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SBK, Jonathan Rea: “Non ho bisogno di correre per il resto della mia vita”

“Se stessi tutti i giorni a casa con mia moglie divorzieremmo presto. Mi piace andare in moto e mi piace la competizione, ma sono ben protetto dal punto di vista finanziario e ho anche una bella vita lontano dalle corse”

SBK: Jonathan Rea: “Non ho bisogno di correre per il resto della mia vita”

Dopo aver perso gli ultimi due Mondiali contro Toprak Razgatlioglu e Alvaro Bautista, Jonathan Rea andrà a caccia del riscatto in questo 2023. Ma i progressi compiuti dalla ZX-10RR, durante l’inverno, basteranno al sei volte iridato per mettere le mani sul settimo titolo? Troppo presto per fare pronostici, ma quel che è certo è che per il nordirlandese non sarà semplice mettere in riga il turco e lo spagnolo, visto che i test pre-stagionali a Jerez sembrano aver confermato i valori del 2022, con Bautista imprendibile sul passo gara e Razgatlioglu primo degli inseguitori.

Come abbiamo visto lo scorso anno, la motivazione a Rea non manca. Ma, arrivato alla soglia dei 36 anni, è lecito iniziare a domandarsi fino a quando il Cannibale riuscirà a trovare gli stimoli per continuare. Soprattutto se la Kawasaki non dovesse dimostrarsi all’altezza di Ducati e Yamaha. 

“Non ho bisogno di correre per il resto della mia vita. Dal punto di vista finanziario sono ben protetto, e ho anche una bella vita lontano dalle gare - ha ammesso Rea parlando con i colleghi di Speedweek - Mi piace andare in moto e mi piace la competizione. Dipenderà anche dalle idee di Kawasaki. Dopodiché potrò pensare al ritiro”.

Rinnovato il contratto a fine luglio, il nordirlandese avrà tempo fino alla fine del 2024 per decidere il da farsi. Cominciando a valutare quali potrebbero essere le possibili opzioni sul suo tavolo.

“Parlerò con Kawasaki per sapere se ci sarà un ruolo per me nell'azienda dopo le corse. Come collaudatore, come ambasciatore, nella gestione della squadra, o altro. Se dovessi stare seduto sul divano con mia moglie tutto il giorno, tutti i giorni, presto divorzieremmo - ha chiosato Jonathan, manifestando l’intenzione di continuare il suo rapporto con la Casa di Akashi - Ho bisogno di avere qualcosa anche per me. Probabilmente mi servirà un anno dopo il ritiro per pensare al mio futuro. Forse andremo in Australia, non lo so”.

Del resto, dopo otto stagioni con Kawasaki e sei Mondiali, a Rea viene difficile immaginarsi con colori diversi dal nero e verde del costruttore giapponese. “Al momento non mi ci vedrei a correre per un altro marchio - ha confessato il nativo di Ballymena - La maggior parte dei bei ricordi della mia carriera sono legati ai tempi in Kawasaki. Il periodo passato con Honda mi ha sfiancato”.

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