Se ne va da Jerez con tanti pensieri per la testa Danilo Petrucci, che non ha ancora del tutto compreso come fare a sfruttare appieno il potenziale della Panigale V4R. Sebbene il ternano abbia chiuso in Top 10 anche la seconda giornata, tanti sono i nodi da sciogliere in vista di Portimao e del primo Round in Australia, fissato per fine febbraio.
“Ieri mi ha sorpreso il fatto di aver trovato una buona confidenza subito nei primi giri, ma il problema è che giravamo sul passo dell’1’40”. Oggi bisognava girare un secondo in meno, che non era neanche male perché ho fatto anche 17-18 giri sul passo del 39 alto, ma poi, con gomme nuove, gli altri miglioravano di un secondo e io di due decimi - ha spiegato Danilo - Giro dopo giro sono riuscito a migliorare sul passo gara, ma non sono del tutto felice del feeling con gomma nuova. Ho girato in 39”5 con la SC0, e 39”3 con la SCQ, prendendomi un sacco di rischi, perché era come se stessi guidando un toro. Erano anni che non usavo questo tipo di gomma, quindi questo è un altro degli aspetti in cui devo migliorare”.
Un test a due facce per Petrux, che è riuscito a trarre alcuni insegnamenti importanti da questa seconda giornata in Andalusia.
“Sono comunque contento del passo, perché ho capito che devo forzare di meno per andare più veloce, ma non ho capito come fare a andare più forte, che nelle gare di moto è importante. Abbiamo provato a cambiare un po’ il set-up ed esplorare diverse strade, ma alla fine niente mi ha davvero permesso di capire bene la moto, perché il tempo deve arrivare subito quando monti la gomma nuova, mentre a me servono 4 o5 giri e così perdo tutta la performance - ha aggiunto il ternano - Secondo me dipende dal fatto che non abbiamo ancora un set-up di base perfetto, perché la moto ancora mi sorprende e a volte non mi permette di fare quello che vorrei. In particolare, fatichiamo molto con la trazione in accelerazione. La moto si muove molto e devo lottarci”.
Il 32enne prova a guardare il bicchiere mezzo pieno, ma è tanta la voglia di fare bene.
“Volevo stare più avanti, bruciare le tappe, ma al momento è presto anche perché non volevo fare grossi danni. Mi sono divertito, ma ancora mi rimane qualche dubbio. Non ho ancora la giusta fiducia in questo momento e non sono ancora perfettamente padrone della frenata. Non riesco a fare lo slide che voglio, perché la moto si muove molto, scivola molto in accelerazione e ho molti pompaggi. Comunque non siamo lontanissimi e abbiamo fatto una buona evoluzione. Ripartiremo da qui per Portimao - ha chiosato l’alfiere del team Barni - C’è tanto da fare e dobbiamo recuperare, ma d’altra parte non è che dobbiamo vincere alla prima gara. È chiaro che mi piacerebbe, vado giù apposta (ride), ma dobbiamo recuperare molto tempo. Oggi Aegerter è stato il migliore dei debuttanti fino a che non abbiamo montato le gomme extra morbide, fino a lì ero io il primo dei rookie. Chiaro che sono un debuttante un po’ speciale... Ho fatto un giro lungo per arrivare qua”.
Difficile prendere esempio da Bautista, per risolvere i problemi. Sia per la differenza fisica, che per i problemi in accelerazione riscontrati da Petrucci.
“Io e Bautista ci siamo incontrati per caso in bagno, ma non ci siamo parlati. Però è molto bello vedere i suoi dati e come usa la moto. Ce l’ha veramente in mano, si è impegnato molto. Ha dei set-up particolari. È molto, molto, forte e sfrutta bene le sue caratteristiche - ha raccontato il ducatista - Nell’economia del giro, perdo molto in accelerazione rispetto ad Alvaro, però vado bene come frenata, che uno dei miei punti forti. Entro in curva molto veloce e cerco di fare più percorrenza, perché non posso fare come lui stop&go. Devo partire più forte, ma così facendo non sono nella posizione giusta per accelerare. Devo cercare di mixare un po’ le due cose, ma non è facile perché ci sono 28kg di differenza tra me e lui. Ho un terzo di Bautista in più”.