Oggi si apre un giornale, si accende il TV, e la prima cosa di cui sentiamo parlare, è il caro carburanti, dovuto alle accise. Accise, queste maledette! Ma cosa sono? Perché ci sono? Quanto incidono su ogni litro di carburante? Quanto guadagna un distributore di benzina per ogni litro di carburante erogato? Cerchiamo di dare risposta ad un po' di queste domande, in attesa di uno sciopero dei benzinai che arriverà a breve, ed un Decreto Carburanti entrato in vigore stamattina.
Cosa sono le accise?
Scomodiamo la Treccani, per avere la risposta: "acciṡa s. f. [dal fr. accise, che è dal lat. mediev. accisia «imposta», der. di accīdĕre «tagliare» (cfr. taglia); v. anche assisa 2]. – Tributo indiretto a riscossione mediata che si applica a determinati beni (per es., carburanti, elettricità, alcolici, sigarette, fiammiferi) al momento della produzione o della vendita, e viene pagato dal produttore o dal commerciante trasferendone l’onere sul consumatore, cioè includendolo nel prezzo di vendita". Insomma, è una tassa, che viene applicata, in questo caso al carburante, che paghiamo ogni volta che acquistiamo un litro di benzina, o diesel che sia. Non può non essere pagata.
Perché ci sono?
Perché ci sono le tasse? Le accise ci sono, e vengono applicate al carburante per "coprire" determinate cose. Come si compongono le accise?
- 1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;
- 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
- 99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
- 75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
- 205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
- 22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
- 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
- 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
- 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
- da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
- 0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
- 0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
- 0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;
- 0,02 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012.
Parliamo di adeguamenti “temporanei”, ma a conti fatti, non sono mai state abolite.
Ue: la mappa dei rincari
Ora viene il bello: quanto incidono su ogni litro di carburante le accise? Dannatamente troppo! Soprattutto qui da noi in Italia, anche se, come vedremo, non siamo gli unici sfortunati noi cittadini italiani. Noi, così come i nostri cugini francesi, siamo i più tassati, nonché quelli che hanno subito una vera e propria impennata. La Commissione, nel bollettino europeo, parla di un aumento di Iva ed accise per il Lussemburgo, la Polonia e la Svezia. Italia e Portogallo, hanno aumentato "solo" le accise, mentre Austria e Lettonia hanno aumentato le altre imposte indirette. La Francia? Oltralpe hanno bloccato lo sconto sul prezzo al dettaglio, ed aumentato le accise per il gasolio.
Quanto incidono su ogni litro di carburante?
Entriamo ora più nel dettaglio, per scoprire davvero i prezzi in giro per l'Europa. Analizzando i dati, notermo come le differenze più consistenti, siano tra il listino prezzi del 9 gennaio e quello del 26 dicembre, ovvero l’ultimo dell'anno da poco chiuso. Guardando alla mappe della Commissione Ue, in tema prelievi fiscali su benzina e gasolio, notermo come la Francia applichi tasse rispettivamente per il 54% e il 49%. L'Italia? 58% e 51%. Dati che fanno riflettere, vista la media europea, rispettivamente di 50,7% e 42,1%.
Entriamo ancora più nel dettaglio. "Da Parigi", un litro di benzina era 1,65 euro ed uno di diesel 1,74. Ora siamo rispettivamente a 1,85 euro/litro e 1,89 euro/litro. Nel Bel Paese? Secondo i dati di Bruxelles si è passati da 1,62 euro/litro per la benzina e 1,69 per il gasolio, a 1,81 e 1,87. Se la "cava bene la Germania, dove la benzina è in leggero calo: da 1,74 a 1,71 euro/litro. Il diesel, aumenta appena di un centesimo, da 1,81 a 1,82. Più vivibile la Spagna, da 1,56 e 1,64 a 1,61 e 1,68 euro/litro.
Lituania ed Ungheria: parliamone...
Dobbiamo poi analizzare due casi particolari per l'Europa, la Lituania ed in particolare l'Ungheria. Iniziamo dalla prima. Le rilevazioni della benzina e del gasolio, vedono un "passaggio" da 1,49 e 1,65 di dicembre, a 1,48 e 1,64 nell’ultima osservazione. Prezzi davvero bassissimi! Passando al caso Ungheria, segnaliamo un aumento da 1,56 e 1,78 euro/litro a 1,65 e 1,81 euro/litro. Il Primo Ministro Viktor Orbán, nello scorso marzo, pensò di imporre un tetto ai prezzi di benzina e gasolio. Una manovra messa in atto, in un momento in cui l'Europa pensava al tetto massimo dei prezzi. Il risultato? Le auto con targa ungherese, pagavano il carburante ad un prezzo più basso, di appena 1,2 euro, contro quelle con targa esterna. una manovra che all'Ue ed al commissario Thierry Breton, non è andata giù. Quest'ultimo, infatti, inviò subito una lettera di richiamo. La risposta di Budapest? "No, noi andiamo avanti così". Peccato che dopo poco i serbatoi delle compagnie di benzina si siano svuotati. Compagnie chiuse, e Mol, come unica compagnia in piedi. Circa un mese fa, il Ministro ungherese ha dovuto fare retromarcia e bloccare la misura. Il risultato? Da 1,56 e 1,78 euro/litro di fine anno a 1,65 e 1,81 euro/litro allo scorso 9 gennaio. Va detto, in Ungheria, hanno avuto le palle, per provare qualcosa di diverso.
Poveri cittadini italiani
Torniamo nuovamente a guardarci gli affari nostri, ricordandoci che c'è chi sta peggio. I Paesi Bassi, hanno il record di accise più alte dell’Unione Europea, con 0,82 euro al litro. Noi ci lecchiamo le ferite, e siamo al secondo posto, con 0,73 euro al litro. Terzo gradino del podio per la Finlandia con 0,72 euro al litro.
I più "fortunati"? Ancora una volta l’Ungheria, con 0,34 euro al litro, seguita da Bulgaria e Polonia, entrambe a 0,36 euro al litro.
Quanto guadagna un distributore di benzina per ogni litro di carburante erogato?
Spesso diamo la colpa ai benzinai, ma siamo sicuri che sia davvero colpa loro? Facciamo un esempio: mettiamo cento euro nel nostro serbatoio. 60 euro, vanno nelle casse del nostro caro Stato. Gli altri 40? Principalmente, "finiscono" in tre differenti vie. In parte vanno a coprire il costo industriale del carburante. La seconda parte ripaga gli intermediari, i trasportatori ed i grossisti. Infine, in una piccolissima parte, sono il guadagno del gestore della pompa di benzina. Per capirci di più, prendiamo i dati del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, sempre con i dati del 9 gennaio. La media della verde, era di 1,812 euro al litro. Tra accise ed imposta, si toccano gli 1,054 euro al litro, di cui 0,326 per coprire l'Iva del 22%, e lo 0,728 euro al litro, per le accise che come abbiamo visto hanno oltre 80 anni di storia. Il distributore, "guadagna" dunque 75 centesimi al litro. Perché le virgolette? Perché deve ancora pagare il prezzo industriale della verde (siamo circa su un terzo del prezzo finale), il costo di stoccaggio, il trasporto, la distribuzione ed il guadagno dei vari intermediari. Cosa gli rimane? Circa un 10-12% del prezzo alla pompa, ovvero circa 18 centesimi al litro. Su questi, dovrà poi pagarci le tasse, visto che parliamo di lordo. Povera Italia...