso di crescita che stiamo facendo passo per passo e accogliamo con piacere questo risultato, ma è sempre venerdì. C’è tutta una serie di analisi da fare con i piloti. Cercheremo di restare lì, ma la gara è sempre un discorso a sé”.

Degli avversari, chi potrebbe mettervi i bastoni tra le ruote?
“Le Ducati ci sono sempre e loro saranno quelli che staranno davanti durante le due gare. Soprattutto la Sprint, in cui hanno dimostrato di poter spingere molto. Vi dirò che ho visto bene anche Yamaha. Si è visto già dai primi giri che Morbidelli è messo bene. Vedo bene Ducati e Yamaha in questo momento”.

Anche se Quartararo ha chiuso il venerdì così indietro?
“Vedere davanti il tuo compagno di squadra significa che la moto potrà fare un salto anche nell’altro lato del box. Secondo me sarà della partita anche Quartararo”.

Quando avrà anche Aprilia un pilota italiano? Tenete gli occhi su Morbidelli?
“Intanto, ci godiamo i piloti che abbiamo adesso. Cerchiamo di ottenere dei risultati con loro e poi mai dire mai. Sicuramente in futuro, esprimendoci al meglio anche noi, diventeremo più appetibili per altri piloti e chissà. Magari, in futuro, anche un pilota italiano”.

Che ne pensi di quello che è successo a Portimao, con la polemica legata a Marquez?
“Rivola ha espresso il nostro punto di vista. Il fatto che le due gare abbiano dimostrato già dall’inizio una certa aggressività ci ha fatto pensare. Siamo in 18 a partire qui ed era la prima gara. Sicuramente non hanno fatto bene tutti questi incidenti. Alcuni dei quali pericolosi. Noi abbiamo perso Oliveira, che è il fatto che ci ha fatto stare più male, ma non dimentichiamo i due episodi, relativi a Vinales con Alex Marquez e Binder con Aleix Espargarò, per cui abbiamo chiesto delle verifiche agli Steward. La risposta è stata che, nel caso di Alex Marquez, la perdita di posizioni che ha subitoMaverick era relativa al fatto che ha tolto il gas per via dell’incidente di Marini davanti a lui, quindi non hanno considerato l’entrata veramente aggressiva di Alex. Mentre per il secondo episodio, Binder è salito sul cordolo in Curva 3 ed è rimasto dentro la pista appoggiandosi ad Espargarò. Aleix purtroppo ha perso 5 posizioni e questo ha condizionato la sua gara. Il passo era buono, ma perdere 5 posizioni è stata una grossa sofferenza per noi. Anche quello è stato valutato come un incidente di gara, ma in casi identici, anche i nostri piloti in passato sono stati sanzionati con un Long Lap. Secondo noi, l’entrata di Mir su Quartararo era quasi meno sanzionabile rispetto alle altre che ho menzionato. Se sanzioniamo uno che è entrato in maniera decisa ma pulita e inavvertitamente ha perso la moto, allora non capiamo dove sta il limite tra competizione e andare a spasso. Bisogna rivedere il concetto di guida aggressiva e comportamenti che causano o meno incidenti. Non è facile, ma è nostra intenzione collaborare con la Race Direction e gli Steward”.

Che ruolo ha l’aerodinamica in questi incidenti? 
“La parte aerodinamica, soprattutto alle alte velocità, adesso impone di restare ancora più attenti alle linee che si decide di fare, perché un eventuale cambio di posizione in frenata diventa più difficile che in passato. La parte aerodinamica la fa da padrone alle alte velocità e il limite a cui ci siamo portati con le prestazioni dei freni è altissimo. Il limite non è più dovuto a quanto puoi frenare, ma a quanto la gomma può sopportare. Sono sempre alla ricerca del limite e il bloccaggio dell’anteriore può arrivare quando meno te lo aspetti. Al momento il limite del bloccaggio è completamente gestito dal pilota e monitorato dai tecnici. Si cerca di prevenirlo il più possibile, tuttavia dovrebbe essere sviluppato un impiego dell’ABS in ambito racing. Probabilmente allungherebbe gli spazi di frenata, ma non precludiamo il fatto che ci possa essere in futuro, per aumentare la sicurezza in pista”.

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