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La cosa, non è certo finita qui! Stiamo parlando del "No" di Italia e Germania al blocco delle auto del 2035. Oltre a questo, ora si parla di nuova battaglia: l'Euro 7 proposto da Bruxelles. Da novembre scorso, si è ora nuovamente a negoziare. Rincominciamo. La Repubblica Ceca ha pensato di indire un appuntamento composto da dodici Paesi scettici ieri, lunedì 13 marzo. Ogni Paese ha le sue ragioni, ed intanto a Strasburgo, presso il Parlamento europeo, non se ne esce. L'Italia vede il vicepremier Matteo Salvini impegnato sulla cosa, ma su una cosa il Ministro è sicuro: è contrario allo stop ai motori termici.
Il Ministro dei Trasporti ceco Martin Kupka, cerca coalizione sul tema Euro 7. Giorgia Meloni, invece così dichiara: "Giusto puntare a zero emissioni di Co2 nel minor tempo possibile, ma deve essere lasciata la libertà agli Stati di percorrere la strada che reputano più efficace e sostenibile. Questo vuol dire non chiudere a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall’elettrico. È questa la linea italiana che ha trovato largo consenso in Europa". Ognuno per sé, e dio per tutti? "Una transizione sostenibile ed equa deve essere pianificata e condotta con attenzione, per evitare ripercussioni negative sotto l’aspetto produttivo e occupazionale", conclude la premier.
In questo momento, lavorare su una Euro 7, corretta, ma che richiede grossi investimenti, sembra solo un'ulteriore problema, visto che nel 2035 si dovrebbe avere il blocco totale. Insomma, uno spreco di risorse inutile per le Aziende. Sulla cosa sarebbero d'accordo diversi Paesi: Repubblica Ceca, Italia, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Spagna. Del resto, la specie di accordo che ha il Bel Paese con Polonia, Bulgaria e Germania, si "regge" dalla decisione finale del governo di Olaf Scholz, che mira a salvaguardare gli e-fuels. Intanto, il tempo passa...
