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MotoGP, Uccio: "Yamaha vuole il team VR46? Noi vogliamo moto competitive"

"Il contratto con Ducati scade il prossimo anno, poi vedremo. Bezzecchi è un pilota istintivo, ma a volte ha troppa fretta. Marini quando mette insieme tutti i pezzi è una macchina, però a volte perde concentrazione per cose non importanti"

MotoGP: Uccio:

La Prima del team VR46 per la stagione 2023 è andata in scena a Milano, non al Teatro alla Scala ma al Cupra Garage, palcoscenico più adatto ai motori. Con Marini e Bezzecchi confermati sulla Ducati, il nuovo anno promette molto, ma ancora prima del via Yamaha è tornata all’attacco. Lin Jarvis non ha nascosto, appena pochi giorni fa, di avere il desiderio di VR46 come team satellite.

Alessio ‘Uccio’ Salucci, team manager della squadra, è preparato alla domanda, che per lui non è nuova.

Per noi è un grandissimo onore che Yamaha spinga per averci e ci fa molto piacere, ma noi abbiamo un contratto con Ducati fino alla fine del prossimo anno e lo rispetteremo - afferma - In futuro, poi, chi lo sa, ma a noi interessa avere delle moto competitive. Se Yamaha, dopo il 2024, avrà delle moto che andranno forte siamo aperti a tutto”.

Allora parliamo del presente e del passato: l’anno scorso è stato quello del debutto in MotoGP, vi siete promossi?
Si capisce più dall’esterno, ma il mio bilancio di fine anno mi ha reso contento perché da metà campionato in poi siamo andati forti con entrambi i piloti. All’inizio Luca ha sofferto un po’ di più ma, se ci deve essere una colpa è stata più nostra, non avevamo ancora la situazione in mano e gestire una moto ufficiale non è stato facile. Però, poi il team ha lavorato bene, si è amalgamato e Bezzecchi è salito sul podio ed è stato Rookie of the Year, Marini ha fatto due quarti posti. Abbiamo lottato per le posizioni che contano e, come dico sempre ai miei ragazzi, è la cosa importante. Bisogna essere protagonisti”.

Ora, però, le aspettative si sono alzate e il gioco diventa ancora più difficile.
È quello che stavo per dire, è normale e giusto che ci siano più aspettative e anche noi internamente ne abbiamo di più. I nostri piloti sono veloci, hanno più esperienza e mi aspetto di più, anche se non è mai facile”.

A inizio anno ci si pone un obiettivo, il vostro qual è?
Provare a lottare in tutte le gare per le prime 5 posizioni, salire qualche volta sul podio e, perché no, vincere anche qualche gara”.

L’introduzione della Sprint Race ti piace?
Inizialmente mi preoccupava. Guardo la cosa dal lato pratico e abbiamo dovuto riorganizzarci un po’, infatti abbiamo introdotto una persona in più che servirà da jolly per le squadre di Maro e Bez. Carlo Casabianca, il preparatore dell’Academy, ha studiato una preparazione un po’ diversa per i due piloti, in modo che siano più esplosivi e abbiamo più ‘benzina’. Anche mentalmente, non sarà facile gestire due gare nel fine settimana, ma dal punto di vista dello spettacolo penso sarà positivo per i tifosi. Sarà una gara corta e ci sarà poco tempo per arrivare davanti, sarà tosta”.

Dal punto di vista delle moto avrete due GP22, la Ducati con cui Bagnaia ha vinto il titolo: potrà essere un vantaggio nelle prime gare?
Abbiamo fatto questa scelta perché era giusto rimanere con una moto che conoscevamo, non azzardare come avevamo fatto lo scorso anno. A inizio campionato spero che ci darà dei vantaggi, poi so che da metà stagione in poi, forse anche prima, le ufficiali cresceranno e per noi non sarà facile”.

Mi dici un pregio di Bezzecchi e uno di Marini?
Marco è istintivo, se ne sbatte dei setting e delle gomme e dà sempre il 110%. Luca, invece, ci mette più tempo a mettere insieme tutto, ma quando ci riesce è una macchina. Lo conosco da quando era nella pancia di sua mamma, ma questa sua caratteristica mi ha impressionato già quando era in Moto2. Ci è voluto tempo a mettere a posto tutto, ma poi lui capisce perché va forte e continua a farlo, quindi sto avendo come un déjà vu. È un grandissimo pregio: rimane al top in modo intelligente”.

Ora un difetto.
Sono causati in qualche modo dai loro pregi. Bezzecchi dovrebbe essere a volte più tranquillo e sistemarli meglio, nella MotoGP di oggi il talento non basta. A volte ha troppa fretta, va forte ma non raccoglie tutto quello che potrebbe. Anche Matteo Flamigni (il suo capotecnico ndr) ha lo stesso carattere: vuole fare tantissime cose e io nelle riunioni devo tenerli buoni, ma è meglio così che doverli motivare”.

Ora quello di Marini.
A volte si innervosisce e perde concentrazioni per delle cose che non lo meritano, come una tuta un po’ troppo stretta o una gomma che non funziona. Allora bisogna calmarlo e rimetterlo ‘in dima’, l’anno scorso l’abbiamo fatto e spero che ripartiremo da quel punto”.

Entrambi sono in scadenza di contratto, non hai paura che te li rubino?
Se andassero in un altro team potrebbe essere solo una squadra ufficiale, altrimenti rimarrebbero con noi, quindi il nostro obiettivo sarebbe raggiunto. Sarebbe un bene per loro e per noi, avremmo fatto bene il nostro lavoro da team satellite”.

Comunque andrà, il team continuerà a prescindere se ci saranno o meno piloti dell’Academy disponibili?
Noi speriamo che Vietti si meriti di salire in MotoGP e secondo me ci riuscirà, sarà il nostro prossimo candidato. Poi, quando non ci saranno più piloti dell’Academy, ci guarderemo in giro. Il team andrà avanti”.

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