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MotoGP, Test 2023 VS Qualifiche 2022: ecco chi è salito e chi è sceso a Sepang

IL CONFRONTO IMPOSSIBILE - Solo 4 piloti sono peggiorati rispetto al GP: 2 guidano una Honda, uno una Yamaha e un'altro una Ducati, ma per la Rossa è l'eccezione che conferma la regola

MotoGP: Test 2023 VS Qualifiche 2022: ecco chi è salito e chi è sceso a Sepang

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I tre giorni di test a Sepang hanno dato qualche indicazione sui livelli in campo in questo 2023. Non bisogna prenderli come uno specchio fedele di quello che succederà nella stagione, ma come uno spunto per capire come potrà iniziare l’anno. La prima regola è che in un test non si dovrebbero guardare i tempi, perché è praticamente impossibile sapere con esattezza il lavoro svolto da ogni pilota, ma alla fine tutti la infrangono. Così, abbiamo deciso di spingerci ancora più in là e fare un ‘confronto impossibile’ fra i tempi realizzati dai piloti nei test e quelli nelle qualifiche dello scorso Gran Premio della Malesia.

Logicamente, è un paragone ‘al limite’ per tanti motivi. Le condizioni della pista, dopo 3 giorni di test sono ottimali in confronto a quelle che i piloti trovano in gara. Inoltre, nei giorni di prove, possono sfruttare le ore più fresche per l’attacco al cronometro, poi è diversa la tensione che si prova. In altre parole, le differenze sono tante, ma non di meno qualche indicazione interessante la si ricava.

Per prima cosa, nei test nessuno ha battuto il 1’57”790 fatto segnare da Jorge Martin ad ottobre, il pilota che ci è andato più vicino è stato Luca Marini, che si è fermato a 99 millesimi dal record della spagnolo. Quasi tutti, però, hanno migliorato i propri riferimenti, e quel ‘quasi’ lo mettiamo perché solo in 4 non ci sono riusciti.

Il primo è stato il già citato Martin, che è ‘peggiorato’ di 4 decimi abbondanti, ma qui stiamo parlando del recordman che si scontra contro se stesso e tutto sommato è poco indicativo questo distacco. Più interessante il fatto che 2 piloti su 4 fra quelli che non hanno ripetuto i tempi della qualifica siano guidino la Honda.

Per Marc Marquez (più lento di 0”212) è lo specchio delle tante prove fatte, che per sua stessa ammissione non gli hanno permesso di fare una vera e propria ‘simulazione di qualifica’. Senza contare che lo spagnolo era stato molto veloce nel sabato del GP, guadagnando la prima fila. I 3 decimi e mezzo che sono mancati a Rins, invece, sono probabilmente il segno che prendere le misure alla RC213V è un’operazione per nulla scontata. Meglio è andata a Mir, che invece è in vantaggio di 0”361 rispetto alla Suzuki, ma bisogna ricordare che nelle qualifiche Alex aveva staccato il 5° tempo (a 0”785 da Martin), mentre Joan l’11° (a 1”355), il che fa leggere sotto un’altra luce il miglioramento del maiorchino.

L’ultimo pilota a non avere migliorato è stato Morbidelli. A Sepang Franco aveva chiuso una buona qualifica con il 7° tempo, a contrario di Quartararo solo 12° (e abbondantemente sopra il 1’59”). A conti fatti, i due piloti Yamaha nel giro secco sono a meno di un decimo l’uno dall’altro e questo indica quel limite della M1 sul giro secco che hanno lamentato.

In casa Ducati, c’è un’indicazione forse scontata, ma sostenuta anche dai numeri: la GP22 è una moto molto competitiva ed equilibrata. I piloti che sono passati dalla GP21 alla Desmosedici con cui Bagnaia ha vinto il campionato sono migliorati: Di Giannantonio di quasi un secondo, Bezzecchi di più di un decimo (ma lui apriva la seconda fila nel GP, Fabio era 16°). Luca Marini, invece, ce l’aveva già, ma è riuscito trarne finalmente profitto, mentre per Alex Marquez è stata una cura miracolosa. Lo spagnolo è quello che è migliorato di più: di 1”623, praticamente un’eternità in MotoGP. Naturalmente la Ducati è una moto migliore della Honda, ma probabilmente conta anche il fattore psicologico di trovarsi finalmente dove vuole, mentre nel penultimo GP della stagione viveva ormai la condizione di separato in casa. Un po’ lo stesso discorso di Raul Fernandez, che passato dalla KTM all’Aprilia ha tolto 1”367 al suo riferimento.

Interessante è anche il tempo di Bagnaia, con la GP23. I quasi 9 decimi di miglioramento rispetto alle qualifiche del 2022 contano poco, perché in quell’occasione Pecco era stato lento per i suoi standard: 9° a quasi un secondo da Martin. Semmai, quel tempo mostra come la nuova Ducati sia già al livello (o quasi) della precedente e dopo appena 3 giorni di test non è scontato. Rimanendo nel team tutto rosso, il passo avanti di Bastianini è stato meno netto, ma lui partì 2° nel GP e ha fatto un salto di due anni passando dalla GP21 alla 23, senza contare che era il suo primo vero test nella squadra ufficiale e con un nuovo capotecnico.

Buoni i miglioramenti anche per i piloti Aprilia sulle nuove moto: più di 7 decimi per Vinales e più di 6 per Espargarò, ma qui la situazione è un po’ complicata da interpretare perché la RS-GP anche lo scorso anno era stata veloce nei test di Sepang (2ª con Aleix e 5ª con Maverick) per poi faticare molto nel fine settimana di gara. Quello che è certo è che Oliveria con la RS-GP (2022, la sua) ha fatto un bel passo avanti rispetto alla KTM (parliamo di quasi 9 decimi), moto che per altro aveva il suo tallone di Achille in qualifica.

Infatti non ha brillato nemmeno nei test, con Pol Espargarò (sulla RC16 marchiata GasGas) che è stato il più veloce, ma non è andato oltre al 3° tempo. Il miglioramento rispetto alla Honda è comunque netto (più di mezzo secondo). Anche Binder ha fatto qualcosa meglio che in qualifica, ma non era riuscito nemmeno a entrare in Q2 nel GP. Potrebbe infine stupire vedere Miller più veloce sulla KTM che sulla Ducati, ma anche qui c’è una ragione: Jack aveva avuto un sabato ‘no’, non riuscendo nemmeno a scendere sotto il 1’59” nelle Q1, quindi il miglioramento è tutto sommato irrilevante.

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