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Petrucci: “la SBK non sarà toccata e fuga, mi aspetto il ritorno di Iannone”

VIDEO-INTERVISTA - “In America ho capito che ero ancora capace di guidare una moto. Sono più vecchio, ma con maggiore coscienza. La Ducati? Redding aveva bisogno di una Panigale morbida, a me serve più una moto dura come quella di Bautista. Iannone? Torna”

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Misano presenta il round della Superbike e all’appello non poteva mancare Danilo Petrucci. Il portacolori del team Barni è reduce da un incoraggiante avvio di stagione e adesso guarda con fiducia al prosieguo della stagione in Europa, che coinciderà con l’appuntamento di aprile ad Assen.

Prima però ci saranno i test di Barcellona, dove Petrux punta a compiere un passo avanti. Di questo e molto altro ne abbiamo parlato con lui in occasione della presentazione della tappa della Riviera delle derivate di serie.

Misano è sempre speciale e conservo tanti bei ricordi – ha esordito – mi viene in mente la sfida con Marquez sul bagnato nel 2017. Per 15 giri pensavo di vincere il mio primo GP, ma è stata una sconfitta bruciante (sorride). Poi però al Mugello sono riuscito a batterlo e a vincere”.

Danilo, qual è il giudizio di questo inizio di stagione in SBK.
“Sono entusiasta per questo inizio, soprattutto per la tappa di Mandalika, dato che in passato ho sempre faticato in Asia, mentre questa volta ho avuto sensazioni nettamente migliori. Ovviamente sarò felice quando arriverò sul podio”.

Tra queste novità c’è poi la Superpole Race…
“È un format diverso e devo interpretare meglio le Pirelli. Purtroppo mi manca ancora la giusta fiducia, infatti ho preso mazzate. Essendoci tre gare a weekend i piloti ci provano nella gara corta. Io però sono convinto che facendo km potrò migliorare”.

Sei già stato a Borgo Panigale per apportare le dovute modifiche alla moto insieme a tecnici e ingegneri?
“Stanno lavorando per mettermi nella posizione migliore visto che Bautista e Rinaldi avevano bisogno di maggior trasferimento di carico, mentre per me è l’opposto. Devo quindi abbassare il centro di gravità, ma sono fiducioso di compiere un passo avanti”.

Zambenedetti ha detto che, nonostante le tue dimensioni, ti avvicini più a Bautista che Redding.
“A livello di guida Scott e Alvaro sono diversi. Scott aveva bisogno di una moto corta e morbida, mentre Alvaro di una Panigale dura. Per quello che è il mio stile di guida, in frenata ho bisogno di maggiore supporto e quindi seguo più la via di Bautista rispetto a quella di Redding”.

Danilo, cosa hai pensato dopo il test di Portimao?
“Non sapevo dove mettermi le mani. Quel test ci ha portato fuori strada, perché non ha funzionato niente. Siamo però riusciti a rimediare, ripartendo dall’Australia come se a Portimao non ci fossimo andati”.

Dalla Ducati MotoGP alla Ducati Superbike. Quanto è grande questo cambiamento?
“Quando sei nel team ufficiale devi vincere o quantomeno stare nei primi cinque. Il problema è che il 2020 mi ha buttato giù, dato che con le gomme portate da Michelin non avevo più quella fiducia sperata. Io cercavo di fare di più però non cambiava nulla ed era frustrante. Poi sono andato in KTM ed è stato terribile, visto che non avevo la moto ufficiale. Anche Lecuona aveva sofferto tanto. In seguito è arrivata la  Dakar e di questo sono riconoscente a KTM, perché mi ha ridato grande motivazione. Infine l’America, dove ho capito di essere ancora capace di guidare una moto”.

Adesso c’è la SBK.
“Esatto. Vorrei stare qua e mi piacerebbe vincere una gara. Non penso che sarà una toccata e fuga”.

Hai visto Iannone sulla Panigale V4?
“Certo, l’ho visto! Secondo me torna”.


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