Tu sei qui

SBK, Ducati e Dall’Igna guardano al domani: il futuro è Zambenedetti

IL PERSONAGGIO - A Magny-Cours la frase pronunciata da Rea: “Who is Zambenedetti?” diventò quasi virale, ma sul campo l’ingegnere si è fatto conoscere contribuendo alla conquista del titolo di Bautista e compiendo un vero capolavoro in Australia. La sua storia era scritta dai tempi di Aprilia con Witteveen quando ancora era un universitario

SBK: Ducati e Dall’Igna guardano al domani: il futuro è Zambenedetti

Era la fine del 2017 quando Ernesto Marinelli decise di lasciare la carica di responsabile Superbike in Ducati per accasarsi poi in Termignoni. Nel profondo processo di rivoluzione che stava vivendo l’azienda a seguito dell’arrivo di Gigi Dall’Igna due anni prima, sul fronte delle derivate di serie a Borgo Panigale si decise di assegnare il nuovo incarico a Marco Zambenedetti.

Una figura che Gigi conosceva bene a tal punto da aver condiviso l’avventura in Aprilia assieme a Witteveen. In quei tempi Marco era ancora uno studente universitario e trascorreva le sue giornate dividendosi tra le moto di giorno e i libri la sera con l’obiettivo di portare a termine la sua laurea in Ingegneria Meccanica.

Zambenedetti e Dall’Igna ancora non lo sapevano, ma la loro era una storia scritta, perché anni dopo i due si ritrovarono in Ducati con Marco impegnato a ridisegnare da zero il progetto MotoGP mentre Gigi nuovo direttore generale del Reparto Corse. Nel corso del tempo la fiducia di Gigi nei suoi confronti si rafforzò sempre più: così, dopo l’avventura in Avintia, ecco arrivare la sfida più grande, ovvero: dirigere le operazioni nel Mondiale Superbike.

In questi anni l’abbiamo conosciuto sempre meglio e l’immagine che trapela è quella di un ingegnere riservato e umile a cui non piace apparire sotto la luce dei riflettori. Al tempo stesso però è sempre aperto e disponibile al confronto soprattutto quando c’è da chiarire o spiegare con parole semplici quelle che sono le complessità legate alla meccanica del veicolo.

In occasione del weekend di Magny-Cours dello scorso anno, quando in Gara 2 accadde il fattaccio tra Rea e Bautista, Zambenedetti si presentò ai microfoni per rilasciare una dichiarazione a nome della casa in merito al comportamento di Johnny. Il Cannibale, informato delle parole dell’ingegnere, rispose: “Who is Zambenedetti?”.

Una risposta, quella del nordirlandese, che per certi versi diventò virale in occasione del fine settimana francese e che a tratti fece pure sorridere i presenti in sala stampa. Il tempo e il lavoro mostrarono però il valore dell’ingegnere trevigiano, il cui contributo si è rivelato determinante nel consentire a Bautista di trovarsi nella posizione migliore in sella alla Rossa per raggiunge quel titolo che in Ducati mancava da oltre 10 anni. E che dire poi dello sviluppo portato avanti in inverno con questa Panigale V4 di ultima evoluzione, una moto che sembra praticamente non avere punti deboli.

Sarà anche vero che siamo solo all’inizio della stagione, ma questa Panigale ha mandato un segnale ben chiaro alla concorrenza e in Australia si è visto. Proprio a Phillip Island Zambenedetti è stato autore del capolavoro in particolare per l’impegno profuso tra i team satellite  Go Eleven e Motocorsa a tal punto che le due Rosse si sono piazzate nei primi cinque la domenica.

Lo step più grande è stato certamente compiuto nel lavoro svolto assieme a Lorenzo Mauri e Axel Bassani, che come ben ricordiamo in Portogallo era finito a due secondi da Alvaro, mentre lo scorso weekend è tornato coi migliori. E che dire poi di Oettl, capace di trovarsi subito veloce in sella alla nuova moto. Ad attenderlo ci sarà poi una sfida ancora più grande, ovvero quella con Danilo Petrucci, che quando torneranno a Borgo Panigale dall’Indonesia dovranno rivedere insieme la sua posizione in sella.

Prima però non possiamo scordarci dell’appuntamento di Mandalika, in programma questo weekend, dove vincere sarà la conferma.    

Articoli che potrebbero interessarti