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MotoGP, Mir: “Honda è un tappa decisiva e confrontarsi con Marquez è complicato”

Joan pronto per la nuova sfida: “non so se sarò in grado di lottare per il podio fin dalle prime gare, ma farò del mio meglio perché non posso permettermi di non stare davanti”

MotoGP: Mir: “Honda è un tappa decisiva e confrontarsi con Marquez è complicato”

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“Glory”, gloria, ripete come un mantra la canzone scelta dalla Honda come sottofondo per il video di presentazione della RC213V 2023. La nuova moto chiamata a riscatta l’onore della Casa giapponese, nelle mani di Marc Marquez e Joan Mir. Dai vertici della squadra ai piloti, la posta in gioco è alta per ogni componente del team Repsol. In particolar modo per il 25enne nato a Palma di Maiorca, pronto a reinventarsi dopo l’addio della Suzuki e a dimostrare di avere la stoffa per tornare a lottare per il campionato.

Non posso permettermi di non essere davanti, perché è il mio obiettivo e quello della squadra ha affermato Joan a margine della presentazione. “La paura di fallire è sempre presente, non solo in questo team. Ma ho fiducia nelle mie capacità e in quelle della squadra, e credo che avremo una moto competitiva. Una volta che saremo al top, toccherà a noi gestirla. Ho fiducia in ciò che posso fare”.

La tensione non manca ma la pressione non spaventa il maiorchino, che vuole mettersi alle spalle le difficoltà dell’ultima stagione e tornare a calcare con assiduità quel podio che gli sfugge dal GP d’Aragona del 2021.  

È un nuovo capitolo della mia carriera. È la seconda tappa dal mio arrivo in MotoGP ed è super decisiva. Se non dovesse funzionare, dovremo ripensarci, ma credo di essere in un buon momento per affrontare questa sfida e non vedo l'ora di farlo - ha chiosato Mir - La pressione è qualcosa con cui un atleta deve sempre convivere. Essere in una squadra come questa aggiunge pressione, ma se hai quella mentalità vincente per cui sei tu stesso a metterti pressione l'esterno non ti condiziona. L'anno scorso mi è mancato avere quella pressione positiva che ti dà lottare per il campionato”.

Il Campione del Mondo 2020 è convinto dei suoi mezzi e di quelli della Honda, che ha lavorato duramente durante l’inverno per cercare di ridare competitività a una moto che ha messo in difficoltà lo stesso Marc Marquez.

“Non ho rilevato alcun problema di fiducia con il posteriore. Per me, ciò su cui dobbiamo lavorare è l'accelerazione. È uno dei nostri punti deboli e credo che possiamo migliorare molto, anche con l'elettronica. Ho bisogno di tempo per capirla meglio ed essere più veloce” ha spiegato l’iberico, che a Sepang ha continuato il suo percorso di adattamento alla sua nuova cavalcatura, chiudendo la tre giorni in 12esima piazza, a poco più di un decimo dal suo compagno di box.

“I test sono molto importanti, soprattutto perché abbiamo sempre meno tempo. A Portimao spero di poter continuare a evolvere come pilota e di continuare a capire questa moto. A Sepang abbiamo raggiunto un livello accettabile, ma in altri circuiti può cambiare - ha ammesso Joan - Le aspettative sono alte. Si vuole sempre essere il più veloci possibile. Non so se sarò in grado di lottare per il podio fin dalle prime gare, ma farò del mio meglio”.

Proprio il confronto con Marc Marquez sarà una delle più grandi sfide che si troverà ad affrontare il 25enne, chiamato a migliorare le prestazioni ottenute da Pol Espargaró e Alex Marquez, che in due non sono riusciti a superare i 113 punti messi a referto dall’otto volte iridato, conquistando rispettivamente con 56 e 50 punti iridati.

“Non mi sono fermato a pensare a cosa non ha funzionato con Pol o Alex - ha affermato il due volte iridato - Ogni pilota è diverso e questo non significa che sia migliore o peggiore. È chiaro che arrivare in una squadra con un compagno di team come Marquez è più complicato, ma è una sfida importante per me. Arrivo in un buon momento della mia carriera e vestire questi colori è sempre stato un sogno per me”.

Segnali incoraggianti, tuttavia sono arrivati già nei test invernali, in cui il maiorchino e il catalano hanno fornito alla squadra indicazioni concordanti.

“A Sepang la sfida era importante. Oltre a dovermi adattare a una moto diversa, dovevo anche dare delle linee guida per lo sviluppo. Il feedback che puoi dare non è reale al 100%, quindi ci siamo concentrati sull'ottenere dei buoni tempi sul giro - ha spiegato - Le linee guida che ho dato coincidono con i commenti di Marc e questo è molto importante, perché se quello che chiedi è diverso da quello che vuole il tuo compagno di squadra può creare un po' di confusione”.

Ad aumentare la fiducia del due volte iridato è poi la consapevolezza di lavorare con volti noti come Alex Rins e ken Kawauchi, nuovo direttore tecnico del team Repsol.

“Ognuno ha qualcosa di diverso da mettere sul tavolo e ho già lavorato con Ken. Ha un modo di lavorare molto metodico e strutturato e credo che possa portare delle cose interessanti. Ha portato al successo la Suzuki senza avere i mezzi della Honda ha chiosato il 25enne, che ha poi espresso la sua opinione sulla situazione che sta attraversando il campionato tra calo di ascolti, sviluppo aerodinamico l’introduzione del nuovo format con la gara sprint al sabato.

 “La questione Covid non ha aiutato gli ascolti. Ma il fatto che ora ci siano 12 piloti che possono vincere un Gran Premio rende più difficile avere degli eroi. Le ali rendono le moto un po' più ‘facili’ e questo aiuta più piloti a vincere - ha affermato - L’introduzione delle gare sprint cambierà un po' il focus del weekend. Finora il venerdì era un giorno per trovare il feeling, mentre ora diventerà un giorno in cui qualificarsi per la Q2. Non vedo l'ora, ma finché non lo proverò non saprò se mi piacerà”.

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