Tra Phillip Island e Mandalika la Superbike ci ha regalato una bella abbuffata prima dello stop di un mese e mezzo in attesa di ripartire ad Assen ad aprile. In Indonesia Bautista e la Ducati hanno dettato nuovamente legge mentre Danilo Petrucci è andato oltre più ogni più rosea aspettativa a tal punto da regalare il successo tra gli indipendenti al team Barni.
Sorride anche Axel Bassani, un po’ meno Michael Rinaldi, che ha gettato al vento due grandi occasioni. E che dire infine di una Kawasaki diventata ormai lontana parente di quella Regina che per lungo tempo è stata nelle derivate di serie. A mettere tutti d’accordo, anzi in disaccordo, è la direzione gara, al limite del ridicolo.
IL BELLO – Alvaro Bautista e Aruba ci scuseranno, ma questa volta la menzione è per Marco Barnabò, il suo team Barni e ovviamente Danilo Petrucci. Per la squadra orobica le ultime stagioni si sono rivelate a dir poco complicate e con risultati al di sotto delle aspettative. A Barni va il merito di non aver mai mollato la presa, continuando a investire quando qualcun altro forse si sarebbe arreso.
A Mandalika, in Gara 2, Petrux lo ha ripagato per tutto ciò che ha dovuto affrontare in queste ultime stagioni, riportando Barni sul trono degli indipendenti dopo un attesa durata oltre quattro anni. Merito di Danilo, che con questa Ducati V4 ha bruciato i tempi se ripensiamo ai test di Portimao, così come di tutto il suo gruppo di lavoro, che nell’ultimo mese mai si è disunito.
Adesso c’è da mettere nel mirino i primi tre posti! È quello l’ultimo step.
IL BRUTTO – Peggio di così era davvero difficile fare eppure il FIM Steward Panel ci è riuscito. Per maggiori informazioni andate a chiedere delucidazioni a Danilo Petrucci e Loris Baz. Nella bagarre con Toprak, Axel Bassani ha dovuto restituire la posizione al turco, mentre per Alex Lowes nemmeno un richiamo dopo aver rotto la gamba a Baz nella Superpole Race della mattina. Il quadro della situazione è a dir poco inquietante.
IL CATTIVO – Alex Lowes. Siamo dell’idea non serva nemmeno dare una spiegazione.
LA CONFERMA – Sarà anche vero che una rondine non fa primavera, ma questo Andrea Locatelli si sta rivelando un pilota solido e costante. Un inizio di stagione da incorniciare per il bergamasco, nuovamente là davanti con i migliori. Un plauso va quindi ad Andrea, capace di lasciarsi alle spalle le difficoltà della passata stagione e mandare un segnale ben chiaro a Yamaha e nuovi arrivati come Gardner ed Aegerter.
LA DELUSIONE – A nostro avviso poteva essere il diretto rivale di Bautista in Campionato. Inoltre, per il potenziale espresso in pista, poteva finire sul podio in tutte le gare. Peccato che coi se e coi ma non si vada da nessuna parte, tanto che la classifica lo vede dietro a Bassani. Mannaggia Rinaldi, mannaggia!
L’ERRORE – Rinaldi si lancia da solo in Gara 1, Lowes rompe una gamba a Baz e per poco non tira giù pure Petrucci mentre Rea pensa bene di chiudere prima del tempo Gara 2. Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta.
LA SORPRESA – Guidare questa Honda non deve essere cosa facile, ma Xavi Vierge ha saputo compiere passi avanti da gigante. In Gara 2 a Mandalika ecco arrivare il suo primo podio in SBK, un podio che mancava da quasi un anno in HRC. Oltre allo spagnolo vogliamo poi premiare Federico Caricasulo, che qualche ora prima ha regalato al team di Bevilacqua una domenica da sballo. Per Genesio si tratta del primo successo in SuperSport targato Ducati.
IL SORPASSO – È l’ultimo giro di Gara 2 quando Federico Caricasulo indovina l’attacco decisivo su Stefano Manzi soffiandogli la vittoria. La manovra del romagnolo è di quelle che vale il successo.
LA CURIOSITA’ – Il momento è complicato, agitarsi e perdere la pazienza non serve a nulla. Bisogna soltanto rimboccarsi le maniche e lavorare con l’obiettivo di compiere dei passi avanti. Lo sa bene Johnny Rea, reduce del peggior avvio di stagione di sempre da quando è in Kawasaki. In sei gare disputate, 44 punti raccolti e soltanto un podio.
IO L’AVEVO DETTO – Toprak alla vigilia: “Voglio fare tre su tre e provare a fare il tempo della MotoGP in qualifica”. Il turco non ha centrato gli obiettivi, ma di sicuro si è rivelato ancora una volta freddo e cinico, tanto da conquistare più punti di Alvaro in Indonesia. Ad oggi è l’unico ad aver vinto una gara contro lo strapotere di Alvaro e della Rossa.