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MotoGP, Aprilia RS Cube 2005: la regina che non ballò mai

L'affascinante storia dell'Aprilia RS Cube destinata a correre nel 2005, che avrebbe rappresentato un netto passo in avanti per la Casa di Noale alla prima esperienza tra i prototipi a quattro tempi

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Ci sono moto che hanno scritto pagine importanti della storia del motociclismo pur non avendo mai vinto una gara o un titolo mondiale. Una di queste è senza dubbio l'Aprilia RS Cube, il prototipo schierato in pista dalla Casa di Noale nel 2002 quando nacque la MotoGP soppiantando le mitiche 500. In Aprilia all'epoca il dominio in 125 e 250 era una prassi più che consolidata e l'avventura in 500 prima con Reggiani, poi con Romboni e Harada, non aveva regalato enormi soddisfazioni ma di certo aveva permesso alla Casa italiana di sfidare i colossi giapponesi sul loro terreno di caccia preferito. 

Quando fu annunciata la nascita della categoria MotoGP, Ivano Beggio decise che Aprilia doveva esserci, doveva recitare sullo stesso palcoscenico di Honda, Yamaha, Suzuki. La categoria era troppo affascinante per non scendere in campo, ma a Noale all'epoca non c'era un vero e proprio know how che consentisse di progettare e costruire un motore da zero e pensare di essere competitivi in modo adeguato subito. 

Da qui la folle idea di prendere un motore pensato per la Formula 1, in particolare il Cosworth 8 cilindri, e tagliare di netto una bancata per ottenere un 3 cilindri che potesse garantire una potenza specifica elevatissima. All'epoca non c'era una direzione precisa per i motoristi, Honda schierò in pista la poderosa RC211, la cinque cilindri plurititolata. Suzuki scelse il V4, Yamaha vitaminizzò il motore derivato dalla R7 che all'inizio non arrivava neanche a quota 900 cc. Un'operazione simile la fece la Kawasaki, partendo dalla base della ZX-7r.

Tanto per non rendere le cose facili, quel motore fu dotato di un sistema di richiamo pneumatico della valvole e del comando del gas ride by wire. Entrambe novità assolute per l'epoca, tecnologie che ovviamente richiedevano di fare tanta esperienza prima di essere gestite al meglio su una moto. Essendo il motore frutto di un prelievo di cuore vero e proprio, non aveva neanche la scatola del cambio integrata nel blocco motore, infatti basta osservare il motore smontato ed esposto in bella vosta nel Reparto Corse di Noale per rendersi conto di quanto fosse 'poco naturale' quella configurazione. 

Eppure la RS Cube impressionò subito per le sue doti di potenza assoluta, tanto che in molti la indicarono come la moto dotata della maggiore cavalleria in pista. Peccato che anche dal punto di vista dell'elettronica si fosse in una fase quasi primordiale, per cui non c'erano ancora hardware e software in grado di gestire al meglio quella potenza, che pur essendo elevatissima veniva servita sul piatto al pilota in un range di giri limitatissimo, ed ovviamente tutta in alto. 

Di problemi da superare ce n'erano insomma in abbondanza e Regis Laconi, che per primo portò in pista quella moto, fece il possibile e l'impossibile per tentare di essere veloce ed efficace, ma la sua era davvero una sfida molto complessa. Nel 2003 arrivarono Colin Edwards e Noriyuki Haga, ed anche per loro l'avvenura sulla Cube fu avara di soddisfazioni, ma a Noale si facevano dei passi in avanti, si imparava dagli errori e si costruiva un'enorme conoscenza tecnica. 

Nel 2004 in sella alla Cube finirono Shane Byrne e Jeremy McWilliams, anche loro faticarono parecchio, ma uno spiraglio si aprì all'orizzonte, perché a Noale non erano certoi stati fermi a guardare. Il motore fu completamente riprogettato, il cambio fu integrato nella struttura, i flussi interni completamente rivisitati come l'impianto di alimentazione e scarico. La moto destinata a correre nel 2005 rappresentava la prima vera MotoGP nata quasi completamente in Aprilia e nei test a fine anno non andò affatto male, convincendo tutti di essere sulla strada giusta. 

Ma il tempismo nella vita è tutto e nel 2004 si andava concretizzando il passaggio di Aprilia dalle mani di Ivano Beggio a quelle del Gruppo Piaggio, che decise di virare l'impegno verso la SBK facendo partire il progetto RSV4 ed accantonando, almeno per il momento, il sogno MotoGP. La storia ci ha insegnato che quella fu una scelta giusta, la RSV4 dominò in SBK prima con Biaggi e poi con Guintoli, scrivendo altre pagine magnifiche della storia di Aprilia. 

In questo video vi raccontiamo qualche chicca sulla RS Cube, che da un certo punto di vista fu una regina che non ballò mai. Splendida nel suo vestito nero carbonio, si trova all'ingresso del reparto progettazione di Noale. E' ancora bellissima, esattamente come oltre 18 anni fa e tutto quello che ha saputo insegnare ai tecnici di Noale è servito in seguito per porre le basi della crescita quasi inarrestabile del progetto MotoGP che oggi rappresenta una vera perla dopo un 2022 da sogno. 

Come dicevamo all'inizio di questo pezzo, siamo al cospetto di una moto che ha scritto la storia del motociclismo, pur non avendo vinto. Ma il seme della vittoria l'ha piantato lei. 

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