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MotoGP, Miller: "Il primo quarto di stagione sarà cruciale per capire la KTM"

"Potrei essere il primo pilota a vincere una gara in MotoGP con tre moto diverse, è un mio obiettivo. La RC16 ha un gran potenziale, è relativamente facile da guidare e con tanta potenza"

MotoGP: Miller: "Il primo quarto di stagione sarà cruciale per capire la KTM"

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Per la sua prima volta con i colori KTM addosso, Jack Miller si è presentato con una lunga barba e il sorriso di chi ha sfruttato l’inverno per ricaricare le batterie, pronto ed emozionato per affrontare la nuova sfida. In MotoGP, cambiare moto non è mai semplice e questa è la terza volta che l’australiano lo fa, anche se conosceva già la Casa austriaca, con cui aveva corso ai tempi della Moto3.

I capi sono gli stessi e poi ho ritrovato Francesco Guidotti e ho portato con me Pippi (Cristhian Pupulin, il suo capotecnico, ndr), quindi non è tutto nuovo. Ho passato un paio di giorni in azienda ed è stato belle vedere come è cambiata e cresciuta” dice Jack.

A tanti piloti è costato tempo adattarsi ad una nuova moto, sei preoccupato?
Sinceramente so che non è una cosa facile, soprattutto ora che in MotoGP sono tutti veloci. Hai le tue abitudini e devi capire se puoi adattarle o devi cambiarle. Abbiamo visto cosa è successo a Vinales quando è passato all’Aprilia, ci ha messo tempo e secondo me migliorerà ancora quest’anno, però non voglio guardare agli altri piloti ma pensare solo a fare del mio meglio. In un mondo perfetto sarei pronto per la prima gara di Portimao, ho due test importanti e dovrò cercare di capire cosa serve alla KTM. Come ho detto, non siamo in un mondo perfetto e quindi credo che il primo quarto di stagione sarà cruciale per me”.

Quali erano state le tue prime impressioni sulla RC16 nei test di Valencia?
Fare un test dopo un GP è sempre particolare perché la pista è in condizioni perfette, molto gommata, quindi aspetto con ansia di vedere cosa succederà a Sepang. Nonostante tutto, penso di avere capito molte cose in quella giornata e mi sono sentito a mio agio abbastanza velocemente. Ho pensato solo a guidare, a capire le mie sensazioni ed è stato un buon test. Non ho toccato nulla, solo liberato un po’ l’elettronica, non è venuto fuori un buon giro ma non è stato un problema. Quella giornata mi ha lasciato buone sensazioni e so che i ragazzi di KTM hanno lavorato molto nell’inverno seguendo anche le mie indicazioni”.

Quanto è diversa la KTM dalla Ducati? Ci sono tanti uomini di Borgo Panigale ora a Mattinghofen.
Logicamente lo è, ma è stata una mia decisione cambiare e sono contento di affrontare una nuova sfida. Lavorare ancora con Sterlacchini e Guidotti mi fa piacere, sono belle persone. Ho trovato una mentalità molto aperta e c’è un grande sostegno per questo progetto, sono onorate di farne parte. Tornando alla moto, la KTM ha punti deboli e forti e la gente arrivata da Ducati sa cosa è stato fatto là in passato, se ci sono problemi simili trovare una soluzione sarà più semplice, altrimenti... la troveranno comunque. Da quello che ho visto a Valencia, la moto ha un grande potenziale”.

Cosa ti ha stupito?
La sua consistenza, non voglio dire che è una moto facile, ma è stato relativamente semplice guidarla, inoltre ha tanta potenza. Per quanto riguarda la squadra, c’è tanta professionalità, sono tutti affamati”.

Cosa ti aspetti dai test di Sepang?
Come ho detto, non ho quasi toccato nulla sulla moto a Valencia, quindi i Malesia inizierò a farlo, ad adattare la moto a me stesso, a partire dalla posizione di guida. Bisognerà capire la direzione”.

Anche Pupulin, il tuo capotecnico, è nuovo in KTM: potrà essere un limite?
Avevamo già cambiato squadra insieme (da Pramac al team ufficiale Ducati, ndr) ed era riuscito ad adattarsi velocemente. Per un capotecnico, una delle cose più importanti è il lavoro con il responsabile dell’elettronica e nel 2018 ne avevo cambiati 2 nel giro di poche gare, quindi non è nulla di nuovo per Pippi. Certo, è un grande passo per lui lasciare Ducati dopo più di vent’anni, ma portarlo con me è stato un grande passo nella giusta direzione. Lui conosce la mia ‘lingua’, questo velocizzerà le cose”.

Pensi mai che potresti essere il primo pilota in MotoGP a potere vincere una gara con tre moto diverse?
Certo e farlo è un obiettivo. È già bello poterci provare, poi vedremo come andrà perché la MotoGP non è un gioco, sarà difficile riuscirci. Iniziare a pensare come stare nei primi 3, poi alla vittoria”.

Cosa pensi della Sprint Race?
Arrivare dal dirt track e dal cross, dove le gare sono più corte, potrebbe aiutarmi. Qui in Australia l’anno scorso ho fatto una gara in dirt track e mi ha fatto ricordare come succeda tutto più velocemente. Inoltre, staticamente sono sempre stato più forte nella prima parte di gara, quindi mi va bene. Penso sarà molto interessante per i tifosi, ma anche per noi piloti perché sarà un cambiamento importante ed è bello farne parte”.

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