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SBK, Camier: "Le superconcessioni non faranno di noi un contendente al titolo"

“In SBK è difficile guadagnare terreno velocemente, ma abbiamo fiducia nei nostri progressi. Nelle giuste condizioni potremo vincere, ma non saranno le superconcessioni a fare a differenza”      

SBK: Camier: "Le superconcessioni non faranno di noi un contendente al titolo"

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Con lo scoppio della pandemia, il ritorno della Honda nel Mondiale Superbike non si è rivelato dei più semplici, ma il costruttore giapponese è convinto di aver imboccato la strada per arrivare al vertice del campionato. Proprio questo è l’obiettivo che si pone la squadra diretta da Leon Camier, che alla vigilia della nuova stagione guarda con fiducia ai progressi compiuti e ai risultati da raggiungere, nel più breve tempo possibile.

“Abbiamo un anno di esperienza alle spalle e credo che Lecuona e Vierge abbiano fatto un lavoro fenomenale la scorsa stagione nell’adattarsi alla moto, al campionato e alle gare in più. La SBK è molto diversa da ciò a cui erano abituati. Il nostro progetto è quello di migliorare e lo stiamo facendo passo per passo - ha affermato l’ex pilota a margine della presentazione della squadra -  Il nostro obiettivo è quello di vincere il campionato, ma sappiamo che i lavori sono ancora in corso. Entrambi i nostri piloti hanno fatto un buon lavoro, quindi la nostra intenzione iniziale è quella di ripartire da quello che abbiamo fatto l’anno scorso. La scorsa stagione 5 o 6 circuiti erano nuovi per loro, mentre adesso potranno iniziare a prepararsi per le gare direttamente dalle FP1 e questo dovrebbe aiutarci ad arrivare ancora più preparati rispetto al 2022”.

Per vincere ancora il titolo in SBK a Yamaha sono serviti 6 anni e a Ducati 11. Cosa vi rende così fiduciosi di poter fare notevolmente meglio della scorsa stagione?
“Abbiamo una squadra molto forte, due giovani piloti che sappiamo poter vincere il titolo e la nostra moto sta sicuramente migliorando. Non sarà semplice e non è un campionato facile in cui fare progressi per via del regolamento molto rigido, che rende difficoltoso guadagnare velocemente terreno. Allo stesso tempo, però, l’obiettivo è quello di raggiungere il prima possibile la posizione che ci permetterà di lottare per il titolo e sono fiducioso che, prima o poi, ce la faremo. L’anno scorso abbiamo ottenuto una pole e un terzo posto e quest’anno puntiamo ad affacciarci più spesso sul podio. Ovviamente vogliamo vincere, ma vedremo come andrà. In questi test abbiamo provato del nuovo materiale proveniente dal Giappone e crediamo di aver fatto dei progressi, ma ci servirà ancora un pochino di tempo per estrarre il massimo da ciò che abbiamo. Spero che in queste prime due gare riusciremo a capire meglio a che punto siamo. In Giappone hanno lavorato sodo dietro le quinte per darci una moto che possa essere competitiva”.

I cambi alla geometria concessi dalle superconcessioni saranno sufficienti per lottare con i primi?
“Le superconcessioni di cui disponiamo ci aiuteranno a migliorare, ma non credo saranno ciò che farà questa sostanziale differenza che ci permetterà di vincere, perché ci sono una serie di fattori che devono essere perfezionati. Come detto, siamo ancora un po’ acerbi e ci servirà un altro po’ di tempo per avere il pacchetto perfetto per lottare per il titolo, ma il nostro obiettivo è quello di fare un altro passo avanti quest’anno e continuare a migliorare la moto che abbiamo. Al giusto momento e nelle giuste condizioni penso che potremo vincere, ma non credo che le superconcessioni siano ciò che tutto d’un tratto fa di te un contendente al titolo, anche se ci permetteranno sicuramente di migliorare”.  

