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FIA chiarisce la 'censura' con una guida per squadre e piloti in Formula 1

Non è tolta la libertà di espressione ai piloti ed alle squadre, ma durante alcuni momenti istituzionali sarà proibito esprimere idee politiche attraverso abbigliamento e gesti specifici. Saranno consentite risposte a domande dirette dei giornalisti

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Quando si è diffusa la voce che la FIA avrebbe voluto mettere un bavaglio ai piloti riguardo dichiarazioni, messaggi sui propri canali Social o manifestazioni di qualsiasi genere che infrangono il principio di neutralità della Formula 1 tutti hanno ovviamente gridato allo scandalo. In realtà questo codice di comportamento esiste dal 1970, in particolare nell'articolo numero 2 dello statuto.

Ma i tempi cambiano, all'epoca in cui fu scritto questo regolamento non esistevano i Social, la voce dei piloti era importante ma nessuno di loro aveva un megafono personale attraverso cui esercitare il proprio peso. Ayrton Senna lottava per il suo amato Brasile, ma non aveva i milioni di followers che invece hanno oggi Hamilton, Verstappen e Leclerc. Dunque la FIA ha deciso di stringere un pochino la corda attorno alla gola di chi aveva una voce potenzialmente troppo pericolosa ed un chiarimento era doveroso, sia nei confronti dei piloti e delle squadre, che nei confronti dei milioni di tifosi in tutto il mondo che seguono un campionato che sta spopolando negli ultimi anni conoscendo vette di notorietà mai toccate in passato. 

E' stato dunque diffuso ai team un documento chiamato "Guida al principio di neutralità (articolo 12.2.1.n del CSI)" che spiega nel dettaglio in che modo è stato aggiornato il Codice Sportivo Internazionale pubblicato al termine del 2022. Questo documento è stato letto dai colleghi di Motorsport.com che l'hanno analizzato spiegando nel dettaglio quali siano le libertà concesse ai piloti e quali siano invece i comportamenti che saranno puniti. In che modo sarà poi tutto da stabilire probabilmente e ci domandiamo proprio cosa accadrà nel momento in cui si cercherà di imporre a personalità tanto forti come quelle dei piloti un veto su taluni argomenti. 

Nel documento è ribadito che in alcune circostanze, ed in particolare durante il fine settimana di gara, si dovrà richiedere l'autorizzazione per poter affrontare certi argomenti e che tale richiesta dovrà pervernire ben 4 settimane prima dell'evento in questione. Come dire che se in un determinato Paese ospitante la Formula 1 dovesse avvenire un qualche sopruso in grado di diventare di pubblico dominio nei giorni immediatamente precedenti al GP, sarà impossibile per i piloti commentarlo attraverso messaggi sul casco, o sull'abbigliamento utilizzato ad esempio durante la lap parade. 

E' specificato che saranno valutate le richieste ed accettate eccezioni, ma la regola appare chiara. La FIA afferma che i piloti sono liberi di "esprimere le loro opinioni su qualsiasi questione politica, religiosa o personale prima, durante e dopo la Competizione Internazionale, nel loro spazio e al di fuori dell'ambito della Competizione Internazionale", come ad esempio sui social media e durante le interviste con i media, comprese le conferenze stampa della FIA.

Ma il chiarimento dell'articolo 12.2.1.n prosegue affermando che, oltre a non fare dichiarazioni particolari durante la sfilata dei piloti, le cerimonie dell'inno nazionale, le foto di gruppo dei piloti prima e dopo la stagione e il podio (compresi quindi i gesti visivi, come indossare un determinato capo di abbigliamento), "ai partecipanti non è consentito fare dichiarazioni politiche, religiose e/o personali in violazione del principio generale di neutralità durante le conferenze stampa della FIA (tranne che in risposta a domande dirette dei giornalisti accreditati)".

Paradossalmente saranno proprio i giornalisti accreditati dunque a poter porre sul tavolo questioni spinose ai piloti durante gli incontri con la stampa, sarà interessante poi capire chi avrà il coraggio di sfidare apertamente la FIA ponendo le suddette questioni. 

La FIA ha anche emesso una guida su ciò che costituisce espressioni "politiche", "religiose" o "personali", per quanto riguarda l'Articolo 12.2.1.n. Questo stabilisce che una violazione del regolamento sarà considerata avvenuta se: "La diffusione e l'esibizione di dichiarazioni o commenti politici, religiosi e personali violano in particolare il principio generale di neutralità promosso dalla FIA nel suo Statuto, a meno che non sia stato preventivamente approvato per iscritto dalla FIA per le gare internazionali, o dalla ASN competente per le gare nazionali nell'ambito della loro giurisdizione". I commissari di gara della F1 stabiliranno se si è verificata una violazione delle regole caso per caso.

Il chiarimento della FIA afferma che un esempio di dichiarazione politica che viola le regole è rappresentato da un pilota che non chiede l'autorizzazione a discutere "se rilascia dichiarazioni o commenti non approvati riguardanti qualsiasi governo locale, regionale o nazionale o qualsiasi suo dipartimento, ufficio o funzione".

Un esempio di tale violazione saranno dichiarazioni non approvate sulle religioni dei Paesi ospitanti "qualsiasi cosa critica o ostile alle credenze religiose o spirituali degli altri. Gesti religiosi privati e non provocatori, come indicare il cielo, non sono considerati dichiarazioni religiose vietate". Secondo la FIA "Era necessario fornire un documento di orientamento separato per facilitare l'attuazione dei principi di neutralità nelle diverse discipline motoristiche".

La palla adesso passa a piloti e team, nell'attesa di scoprire quanto decidano di esercitare la propria libertà sempre. D'altra parte lo sport ha fermato guerre, spartani e ateniesi si stringevano le mani ad Olimpia in nome dello sport. Un insegnamento che stiamo forse dimenticando. 

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