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RECENSIONE - All in: per Marquez (e la MotoGP) un'occasione sprecata

Drive to Survive ha stabilito l’altezza dell’asticella, Marc e Alex, nel ruolo di produttori della serie All In, mancano il bersaglio grosso

Playtime - Cinema: RECENSIONE - All in: per Marquez (e la MotoGP) un'occasione sprecata

All In è stata pubblicata su Amazon Prime, presentata in pompa magna a Madrid da un Marc Marquez felice come un ragazzino di poter impennare per le strade della capitale spagnola in sella ad una Honda RC212V (la famosa Street Spec replica MotoGP). La premessa della serie era quella di voler raccontare Marc Marquez in modo diverso, da una parte il pilota e dall’altra il ragazzo vicino ai 30 anni vicino a perdere il proprio sogno. 

Una cima altissima da scalare, ovvero tornare il re della MotoGP recuperando una condizione persa a Jerez nel 2020 per una serie di decisione discutibili, di cui tra l’altro lo stesso Marc si prende ampia responsabilità. Gli ingredienti per raccontare una bella storia c’erano senz’altro, l’emozione dello spagnolo mentre pensa all’ipotesi di ritiro fotografa un ragazzo a cui stanno letteralmente strappando dalle mani un sogno. 

La possibilità di usare immagini dalla pista, dietro le quinte dal box e tanti momenti della vita privata di Marc erano altri ingredienti sulla carta molto efficaci, in grado insomma di confezionare un prodotto decisamente appetibile per gli appassionati ed anche per chi non ha mai seguito la MotoGP ma sarebbe potuto entrare in contatto con questo mondo. In Formula1 Drive to Survive di Netflix ha centrato l’obiettivo alla grande facendo letteralmente risorgere l’interesse del mondo verso la F1, in particolare in quegli Stati Uniti in cui la massima formula a quattro ruote è da sempre considerata la Nascar con qualche divagazione ad Indianapolis. 

Ma alla serie All In manca qualcosa, ed al contempo c’è decisamente troppo. Manca il pathos della storia, quella capacità di raccontare emozioni pure. Sono belle le immagini di Marc in famiglia, circondato dalle persone che ama. Ma è come se tutto fosse asettico e poco naturale. Manca un approfondimento tecnico sui problemi di guida di Marc con il braccio ruotato di oltre 30°. Si vede solo il chirurgo che l’ha operato mostrare una ricostruzione in 3d dell’omero, ottenuta tramite una copia speculare del braccio sinistro. 

Si vede bene la sofferenza di Marquez in tanti momenti della sua carriera, ed anche il braccio di ferro costruito con la Honda per ‘forzare’ i giapponesi a dargli una moto vincente, pena l’idea di andarsene. Però tutti questi temi sono trattati con superficialità, come se non fossero il vero centro della storia. Ci sono riferimenti dal passato, si vede Marc da ragazzino alle prime armi e la storia di come la sua famiglia l’abbia seguito in giro per i tracciati spagnoli. Ma non c’è traccia di quella purezza intravista ad esempio nel magnifico Undaunted che racconta Andrea Dovizioso al top della sua carriera. 

Il troppo che c’è è poi collegato all’inserimento forzato della storia riguardo Valentino Rossi ed i fatti di Phillip Island e Sepang poi. Non analizziamo torti e ragioni di quell’episodio avvenuto ormai quasi dieci anni fa, ma ci domandiamo che senso abbia parlarne ancora, soprattutto considerando che ormai Rossi si è ritirato e di certo non rappresenta un rivale per Marquez in pista. 

Di certo se devi produrre un documentario di cui sei protagonista e produttore, puoi prenderti il lusso di dire la tua senza colpo ferire, ma dimostri anche che quella ferita è in parte ancora aperta, una questione mai risolta nonostante sia passato moltissimo tempo ed il rivale si sia ritirato. 

La trama di All In segue il 2022 di Marc, e sarebbe stato bello finire il racconto con una vittoria a Valencia e non con la caduta che è avvenuta. Ma quasi ci si dimentica che Marc aveva già vinto al Sachsenring nel 2021. Se si parla anche di storia perché tagliare completamente quella fase della vita di Marc in cui sembrava che non fosse necessario sottoporsi ad un ulteriore intervento?

La cosa che ci è piaciuta di più del documentario è la presenza discreta di Alex. Un fratello che nella vita di Marc ha un ruolo fondamentale, che forse gli ha evitato di combinare qualche catastrofe in Indonesia nel 2022, quando le sue parole hanno convinto il fratello a fermarsi davanti al ripresentarsi della diplopia. Emerge la figura di quella che sembra essere una vera roccia al fianco di Marc, più giovane e forse meno dotato dal punto di vista del talento puro, ma carico di una saggezza che sarebbe propria di una persona più adulta. 

All In è tutta un’operazione tesa a creare contatto con il pubblico, ma provate a farlo vedere a qualcuno non appassionato di moto e vedrete che non reggerà i primi 20 minuti. Eppure la storia è magnifica, gli ingredienti sarebbe stati perfetti per un film spettacolare ed appassionante. Drive to Survive c’è riuscita. Anche MotoGP Unlimited è stata un flop (e non stiamo dicendo che All In lo sia, attenzione!) e restano di un livello completamente diverso Hitting The Apex e Fastest, due documentario magnifici con Stoner, Lorenzo, Rossi e Pedrosa al centro della storia. 

Parliamo spesso di ingredienti, ma il punto è che è forse mancato un ottimo cuoco, quello chef in grado di utilizzare sapientemente materie prima di qualità. Un peccato per la Fast Brothers, ovvero la casa di produzione di proprietà proprio dei fratelli Marquez. Fondata quando? A giugno del 2022, esattamente quando Emilio Alzamora è stato gentilmente messo alla porta per fare spazio ad un nuovo management che sembra stia leggermente sovraesponendo sopratutto Marc negli ultimi mesi. 

Da parte sua, Alzamora si è dimostrato per l’ennesima volta il grandissimo signore che è sempre stato, ha commentato in modo asciutto, pulito. Non c’è traccia di rancore nei suoi occhi, eppure chi scrive questo pezzo ricorda bene il volto di Alzamora quando l’ha incontrato a Valencia ed ha posto la domanda su quest’argomento. Come un padre che viene messo alla porta dal figlio dopo aver dato tutto per lui. 

Non ce ne voglia insomma la Fast Brothers, ma per noi All In è un’occasione mancata, una serie uscita nel momento giusto ma forse nel modo sbagliato. Poi magari i numeri ci smentiranno e sarà un successo senza precedenti su Amazon Prime, ma la sensazione è che le cose non siano destinate ad andare così. 

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