Su quali nuove parti avete lavorato?
“Rispetto all’anno scorso abbiamo apportato delle modifiche al carattere del motore e abbiamo lavorato sull’accelerazione, oltre che all’elettronica, che potrà aiutarci sulla distanza di gara. Dobbiamo lavorare ancora sulla forcella, ma abbiamo degli aggiornamenti previsti per la stagione. Niente di rivoluzionario, ma che potrà darci una mano a continuare sulla giusta direzione. Il nostro obiettivo è quello di accorciare ulteriormente le distanze e lottare con i primi e credo che nelle gare europee capiremo davvero qual è il nostro livello”.

Vista la tua esperienza con i team ufficiali, come ti trovi a lavorare con HRC?
“Siamo al 100% un team factory e abbiamo un sacco di tecnici Honda. Questo ha sicuramente dei lati positivi, ma allo stesso tempo ci sono anche alcuni aspetti che ci rallentano un po’ nello sviluppo. Normalmente, comunque, sappiamo che quando ci arriva qualcosa di nuovo è stato controllato metodicamente”. 

La Fireblade ha dimostrato di essere un’ottima moto nei campionati nazionali in configurazione stock. Credi che dovrebbe esserci una minor differenza nei regolamenti, per agevolare la transizione dai campionati nazionali al Mondiale?
“Sappiamo che la base della nuova moto è molto buona, ma la cosa difficile è che i costruttori che sono in questo campionato da molto tempo hanno anni di omologazioni e migliorie al pacchetto gara e sanno di cosa hanno bisogno con le gomme Pirelli. Per noi invece è un lavoro in corso. Dobbiamo capire come usare le Pirelli per andare veloci e in questi primi due anni in cui siamo tornati nel campionato non ci sono stati grossissimi sviluppi per via del Covid. In altri campionati, dove i regolamenti sono più standard, le squadre che usano la moto da molto tempo sanno di cosa hanno bisogno, mentre noi siamo una squadra giovane, un costruttore ancora giovane nel campionato, ed è per questo che abbiamo ancora bisogno di tempo per lottare per il titolo. Se guardiamo la strategia Honda e il rischio che si è presa con due piloti giovani, senza esperienza in SBK, sono la dimostrazione che con le persone giuste possiamo comunque ottenere subito dei buoni risultati. E man mano che la moto e la squadra migliorano possiamo continuare a fare progressi. Credo che la base della nostra moto sia davvero competitiva. Il motore è potente e abbiamo una buona velocità in quasi tutti i circuiti, anche se non riusciamo a ottenere i tempi. Dobbiamo continuare a lavorare e questo è uno degli aspetto in cui dobbiamo migliorare”.

Penso che l’arrivo di Eric Granado nel team Moriwaki possa aiutarvi con lo sviluppo?
“Sarà sicuramente positivo per noi, soprattutto quando la Pirelli porterà delle nuove gomme di sviluppo che non abbiamo il tempo di provare, ma allo stesso tempo abbiamo due piloti che sanno la direzione in cui vogliono andare e di cosa hanno bisogno dalla moto. Il nostro obiettivo primario è quindi quello di assecondare le richieste dei nostri piloti. Sappiamo i nostri punti forti, quelli deboli e dove dobbiamo lavorare”. 

La BMW sarà il vostro principale rivale nel 2023?
“È difficile capire dove siamo in questo momento. Abbiamo diversi nuovi elementi che abbiamo provato a Jerez e su cui ci siamo ci siamo concentrati a Portimao, per capirne il funzionamento, ma capiremo il nostro livello soltanto dopo le prime gare. La BMW ha ottenuto l’omologazione della nuova moto, ma nei test non sono sembrati particolarmente forti. Al momento è difficile farsi un quadro preciso, ma abbiamo fiducia nei nostri progressi e vedremo se ci permetteranno di lottare per il podio o le vittorie. Nei test, comunque, siamo sembrati più forti e davanti alla BMW, ma sarà tutto più chiaro nelle prime gare”.

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