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SBK, Roccoli: “Mi sono sentito preso in giro dalla superiorità della Ducati”

L’INTERVISTA - Massimo Roccoli torna sull’epilogo del CIV Supersport 2022: “Una 1000cc è in competizione con una 600cc, ma Ducati è giusto che vinca perché più evoluta". E nel 2023 inseguirà il settimo titolo italiano a 40 anni suonati: "Mi sento ancora un pilota, i giovani mi stimolano"

SBK: Roccoli: “Mi sono sentito preso in giro dalla superiorità della Ducati”

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“Anche se quasi quarantenne, dentro mi sento ancora un motociclista…”. Constatazione che si trasforma in slogan nel momento in cui le suddette parole vengono pronunciante da un “certo” Massimo Roccoli. Accantonata l’idea di appendere il casco al chiodo sul finire del 2020, a distanza di tre anni il motociclista riminese ha recuperato il piglio e, non da meno, la velocità dei tempi d’oro. Secondo classificato nel CIV Supersport 2022, nell’imminente stagione 2023 il pluricampione della categoria ci riproverà e rinnoverà l’assalto al titolo tricolore, inseguendo la settima corona al campionato italiano. Come i pregiati vini rossi, che più invecchiano e più sono apprezzabili.

Nuovo casco

Lunedi e martedì Roccoli è stato impegnato al Misano World Circuit Marco Simoncelli sulla Yamaha R6 di Promodriver Organization per gli ultimi test precampionato, in cui non è passata inosservata la grafica inedita del proprio casco (vedi foto sopra) dal particolare legame effettivo: “Volevo omaggiare mio padre che, quando correva, indossava un casco della stessa colorazione - ha dichiarato - da alcuni anni, inoltre, sto cercando una Suzuki GSX-R 1100 degli anni ’89-’90 biancoazzurra. Vien da sé che con Caberg abbiamo tirato fuori questa idea particolare, i colori riprendono anche quelli della mia squadra. Un connubio perfetto, mi sento fiducioso”.

Frustrazione per l’epilogo del 2022

Facendo un passo indietro alla stagione 2022, nonostante un avvio esplosivo, nel finale nulla ha potuto contro la superiorità della Ducati Panigale V2 955. Le scorie, ancora, non sono del tutto smaltite: “Mi sono sentito preso in giro - ha tuonato Roccoli - c’è qualcosa che non funziona a livello di gestione. La mia è una delle R6 più performanti della griglia, eppure sono stato l’unico superstite Yamaha nella folta schiera Ducati. La V2 al CIV volava, mentre nel Mondiale Supersport non faceva altrettanto. Bulega era scemo? Dubito fortemente. I controlli sembra che ce ne siano pochi, al CIV ci accodiamo alle decisioni della FIM. Non voglio criticare nessuno, dico solo che una 1000cc è in competizione con una 600cc. Guardando la classifica di Imola 2022, con me in mezzo a tante bicilindriche, paradossalmente qualcuno potrebbe pensare che la moto irregolare sia la mia...”.

E poi ha tenuto a sottolineare: “Non sono arrabbiato per non aver vinto il titolo. Anzi, per me è stato un grandissimo orgoglio vedere Spinelli laurearsi campione italiano, lo seguo fin da tenera età in quanto io tecnico FMI per i Talenti Azzurri. Sono comunque arrivato secondo a 38 anni suonati e mi sono divertito come un matto. Ho sempre sostenuto che il livello del CIV sia alto, giriamo su tempi da Mondiale. Spinelli infatti è salito sul podio in Australia all’esordio”.

Bilanciamento Supersport Next Generation

Ragion per cui, dall’alto della propria esperienza, si è soffermato sul cambio regolamentare Next Generation che ha visto la Supersport aprire le porte a moto di cilindrata maggiorata: “Fino a poco tempo fa veniva considerata un monomarca Yamaha. Adesso la griglia è tornata a popolarsi di marchi. Il lavoro però è stato fatto bene al 90%, bisognerebbe cercare di bilanciare quanto più possibile le prestazioni di cilindrate diverse. Il mercato è questo e guarda caso Ducati è l’azienda che sta investendo più di tutte. Da una parte è giusto che vinca in quanto più evoluta, forse allora è colpa di Yamaha dato che disponiamo praticamente della stessa moto da anni - si è interrogato - entrambe peraltro sono le più versatili per guida ed elettronica. Fare di più? Difficile, la V2 fino dieci anni fa correva in Superbike… anche se nei primi due round del Mondiale 2023 si sono viste prestazioni più omogenee”.

(Quasi) 40 anni e non sentirli

Roccoli non accenna a guardare la carta d’identità e, con ogni probabilità, sta attraversando il momento migliore di sempre sul piano fisico: “Ho vissuto un brutto periodo dopo la rottura di due vertebre in occasione della wild card mondiale a Imola 2019. Da allora non posso più correre, ma ho scoperto il piacere di andare in palestra. Devo ringraziare molto la mia compagna, che al contempo mi segue a livello alimentare, nonché il mio preparatore atletico. Ho raggiunto un buon equilibro, sono tornato ai miei livelli e… se mi fossi allenato come adesso, avrei potuto raggiungere altri traguardi nella mia carriera - ha ammesso - non esisteva la cultura attuale quando oltre vent’anni fa mossi i primi passi. All’inizio degli anni Duemila mi ritrovai in zona podio al debutto nel Mondiale SSP senza sentirmi le braccia. Oggi invece i ragazzi sono già degli atleti a 13-14 anni. Per me il motociclismo è un hobby e, soprattutto, una passione. Finché mi diverto vado avanti. Se diventa un peso è giunto il momento di farsi delle domande davanti allo specchio…”.

Circondato dai giovani

Pilota e persino team manager. Un doppio ruolo dove Roccoli è circondato in tutto e per tutto dalla spensieratezza giovanile: “I ragazzi e le ragazze del mio (in sinergia con Alex De Angelis; ndr) team Roc’N’Dea mi danno nuovi stimoli. Abbiamo allestito una bella line-up per la Yamaha R3 Cup Italia, mentre con Aurelia Cruciani e Roberta Ponziani andremo all’assalto della Women’s European Championship. Un retroscena? Siccome io e Alex per esperienza riusciamo a spingerci in fretta al limite, almeno inizialmente nei test entrambi facciamo da apripista ai nostri piloti. Lo scorso febbraio siamo stati a Valencia e, quando è toccato me, sia Aurelia che Roberta mi hanno sverniciato e rifilato due secondi in un paio di curve. A queste donne la grinta e il talento non mancano! Senza dimenticare Diego Palladino, campione con noi della R3 Cup 2021, il quale me lo ritroverò come avversario in pista quest'anno (in qualità di nuovo portacolori Garage51 by Barni Ducati; ndr)".

La (non) scelta del numero 1

Un tema d’attualità al CIV è, indiscutibilmente, il ritorno del #1 per mano di Michele Pirro nella classe Superbike. Decisione, tuttavia, mai presa in considerazione da Roccoli nelle sei volte in cui si è assicurato il titolo Supersport: “Non ci ho mai pensato più di tanto. A posteriori un pizzico di rammarico c’è, però sono molto legato al #55 perché è l’anno di nascita di mia madre. Chissà, questa potrebbe essere la stagione buona. Così a quel punto sarei obbligato a proseguire un altro anno!”, ha concluso scherzosamente.

Photo credit: Massimo Roccoli Facebook, daniguazzetti.com

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