Era una giornata come le altre quella di Antonio Supino, caduto dal monopattino e morto all’alba dello scorso 9 novembre mentre consegnava giornali. E' accaduto in via Anapo, al quartiere Trieste, a Roma. Il motivo dell'incidente? "Una profonda ed estesa depressione del manto stradale posta sul lato sinistro della corsia di marcia", una buca che ha provocato "una turbativa" al movimento del monopattino, due ruote, tra l'altro, rubato appena dopo il sinistro. Supino, "perdeva il controllo del monopattino cadendo rovinosamente".
Qui sopra, riportiamo le parole del consulente della Procura, l'Ingegner Andrea Gozzi, tecnico che ha avvalorato la tesi del legale della famiglia Supino, Alberto Bonu. A Roma capita anche questo, morire per un incidente. Sì, per una dannata buca! Incaricato dal pm Alberto Galanti, che ora riferisce al nuovo magistrato titolare dell’indagine Vincenzo Barba, il tecnico ha così commentato: "date le dimensioni della depressione del manto stradale, l’ampiezza e la profondità, rispetto alle caratteristiche del mezzo, questa ha inesorabilmente compromesso la marcia del monopattino". Certo, le ruote così piccole di un monopattino, poco possono. Ma le buche, in strada, non ci devono essere. Questa non deve essere una giustificazione!
L'avvocato spiega che "la settimana scorsa ho presentato una denuncia contro ignoti a nome della vedova di Supino, chiedendo di identificare tutte le persone incaricate della manutenzione di quella strada, dai tecnici del II Municipio, a quelli del Simu del Comune alla ditta che aveva eseguito i lavori di copertura precedenti (la buca esiste addirittura dal 2011). Penso che ora sarà difficile archiviare questa inchiesta". Pare inoltre che Supino stesse tenendo la sinistra. Questo perché aveva visto avvallamenti sulla strada, oltre al fatto che c'erano delle auto parcheggiate al posto degli scooter, su posteggi a quest'ultimi riservati. Purtroppo, morire per una buca, a Roma, non è una novità...