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MotoGP, Morbidelli: "Nel time attack la M1 non funziona con gomme nuove"

"Dobbiamo capire il motivo, in assetto da gara invece siamo più forti. Devo guidare in modo più aggressivo e sto cercando di adattare il mio approccio alla pratica. Se si vuole diventare campioni del mondo è necessario adeguarsi alle caratteristiche del mezzo che si dispone"

MotoGP: Morbidelli:

Le Ducati continuano a fare la voce grossa al Sepang International Circuit, ma tra la concorrenza si respira aria nuova all'interno dei box. In particolar modo in quello Yamaha. La casa di Iwata non è rimasta a guardare e, oltre a Fabio Quartararo, in questi primi test ufficiali del 2023 anche il compagno di squadra Franco Morbidelli ha potuto mettere alla prova il lavoro svolto in fabbrica.

Le sensazioni sono più che buone e il romano di Tavullia si dice soddisfatto di aver visto esaudito le proprie richieste, su tutte quelle inerenti la potenza e la velocità di punta, vero tallone d'Achille della M1. Le prime risposte in tal senso sono positive, meno invece sul giro secco: Morbidelli è ventesimo al termine del day-3 a poco più di un secondo dalla vetta.

"Sono stati tre giorni davvero intensi, positivi nel loro insieme. Abbiamo provato numerose cose, il motore è più potente e di questo sono felice. L'unica nota stonata di oggi è il time attack - ha puntualizzato Morbidelli - purtroppo ho potuto fare soltanto un assalto al tempo perché dopo è iniziato a piovere, ma non penso che avrei potuto fare molto meglio".

Morbidelli analizza nel dettaglio la situazione.
"Semplicemente la moto in configurazione time attack non funziona con le gomme nuove, per noi era impossibile scendere sotto al muro del '59. Il cronometro non rispecchia il nostro reale potenziale, è frustrante. In assetto da gara invece siamo più forti. Colpa del motore? Aerodinamica? Dobbiamo capire".

Mentre sul fronte della guidabilità.
"Devo guidare in modo più aggressivo e sto cercando di adattare il mio approccio alla pratica. Il DNA della moto è cambiato rispetto al recente passato. Se si vuole diventare campioni del mondo è necessario adeguarsi alle caratteristiche del mezzo di cui si dispone. Forse sarò ottimista, ma credo che potremo essere competitivi sia nelle curve ad alta che bassa velocità".

Hai avuto modo di confrontarti con Quartararo?
"Avevo così tante cose da provare che Fabio lo avrò visto giusto una ventina di secondi, sono stati tre giorni di apnea. Pensate che il primo giorno ho messo la sveglia presto, mi sono presentato in autodromo alle 9 e sono entrato in pista alle 10. Abbiamo cercato di evitare la pioggia anticipando il programma di lavoro, ma non è bastato perché si è palesata lo stesso. Nel pomeriggio abbiamo voluto sfruttare ogni minuto a disposizione sul bagnato. Poi tra briefing e analisi varie, sono tornato in albergo alle 23. Mi sono fatto la doccia e ho guardato un po' Sanremo (ride, ndr). A mezzanotte e mezzo sono andato a letto e la mattina dopo di nuovo in paletta alle 8. Questo solo per farvi capire quanto siamo stati indaffarati".


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