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SBK, Zambenedetti: “Spero che questa Ducati rinvii il ritiro di Bautista”

L'INTERVISTA - “Questa è la Panigale più vicina di sempre al modello di serie. Lo scorso anno Alvaro ha vinto il Mondiale non per i chili. Chiedere di zavorrare la Ducati era una richiesta dettata dalla frustrazione del risultato che aveva le gambe corte”

SBK: Zambenedetti: “Spero che questa Ducati rinvii il ritiro di Bautista”

Come già sapete, poco prima di partire per l’Australia abbiamo intercettato Marco Zambenedetti. L’ingegnere Ducati, impegnato a dirigere le operazioni nel Mondiale SBK per la Casa di Borgo Panigale, ci ha dedicato una lunga intervista toccando diversi temi.

Uno era il capitolo Petrucci (leggi QUI) , l’altro il confronto tra mondo MotoGP e Superbike (leggi QUI). Adesso pubblichiamo la parte conclusiva, dove Zambenedetti si sofferma esclusivamente sul discorso legato alle derivate di serie, dove la Rossa sta brillando grazie ad Alvaro Bautista.

In tutto ciò Ducati ha rilanciato, presentandosi ai blocchi di partenza di questo Mondiale con una Panigale V4 di ultima evoluzione.

Con questa moto Ducati ha voluto migliorare ulteriormente il prodotto, raccogliendo più informazioni possibili dal racing per poi trasferirli al modello di serie – ha esordito – il motore è stato rivisto nella rapportatura del cambio, così come la frazione e le mappe. Inoltre c’è una aerodinamica migliorata senza snaturarne il concetto”.

Possiamo quindi dire che è stato svolto un lavoro di continuità?
“Esatto! Si tratta quindi di una evoluzione e non di una rivoluzione. Il prodotto è quindi più performante, consentendo a noi del racing di avere una base più competitiva sulla quale lavorare. Penso infatti che questa Ducati sia più vicino al modello di serie rispetto alla versione 2019”.

Si dice spesso che la Panigale sia una MotoGP stradale.
“Di questo ne facciamo un vanto, dato che abbiamo utilizzato la Superbike per fare evoluzione, in modo da avere i due mondi sempre più vicini tra loro. La curva di erogazione è più rotonda e lineare a bassi regimi, inoltre c’è un guadagno di potenza massima, anche se contenuto, visto che non sono cambiati i giri/motore. Sul fronte della ciclista abbiamo invece proseguito il lavoro su forcellone e sospensione, abbinando il motore a uno scarico differente. Infine la nuova carenatura è più efficiente. A questo si aggiunge poi un miglioramento del raffreddamento, aiutandoci in condizioni più impegnative”.

Marco, quest’anno Alvaro va in scadenza di contratto. Sarà difficile trovare un nuovo Bautista per questa moto?
“Gli ho fatto una battuta ad Alvaro, dicendogli: “spero di arrivare a fine stagione con risultati del 2022 per convincerti a rinviare sempre più in là il ritiro”. Il nostro obiettivo è dare a Bautista una moto competitiva, che gli consenta di divertirsi e vincere. Lui sta facendo qualcosa di straordinario e vogliamo quindi proseguire su questa strada. A parte Bautista voglio però sottolineare le prestazioni di Rinaldi, capace di rivelarsi anche lui competitivo durante tutti questi test. Penso sia un bel segnale”.

Sul fronte regolamentare Kawasaki avrà gli stessi giri  motore dello scorso anno come Ducati. Cosa ne pensi?
“Dopo quanto accaduto nel 2020 è stato fatto un lavoro tra MSMA, FIM e Dorna per chiarire il concetto di modello di moto nuova e aggiornamento. A tal proposito noi non siamo riusciti a riavere i 250 giri perché non sono stati aggiornati tutti i componenti richiesti dal regolamento. Come ben sappiamo la Kawasaki ha presentato una nuova omologazione,  mostrando un’ottima prestazione a Portimao. Mi aspettavo qualcosa di più a Jerez, ma probabilmente hanno deciso di coprirsi, senza cercare il tempo”.

In tutto ciò Ducati non è stata zavorrata come si diceva durante la scorsa stagione.
“Capisco bene le difficoltà come il malumore di altre Case. Certe prestazioni non sono figlie solo del peso pilota, ma di molte altre cose. Di sicuro Alvaro non ha vinto il Mondiale per i suoi kg. Ritengo inoltre che le modifiche regolamentari richieste sull’onda di una frustrazione di risultati abbiano le gambe corte. Bisogna infatti cercare di guardare più lontano le cose, dato che è più facile produrre delle richieste dotate di buon senso senza essere indirizzate a penalizzare gli altri. Penso quindi che queste richieste erano dettate da frustrazione di risultati piuttosto che da una reale esigenza tecnica”

 


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