Tu sei qui

MotoGP, Dopo Sepang: Ducati re dei test, Aprilia regina, gli altri fanno i sudditi

Le moto italiane sono state le indiscusse protagoniste delle prime prove dell'anno: Yamaha ha perso lo smalto nel giro secco, Honda cerca la strada, KTM deve risolvere il puzzle

MotoGP: Dopo Sepang: Ducati re dei test, Aprilia regina, gli altri fanno i sudditi

‘Italians do it better’, se si parla di moto non si può che dire di sì. Andati in archivio i primi 3 giorni di test a Sepang, sono state le Case italiane a partire a testa alta dalla Malesia. Ducati su tutte, ma anche Aprilia, con il resto dei costruttori a inseguire, tanto sulla lista nei tempi che le loro innovazioni tecnologiche.

Una rondine non fa primavera e una manciata di giorni di prove non decidono una stagione, ma partire con il piede giusto è utile e mai scontato e gli uomini di Borgo Panigale e di Noale lo hanno fatto. Un avvertimento per gli avversari che devono riuscire a mettersi in pari potendo contare su un mese scarso per lavorare a casa e altri due giorni di test a Portimao (l’11 e il 12 di marzo) prima del via.

Intanto, analizziamo moto per moto cosa ci hanno detto i test di Sepang.

Ducati: quando il buon giorno si vede dal mattino

Che la GP22 fosse il riferimento della categoria si sapeva già e infatti prima Bezzecchi e poi Marini hanno dimostrato quanto sia ancora veloce. A completare la tripletta ci ha pensato Martin nel secondo giorno, in modo da non avere dubbi su quale moto comandasse in pista. Anche Di Giannantonio si è messo in mostra e Alex Marquez si è dimenticato ben presto della Honda grazie alla cura di Borgo Panigale.

L’importante, però, era vedere come si comportasse la nuova moto. Il secondo tempo e le parole di Bagnaia dimostrano che la GP23 è già ai livelli della moto dello scorso anno e che, soprattutto, ha ancora margine di crescita. Non era scontato e nel box ufficiale è servito un po’ di lavoro nell’ultimo giorno per ottenere il risultato. Pecco, da campione del mondo, ha preso le redini dello sviluppo e con Dall’Igna e i suoi uomini ha messo a posto le cose. Inoltre, la collaborazione con Bastianini sta andando a gonfie vele e, fra tutte le moto viste, la nuova Ducati sembrerebbe l’unica già pronta se la prima gara si corresse domani. 

Gli errori di inizio 2022 sono serviti da lezione e probabilmente a Portimao ci saranno altre novità.

Aprilia: vento di novità per raggiungere la vetta

A Noale stanno schiacciando il piede sull’acceleratore, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo aerodinamico. Le novità sulla RS-GP sono state tante e i piloti attendono anche un’altra evoluzione di motore per i prossimi test. Anche così, l’Aprilia si sta facendo valere. 

Vinales e Aleix Espargarò si sono fatti vedere costantemente nelle prime posizioni, Oliveira (sulla moto dello scorso anno) ha mostrato qualche guizzo e Raul Fernandez è sembrato divertirsi in sella alla moto italiana.

Nelle sua prima stagione senza concessioni e con un team satellite, a Noale dovranno dimostrare di sapere fare bene i compiti a casa per brillare in pista. L’inizio è promettente, con l’obiettivo di riuscire ad avvicinare ancora la Ducati.

Yamaha: tante novità, ma il cronometro raffredda l'entusiamo

Fino al pomeriggio dell’ultimo giorno, le facce nel box Yamaha erano sorridenti. Finalmente le novità non mancavano, il motore si stava facendo valere e i tempi non erano male. Poi la prova del time attack, il giro secco, e sono arrivati in dolori. Perché la M1 2023 sembra avere rivelato un punto debole non da poco.

Mi sembrava di andare veloce, poi ho guardato il cronometro e non era così” la sconsolata spiegazione di Quartararo. Domenica pomeriggio, in configurazione da qualifica, la differenza tra il miglior tempo di Fabio e quello di Morbidelli è stato di 43 millesimi, 19ª e 20ª le loro posizioni, segno che entrambi i piloti si sono scontrati con un limite della moto.

Qual è? Il problema è che non hanno risposte e gli ingegneri dovranno trovarle in fretta. Anche perché la qualifica quest’anno varrà per due gare: la Sprint Race del sabato e quella standard della domenica. 

Un peccato, perché per il resto la Yamaha sembrava essere un netto passo in avanti rispetto a quella 2022.

KTM: la RC16 è un rompicapo ancora senza soluzione

Dalla nuova RC16 ci si aspettava di più. Nello Shakedown Pedrosa aveva fatto intravedere un buon potenziale, ma quando sono arrivati i piloti sembrava scomparso. La nuova KTM ha tante novità e il problema sembra essere quello di mettere al posto giusto tutte le tessere del mosaico.

A Sepang i piloti non ci sono riusciti e sono rimasti al centro della classifica (Pol Espargarò 13°, Binder 14°, Miller 18°). Eppure la sensazione è la RC16 non sia così lenta, ma che serva ancora molto lavoro per farla funzionare.

Avere cambiato 3 piloti su 4 è stato un rischio, anche perché Jack ha bisogno di tempo per abituarsi alla nuova moto e Augusto Fernandez è un debuttante. Sul lungo periodo potrebbe pagare, ma a Portimao bisognerà fare gli straordinari per trovare il bandolo della matassa.

Honda: tante prove e pochi risultati, Marquez fa il collaudatore

Pensare che nell’inverno i tecnici HRC avessero trasformato il brutto anatroccolo in cigno sarebbe stato ingenuo, ma la Honda non è uscita bene da questi test. Lasciando stare le speranzose dichiarazioni di Mir e Rins non confermate dalle prestazioni e i test di Nakagami ancora non in perfette condizioni fisiche dopo le tante operazioni alla mano, bisogna concentrarsi su Marquez.

Il quale aveva tante moto nei box che, però, alla fine dei conti sembravano molto - forse troppo - uguali a quella che avevamo già visto a Valencia. Marc un tempo lo piazza sempre (il 10°, cioè il migliore di quelli che non guidano una moto italiana) ma il suo è stato un lavoro da collaudatore. Ken Kawauchi, il nuovo Technical Manager arrivato da Suzuki, vuole capire cosa c’è di sbagliato e per riuscirci ha fatto provare allo spagnolo qualsiasi cosa, anche una moto senza appendici aerodinamiche.

È comprensibile, per uscire dall’impasse bisogna trovare punti fermi, una base su cui costruire e al momento non sembrano esserci. La sensazione è che si stia lavorando più per il 2024 che per il 2023, con la speranza di riuscire a trovare la quadra durante la stagione.

La buona notizia è che le condizioni fisiche di Marquez sono buone, lui per il momento fa buon viso a cattivo gioco e poi si vedrà. L’impressione è che la strada sia ancora lunga e in salita.


Articoli che potrebbero interessarti