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MotoGP, Da brutto anatroccolo a cigno: luci e ombre della crescita di Aprilia

Meno di un anno fa, in Argentina, Aleix Espargarò portava per la prima volta alla vittoria la RS-GP nella classe regina. Ora è la seconda forza del campionato, in scia a Ducati

MotoGP: Da brutto anatroccolo a cigno: luci e ombre della crescita di Aprilia

Il 3 aprile del 2022 rimarrà per sempre una data storica per Aprilia, quella della prima vittoria in MotoGP. Il circuito era quello di Termas de Rio Hondo, lo stesso in cui si correrà questo fine settimana. Poco meno di un anno fa, Aleix Espargarò aveva portato al successo la RS-GP e salito al 1° posto in campionato. È stato quello il momento in cui gli uomini di Noale si sono ritrovati fra i grandi del motomondiale, rinverdendo i fasti del passato.

La scorsa stagione ha rappresentato una svolta per la Casa di Noale. Aleix Espargarò non ha solo vinto una gara, ma è salito 6 volte sul podio, conquistato 2 pole position e si è giocato la 3ª posizione in campionato fino all’ultima gara. Un risultato non scontato, perché Aprilia aveva faticato dal suo ritorno in MotoGP nel 2015 (non contiamo l’esperienza con il marchio ART ai tempi della CRT). 

A un certo punto, Romano Albesiano aveva dovuto anche dividersi fra il suo ruolo di direttore tecnico e quello di team manager, cosa che rese ancora più difficile la situazione. L’arrivo di Massimo Rivola nel 2019 è stata la chiave del cambiamento, ma i problemi non erano finiti. La squalifica di Iannone lasciò la Casa di Noale senza un pilota, costretta ad arrangiarsi richiamando in pista i collaudatori Bradley Smith prima e Lorenzo Savadori poi.

Le cose, però, stavano cambiando. Albesiano era libero di concentrarsi sulla parte tecnica e l’arrivo di nuovi tecnici (anche dalla Formula 1) iniziava a fare prendere alla RS-GP una nuova forma. La parola non è scelta a casa, perché come quelli di Ducati, anche gli ingegneri di Noale si impegnarono molto sull’aerodinamica, introducendo novità poi copiate dagli altri (la carena a ‘gradino’, l’alettone sul codone, ma anche il primo abbassatore anteriore).

L’arrivo di Vinales a metà 2021 fu un colpo di fortuna, proprio quando la RS-GP salì sul podio la prima volta (a Silverstone). L’anno successivo, come detto, è stato quello della svolta. Tanti podi (oltre a quelli di Aleix, anche i 3 di Maverick) che hanno portato alla perdita delle concessioni.

Non tutto però è filato liscio, perché nelle ultime gare (dal Giappone in poi) è parso che la moto veneta si stesse involvendo, chiudendo l’anno nel peggiore dei modi. 

Qualche dubbio per il 2023 c’era, perché le perdite delle concessioni significano motori congelati ma sopratutto meno test, poi la decisione di avere una squadra satellite richiede un impegno maggiore e un’organizzazione diversa. Ancora una volta, però, a Noale sembrano avere fatto bene i compiti a casa.

È quello che hanno detto i test invernali e la prima gara di Portimao. Lo sviluppo aerodinamico non si è fermato (con alette anche su forcella e forcellone e inedite prese d’aria sul cupolino), il motore ha messo su un po’ di muscoli, il telaio non si discute, ma soprattutto la RS-GP è diventata una moto ‘facile’.

Le prestazioni di Espargarò dovevano essere prese con le pinze perché lo spagnolo conosce la moto come le sue tasche, ma Vinales ci aveva messo tempo a sfruttarla al meglio. Oliveira, invece, dopo appena una manciata di giorni di prove in Portogallo era già fra i primi. La troppa foga gli ha tolto il podio nella sprint race, poi domenica era fra i primi quando è stato centrato da Marquez. Ci ha pensato comunque Maverick a mettere la RS-GP sul podio, un un fine settimana non troppo felice per Aleix.

Quindi ora l’Aprilia è a tutti gli effetti la seconda forza del campionato, dietro alla Ducati che con Bagnaia ha dominato la prima gara. Chi ben inizia è a metà dell’opera, ma il difficile viene adesso. Da quell’Argentina che porta alla mente dolci ricordi e che è un banco di prova importante. Niente test, si entra in pista e si deve fare tutto bene e in fretta. Se la base è buona ce lo diranno i prossimi giorni, ma l’Aprilia può continuare a sognare.

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