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SBK, Ducati, Kawasaki, Yamaha, Honda e BMW: le cinque rivali a confronto

L’ANALISI – La Panigale V4 è la Regina dello schieramento, mentre alle altre Case sembra mancare ancora qualcosa per colmare il gap. Ecco cosa serve per contrastare Bautista e la Rossa

SBK: Ducati, Kawasaki, Yamaha, Honda e BMW: le cinque rivali a confronto

Ducati, Kawasaki, Yamaha, Honda e BMW: sono queste le cinque Case che si presenteranno ai blocchi di partenza di questa stagione della Superbike. La moto da battere è senza dubbio la Rossa, che nell’ultima stagione ha fatto bottino pieno, vincendo tutto quello che c’era da vincere.

Un segnale non da poco quello che ha mandato la Casa di Borgo Panigale alla concorrenza, chiamata ora a colmare il gap. Cerchiamo quindi di capire nel dettaglio quelle che sono le forze in campo delle varie case, analizzando punti forti e deboli partendo ovviamente dalla moto campione in carica.

DUCATI: RENDERE PERFETTA UNA MOTO GIA’ PERFETTA   

Come detto la Regina è lei, ovvero la Ducati V4, una sorta di MotoGP stradale come definita più volte da Alvaro Bautista. Nella scorsa stagione, in sella alla Rossa, lo spagnolo ha mostrato quello che è il vero potenziale della belva tricolore, a tal punto da mettere le mani sul titolo iridato. Nonostante i risultati conseguiti, a Borgo Panigale non sono rimasti con le mani conserte, lanciando una nuova V4 per questo 2023.

Nessuna rivoluzione, semmai un’evoluzione con gli interventi più importanti a livello di motore, dove si è cercata di migliorare l’affidabilità, ma soprattutto l’erogazione con l’intento di rendere la Ducati meno nervosa in uscita di curva a bassi regimi. A quanto pare questa Panigale non sembra avere punti deboli.

YAMAHA: PIU’ SPINTA PER TOPRAK

Se in Ducati ci ha pensato Alvaro Bautista a tracciare la strada da seguire, in Yamaha è toccato a Toprak. Come ci disse lo scorso anno in un’intervista Garrett Gerloff, per essere forti con la R1 bisogna saperla guidare coma fa Razgatlioglu. Di sicuro l’ex campione del mondo ha saputo cucirsi la giapponese su misura, esaltando soprattutto la frenata per poi abbinarla alla fluidità di fluida.

Quello che però manca alla Yamaha è un motore più potente come sottolineato in diverse occasioni dal 54. La soluzione sarebbe quella di presentare una nuova omologazione, ma al momento in Giappone non sono dell’idea di lanciare nuovi prodotti di serie sul mercato. E allora bisogna fare ciò che si può con quello che si ha a disposizione. Sta di fatto che a Gerno di Lesmo hanno lavorato, sfoggiando un nuovo forcellone per migliorare l’accelerazione della R1.

Vedremo se questa novità, unita ad alcuni aggiornamenti di elettronica e link, basterà per consentire alla Yamaha quel passo avanti sperato.

HONDA: LA POTENZA E’ NULLA SENZA CONTROLLO

Era il 2019 quando HRC decise di entrare in Superbike per sostenere il progetto Honda nelle derivate di serie. Ad oggi però il piatto piange, considerando che la Casa dell’Ala Dorata non ha vinto nemmeno una gara nella classe regina. Da questa stagione però Honda gode della superconcessioni e le novità non sono mancate sulla CBR 1000 RR-R. La prima è un telaio allungato a cui segue un nuovo forcellone, così come le nuove pinze alettata portate da Nissin.

Questa Honda ha certamente un motore potente, tanto da essere la più veloce dello schieramento, ma la potenza bisogna poi riuscire a metterla a terra, senza andare a stressare troppo le gomme e cercando di rendere la moto meno fisica e nervosa. Proprio questi sono gli aspetti su cui HRC si sta concentrando per riuscire a rincorrere quel successo che ancora manca.

BMW: CAMBIARE TUTTO PER NON CAMBIARE NULLA

Ci sarebbe quasi da scomodare Tomasi di Lampedusa e il suo Gattopardo per descrivere quella che è l’attuale situazione in BMW. La nuova M 1000 RR sembra quasi essere una sorta di MotoGP più che una Superbike, ma a quanto pare nulla è cambiato rispetto allo scorso anno, tanto che Redding ha dichiarato: “A BMW interessa più vendere che vincere” per poi rincarare: “E’ come quando lavi una moto da cross e poi torna sempre la stessa”.

Sta di fatto che la nuova moto è migliorata in quanto a guida, riscontrando maggiore fluidità. Il problema è che gli interventi a livello di aerodinamica hanno penalizzato non poco le prestazioni del motore, faticando a tenere il passo della concorrenza.  

C’è poi da capire il motivo per cui la Casa di Monaco sia ancora l’unica dello schieramento ad utilizzare una centralina Bosch rispetto a Magneti Marelli. Motivi commerciali, che non sembrano però soddisfare i suoi alfieri.

KAWASAKI: VERDE SENZA TEMPO A CACCIA DEL RISCATTO

La moto la conosciamo bene! A parte qualche piccola novità ed evoluzione presentata di anno in anno, la ZX-10RR è sempre lei da ormai quasi dieci stagioni a questa parte. Una cosa comunque è certa: con la giapponese Johnny Rea vuole riprendersi quel titolo che manca da ormai due anni e per farlo vuole andare oltre i limiti emersi nel corso dell’ultima stagione.

In Giapponese hanno quindi lavorato su telaio ed elettronica a tal punto che pare sia prevista una nuova omologazione per il via del Campionato con addirittura 500 giri in più rispetto al passato, arrivando quindi a 15.100 giri/min.

La moto per il Cannibale non ha segreti, bisogna però capire se gli sforzi compiuti durante la pausa invernale, specialmente a livello di prestazione di motore, gli consentiranno per colmare quel gap che ormai dura da troppo tempo.

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