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MotoGP, Quartararo: non correrò 20 anni per battere i record di Rossi e degli altri

Fabio a cuore aperto: "Correre è la mia passione, sono ancora giovane e punto a diventare una leggenda della MotoGP. Ma stabilire nuovi record non è importante per me, mi basta restare sempre al top"

MotoGP: Quartararo: non correrò 20 anni per battere i record di Rossi e degli altri

Il 2022 di Fabio Quartararo è iniziato alla grande, è proseguito bene ma è terminato malissimo. Tre fasi distinte, durante le quali il francese ha prima dominato, dimostrando di poter confermarsi campione in sella ad una Yamaha in netto debito di ossigeno nei confronti dei rivali. Dopo il dominio è giunta una fase interlocutoria, durante la quale ha perso lo slancio per poi giungere verso un finale di stagione molto complesso, coinciso con la rinascita ed il trionfo di Bagnaia con la Ducati. 

Una stagione dunque non semplice, che ha visto anche il francese scegliere di restare in Yamaha fino a tutto il 2024, forse anche in mancanza di alternative 'vere'. Un binomio che dunque andrà avanti, con la Casa di Iwata chiamata al compito di trovare i cavalli perduti con la M1 sottoposta alle cure di Marmorini, ingegnere ex Formula 1 giunto in Yamaha per rivitalizzare il 4 cilindri in linea, unico superspite in griglia di questo frazionamento. Quartararo ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi di Motorsport Magazin, di cui vi proponiamo un breve estratto. Il primo argomento riguarda le motivazioni di Fabio, quella molla che lo spinge a dare il massimo in pista. 

"Quello che amo di più delle corse sono le vittorie e le moto stesse - ha spiegato Quartararo - quindi quelli sarebbero probabilmente i primi due punti. Amo correre da quando ho iniziato a gareggiare all'età di quattro anni. Questo non è mai cambiato nel tempo e il passaggio tra classi diverse. Certo, la MotoGP è qualcosa di molto speciale, soprattutto se hai anche successo. Le corse sono la mia passione, ma in generale sono anche un ragazzo incredibilmente ambizioso in ogni ambito. Non importa se gioco alla Playstation o a carte, voglio sempre vincere. Fa solo parte della mia vita. Sono sempre in modalità competitiva".

Quartararo è ancora giovane, abbastanza da mettere nel mirino record importanti, ma questa non sembra essere una sua priorità. 
"Spero di non correre ancora tra 20 anni. Ma ovviamente è vero che sono ancora relativamente giovane. Alla fine voglio essere una leggenda di questo sport. Voglio che le persone mi ricordino come il ragazzo che non si è mai arreso ed è sempre stato in prima linea in MotoGP. Voglio vincere molte gare e, si spera, più titoli mondiali. Questo è il massimo che posso fare. Non è importante stabilire record, non devo batterne nessuno. Voglio essere al top, lottare per le migliori posizioni e vincere il più spesso possibile. Se stabilisco nuovi record non è importante per me".

Fabio adesso sta diventando una sorta di Marquez per la Honda, ovvero l'unico in grado di vincere con la sua moto. 
"Se dovessi diventare sei volte Campione del Mondo MotoGP come Marc con la Honda, allora potrei conviverci! Ma seriamente, è una situazione difficile. Gli altri piloti stanno faticando, ma per me la M1 è fondamentalmente una buona moto a cui mancano davvero accelerazione e potenza. Spingo sempre gli ingegneri giapponesi perché se riusciamo a eliminare quella debolezza, avremo la possibilità di lottare per la vittoria ogni fine settimana. Attualmente, spesso non è così".

La carriera di Quartararo è decollata nel 2019 con l'approdo in MotoGP, ma appena un anno prima la situazione era tutt'altro che rosea. 
"Non ho mai dubitato di me stesso o delle mie capacità. Nemmeno in Argentina nel 2018. In retrospettiva, potrebbe sembrare folle perché i miei risultati allora facevano schifo. Ma non ho mai avuto dubbi. Ho sempre avuto obiettivi chiari in mente, volevo lottare per il podio e vincere gare. Quattro gare dopo quel punto basso in Argentina, ho vinto il mio primo Gran Premio a Barcellona. È una storia folle, ma che può essere spiegata logicamente con il duro lavoro".

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