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Pompe di benzina: i gestori annunciano lo sciopero per il 25-26 gennaio

I benzinai proclamano uno scipero di due giorni "...Per porre fine a questa ondata di fango". Intanto i prezzi restano alti

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La nota della Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio è abbastanza chiara: "Per porre fine a questa ondata di fango contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio". Fanno, "giustamente", polemica i benzinai, accusati di alzare i prezzi in maniera illegittima.

Dal canto suo, Gilberto Pichetto (Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica N.d.R.), precisa: "è un loro legittimo diritto". Colpa del Governo Meloni? "Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina", ha dichiarato la presidente del Consiglio. "Gira un video del 2019 in cui io chiedevo di tagliare le accise sulla benzina. Sono ancora convinta che sarebbe ottima cosa tagliarle, ma dal 2019 ad oggi il mondo è cambiato, stiamo affrontando una situazione emergenziale che ci impone di fare alcune scelte", conclude la Meloni.

L'accisa: come si compone

Quando parliamo di accise, di cosa... parliamo? L’accisa è un’imposta fissa, che grava sulla quantità dei beni prodotti. L’elenco completo? 
- 1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;
- 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
- 99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
- 75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
- 205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
- 22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
- 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
- 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
- 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
- da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
- 0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
- 0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
- 0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;
- 0,02 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012. 
Parliamo di adeguamenti “temporanei”, ma a conti fatti, non sono mai state abolite.

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