"Tesoro vado a fare il pieno di e-fuel e torno". Fate attenzione a questa frase, poiché al momento potrebbe essere un po' la famosa frase "esco a prendere le sigarette". C'è però una differenza, le sigarette si trovano, gli e-fuel... no! Proprio così, non si fa che parlare di e-fuel e Germania, ma a conti fatti, primo, non se ne vedono, e secondo, la strada è ancora lunga. Perché questo? Tanto per iniziare, lo si deve alla mancanza dell’idrogeno, elemento fondamentale, senza contare la necessità di costruire gli impianti di energia rinnovabile, che hanno costi esorbitanti. Certo, suona un po' come una beffa, visto che l'idrogeno è l'elemento più abbondante dell'universo!
Ad ogni modo, Berlino è sicuramente quella che sta percorrendo la strada giusta, anche perché qualche settimana fa ha firmato un importante accordo con la Norvegia. Di cosa? Ovviamente della fornitura di idrogeno! Forse inizierà ed esservi più chiaro perché Germania ed UE hanno trovato l'accordo... Ad ogni modo, il piano di fattibilità è stato commissionato, e tra qualche settimane potrebbe essere pronto. Chiaramente i due stati avranno un bel po' da fare. Pensiamo non solo alle fonti rinnovabili, rappresentati dall'eolico offshore (qui sopra potete vedere l'impianto in Cile N.d.R.), ma anche dalla cattura e dallo stoccaggio della CO2 con tecnologie Ccs (Carbon capture and storage).
Oltre a questo, dobbiamo pensare agli approvvigionamenti di materie prime per le batterie, carburanti alternativi per le navi, e molto altro ancora. Investimenti da milioni di euro. A parlare del cosidetto "idrogeno verde", sono il rapporto curato da Rie (Ricerche industriali e energetiche) ed Unem (Unione energie per la mobilità): "Tra gli obiettivi abbozzati per il 2030, quello di ottenere una penetrazione dell’idrogeno verde del 2% della domanda energetica finale, attraverso 5 Gw di elettrolizzatori e 10 miliardi di euro di investimenti". Più avanti, ovvero verso il 2050, nel documento si crede che l’idrogeno andrà a coprire fino al 20% della domanda finale di energia.
Ricordiamo poi che gli e-fuels, non sono ancora pronti, bensì in sperimentazione. Il rapporto, così chiarisce: "La transizione dalla fase pilota-dimostrativa attuale a impianti in grado di attivare una produzione su scala commerciale richiede realisticamente più di un decennio in quanto connessa alla messa in campo di ingenti investimenti volti a costruire una nuova value chain (elettrolizzatori, sistemi di cattura, stoccaggio e utilizzo dell’anidride carbonica, impianti di conversione). Serve inoltre un aumento molto forte della capacità di generazione elettrica da fonti rinnovabili, in considerazione dell'intrinseca inefficienza di conversione che caratterizza questo genere di produzioni". La strada, non è lunga, di più.
Importi (al momento) inavvicinabili
Insomma pensare che nel 2035 tutto sarà pronto, non è utopia, ma sicuramente è difficile da credere. Questo perché come avrete capito, si parli di costi altissimi. Il rapporto analizza anche questo: "Su un orizzonte di più lungo termine (2040-2050) gli e-fuels potrebbero aggredire tutto il mercato dei combustibili liquidi e gassosi impiegati nel settore dei trasporti. Una loro elevata penetrazione nel lungo periodo dipende dagli investimenti che potranno essere realizzati nel decennio in corso. Gli studi in materia sono concordi nel ritenere che le principali voci di costo riguardino la capacità di generazione da rinnovabili, gli elettrolizzatori e la modalità impiegata per la cattura della CO2".
Il costo degli impianti è poi altissimo. Pensate che in Italia, tra la realizzazione di un impianto pilota per la produzione di e-metanolo (parte da idrogeno verde e anidride carbonica catturata) ed un progetto di ricerca per un impianto pilota dedicato alla produzione di carburanti sintetici, si parla di un totale di quasi 340 milioni di euro! Il tempo? 4 anni. Secondo Concawe, su scala industriale, così facendo si avrebbe una capacità di 0,2 milioni tonnellate, per una spesa di investimento quantificabile tra i 400 ed i 650 milioni. Stime parlano di 2-3 euro al litro per gli e-fuel. Questione di economia di scala. Nel 2030 si potrebbe arrivare forse sotto i 2 euro, mentre per toccare quota 1 euro, si parla di 2050. Ai posteri l'ardua sentenza.