Una doppietta per mettere in chiaro che quel numero 1 sulla carena non è una caso. Prima la sprint race e poi la gara, diversi distanze e avversari, ma Bagnaia è sempre davanti e parte per l’Argentina con 37 punti già in cassaforte. Meglio di così sarebbe stato impossibile e Pecco non sembra nemmeno stanco dopo il tour de force di Portimao.
“Abbiamo lavorato bene nei test e sono arrivato preparato alla gara - la ricetta del successo - Rispetto a due anni fa siamo stati più veloci di 5 secondi, è stata dure, le gomme hanno funzionato bene ma alla fine erano distrutte. Sono contento, la nuova moto si adatta meglio della vecchia al mio stile di guida, mi aiuta. Stiamo andando nella giusta direzione, ora scopriremo cosa succederà con il nuovo format in una pista dove non abbiamo fatto i test. Sicuramente le cose saranno diverse, i distacchi maggiori”.
Hai festeggiato alla maniera di Ronaldo.
“Mi sembrava giusto fare un tributo ai tifosi portoghesi in tribuna e Ronaldi è uno dei più grandi sportivi”.
Come è stato affrontare il primo Gran Premio da campione del mondo?
“Sinceramente non è una cosa a cui ho pensato, voglio vincere per essere di nuovo campione quest’anno e la sfida è stata molto dura. Devo tenere i piedi per terra e lavorare per essere competitivo in ogni fine settimana”.
Hai sentito il fiato di Vinales sul collo?
“Ho cercato di non pensare troppo al mio vantaggio, non volevo spingere troppo perché sarebbe stato un problema per la gomma posteriore. Quindi ho cercato di essere soprattutto costante e ha funzionato. Quando mancava una decina di giri, Maverick ha provato a riavvicinarsi e allora ho provato a spingere, ma non avevo più gomme, ero nei guai. Sono riuscito a gestire tutta la gara senza mai esagerare”.
Dall’esterno è sembrato tutto facile per te, ma come ti senti dopo questo fine settimana?
“Non è stato facile, tutto è andato bene perché abbiamo lavorato bene. Essendo nuovo, tutti eravamo un po’ stressati con il nuovo programma, fisicamente non mi sento stanco, ma ieri sera lo ero mentalmente dopo una giornata molto lunga, devo ancora adattarmi. Credo che in alcuni circuiti dovremmo ridurre la distanza della gara della domenica, penso ad Austin o al Mugello, perché sono molto esigenti per il fisico”.
Ci sono state delle polemiche sulle decisioni degli Stewards, ad esempio Mir è stato penalizzato per il contatto con Quartararo e Marini no dopo avere fatto cadere Bastianini.
“Penso che Enea sia stato sfortunato, perché era leggermente all’esterno, Luca all’interno e ha perso l’anteriore sullo scollinamento, è stata una coincidenza. Joan, invece, stava provando a superarlo, è diverso. Comunque non siamo noi piloti a decidere le penalizzazioni, non è il nostro lavoro”.
Ieri si parlava di troppa aggressività da parte di alcuni piloti nella sprint race, nella gara normale è cambiato qualcosa?
“Ieri non avevo commentato perché sapevo che oggi sarebbe successa la stessa cosa. Non dipende da quale gomma usi o da quanti giri ha la gara, ma dall’atteggiamento dei piloti. Questa è una pista in cui è più facile commettere errori ed era il primo GP, tutti volevano iniziare bene la stagione, ma la mia sensazione è che è l’approccio dei dei piloti a fare la differenza”.
Quindi cosa pensi dell’incidente causato da Marquez?
“Marc voleva stare vicino a Martin e Oliveira, ma non superarli. Nella curva 3 è facile commettere un errore: basta che il pilota davanti freni un po’ prima e si crea un effetto domino, per me è stata sfortuna e non l’ha fatto apposta”.
In questa gara si è sperimentata la regola della pressione massima delle gomme, cosa ne pensi?
“Ci abbiamo lavorato molto nei test e sicuramente non è un bene per la sicurezza. Quando ti trovi a seguire un altro pilota, senti che lo pneumatico anteriore non lavora bene, sale troppo la pressione. Per me non è un’idea giusta, diventa più facile cadere e fare errori, però non sono io a decidere”.
Ora è già tempo di pensare all’Argentina.
“È giusto così. Mi aspetto un fine settimana diverso, in cui partiremo tutti da zero senza test, ma anche che il nostro potenziale sarà molto alto e se lavoreremo bene, potremo fare qrandi cose anche lì”.