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MotoGP, Zarco: “Bagnaia è un esempio, ma non siamo qui per aiutarlo”

“Pecco è fortissimo ed è il Campione del Mondo, ma noi piloti Ducati non abbiamo la sensazione che sia il nostro leader. Vogliamo avere le nostre opportunità”

MotoGP: Zarco: “Bagnaia è un esempio, ma non siamo qui per aiutarlo”

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Il secondo posto conquistato proprio a Portimao, nell’ultima giornata dei collaudi precampionato, ha dato morale a Johann Zarco, che arriva carico all’inizio della nuova stagione, sperando di iniziare l’anno puntando i piedi su un podio che non sia quello virtuale dei test. 

Sarebbe fantastico iniziare la stagione lottando per il podio. Portimao è una buona pista per me, ho dei ricordi positivi e ho anche ottenuto degli ottimi risultati qui. Nell’ultimo test ho lavorato fino al sabato, poi, alla domenica, ho cercato di concentrarmi sui tempi. Fare un buon tempo e concludere al secondo posto è stato buono per la mia fiducia” ha chiosato Zarco, che durante l’inverno ha compiuto diverse modifiche per migliorare il suo feeling con la nuova Desmosedici.

Abb,iamo cercato di cambiare un po’ approccio sulla Ducati nel corso delle cinque giornate di test precampionato, per provare a sfruttare meglio i miei punti di forza cercando di adattare la moto al mio stile di guida per guidare in modo più naturale - ha spiegato il pilota del team Pramac - In questo modo arrivano anche i tempi e quando ti senti più a tuo agio hai anche l’opportunità di lottare meglio in gara, quindi l’obiettivo è quello. Ora dobbiamo vedere anche nel confronto con gli altri piloti come riuscirò a lottare e mantenere la mia posizione”. 

Durante l’inverno il francese non ha nascosto il fatto che uno dei suoi principali obiettivi principali fosse quello di provare ad avvicinarsi al livello di Bagnaia, riferimento della categoria. Ma dove deve ancora migliorare Johann per raggiungere il piemontese?

Se guardiamo Pecco e il suo stile, lui è fortissimo in frenata quindi bisogna concentrarsi su quel punto ed è quello che ho cercato di fare - ha puntualizzato il 32enne - Non mi sentivo a mio agio però, non mi sentivo bene in moto, quindi ho cercato di cambiare un po’, per sentirmi bene prima di vedere se sarei stato abbastanza forte da superare i piloti in frenata e non farmi superare. Pecco credo sia l’esempio migliore perché è il Campione del Mondo ed è un pilota fortissimo, ma la cosa che colpisce di più è la sua fluidità in moto. È bello da vedere e credo che questa sia la ragione per cui è il miglior modello da seguire in questo momento”.

Ma per la truppa Ducati, cos’è Pecco? Un pilota da battere come gli altri, o il leader naturale del battaglione, da non ostacolare?

“All’inizio della stagione non c’è nessun ordine di squadra. Tutti noi piloti non abbiamo la sensazione che Pecco sia il leader e noi siamo lì ad aiutarlo. Se guardiamo i risultati dei test, sembra certo se guardiamo i tempi, ma noi non abbiamo questa sensazione e vogliamo avere la nostra opportunità. In Ducati ci sono Bezzecchi, Marini e Pecco che sono abituati a lavorare insieme e a essere in lotta in pista, ma anche molto amici fuori, quindi da questo punto di vista non cambia nulla. Vedremo quale sarà la situazione a fine stagione, ma al momento è l’ultimo dei nostri pensieri, ha affermato il transalpino.

Tra i principali nodi da sciogliere al momento, per Johann, c’è infatti il nuovo format del campionato con l’introduzione della Sprint Race al sabato.

Il grosso punto di domanda è come potremo festeggiare la vittoria al sabato ed essere competitivi anche alla domenica. Credo che questo sarà l’aspetto più importante per tutti”, ha chiosato Zarco, che avrà comunque il doppio delle occasioni per centrare quelle prima vittoria in campionato che gli sfugge già da sei stagioni.

Già nel 2022 sono arrivato molto vicino alla vittoria, anche se poi non sono riuscito a ottenerla. Sono salito sul podio, a volte sono arrivato secondo, ma mi è mancata la costanza in tutta la stagione. Sicuramente tutti vogliamo vincere, io in particolare, perché se non volessi vincere non correrei più, perché è qualcosa che mi è sfuggito negli anni passati - ha spiegato - Come detto, ho cercato di cambiare alcune cose per essere più naturale e se riuscirò ad esserlo in pista credo che riuscirò finalmente a centrare questo obiettivo”.

Arma in più all’arco del transalpino sarà la collaborazione con il suo nuovo campotecnico Massimo Branchini, una vecchia conoscenza del due volte iridato.

“È stato fantastico ritrovare Massimo dopo sette anni. L’ultima volta che avevo lavorato con lui avevo appena conquistato il secondo titolo in Moto2. Chiaramente è una persona con cui ho lavorato per molti anni con ottimi risultati e averlo in MotoGP e alla Ducati ci aiuta ad avere un altro punto di vista su quello che stiamo facendo, perché per certi versi ero un po’ bloccato - ha commentato il ducatista - Al momento è una collaborazione molto piacevole e penso che ne vedremo sempre di più i frutti durante la stagione”.

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