Tu sei qui

MotoGP, Honda, per dare a Marquez una moto vincente non basta più copiare Ducati

Il problema è che la Honda non ha reagito velocemente al veloce cambiamento nella tecnologia impresso alla MotoGP dalla Ducati. Soprattutto l’aerodinamica. Sotto la spinta indignata di Marquez la Honda si è data una mossa e lo ha fatto nell’unico modo possibile: copiando

MotoGP: Honda, per dare a Marquez una moto vincente non basta più copiare Ducati

Share


Il calendario della MotoGP è definito. Sono 21 Gran Premi, incluse piste sconosciute come quella del Kazakhstan, il 9 luglio. Se si farà.

E’ un calendario folle, che parte in Portogallo, a Portimao il 26 marzo e la settimana successiva sposta il paddock a Termas de Rio Hondo, in Argentina.

Come se non bastasse ci sono tre flyaway pazzesche: Il GP dell’India il 24 settembre ed il successivo GP del Giappone a Motegi; poi seguono il GP dell’Indonesia il 15 ottobre con quello dell’Australia il 22 e la Thailandia il 29. Il Gran Finale è semplicemente terrificante perché si correrà a Sepang il 12 novembre ed in Qatar il 19 per chiudere la stagione il 26 novembre a Valencia. Probabilmente Michelin sarà costretta a portare pneumatici da neve, anche se lì il tempo può essere incredibilmente freddo oppure temperato.

Joan Mir a Valencia ha provato una novità alla volta, per evitare di non capirci più nulla

Il brutto, comunque, è che nel 2023 ci saranno pochissimi test: dal 5 al 7 febbraio lo shakedown in Malesia con i soli collaudatori ed i rookie (uno solo, Fernandez), quindi gli ufficiali scenderanno in pista a Sepang dal 10 al 12. Poi dall’11 al 12 marzo si proverà a Portimao, quindi il 1° maggio a Jerez, l’11 settembre a Misano.

Pochissimi giorni, dunque. Perché abbiamo ricordato questo calendario che definire folle e non solo impegnativo è importante?

La risposta è che le Case avranno pochissimo tempo per provare le novità, e se alcune case come la Ducati, forti di otto moto in pista e di una GP22 vincente dovranno solo affinare, la Honda attuale fanalino di coda della categoria si trova di fronte ad una sfida importante.

Marco Marquez lo ha detto subito dopo i test di Misano del 2022: “con questa moto il mondiale non si vince!”.

Il problema è che la RC213-V ha fatto progressi nel 2022 rispetto al 2021, ma ha perso competitività su alcuni, la maggior parte, dei circuiti.

Ancora Marquez: “il punto di forza della Ducati è che è veloce su qualsiasi pista. Nel passato non era così. Oggi per vincere il mondiale c’è bisogno di consistenza perché le differenze sono minime".

Forcellone in alluminio e aerodinamica migliorata su ispirazione Ducati nella parte bassa della carenatura

Ma di cosa parliamo, di quali problemi? La RC213-V, con l’introduzione di una nuova specifica di Michelin posteriore, con più grip, ha perso confidenza con l’anteriore. E’ ancora molto stabile in frenata, ma i piloti perdono tempo nella fase di ingresso, non riescono a sfruttare la percorrenza e la conseguenza è scarsa accelerazione in uscita.

Marquez riesce a sfruttare la moto al meglio in alcuni circuiti, come Phillip Island, dove non ci sono troppe frenate e bruschi cambiamenti di direzione, ma come si deve attaccare alla moto non riesce più a fare la differenza.

Il problema è che la Honda non ha reagito velocemente al veloce cambiamento nella tecnologia impresso alla MotoGP dalla Ducati. Soprattutto l’aerodinamica. Persino l’Aprilia ha reagito più prontamente e la spiegazione della Honda è che i suoi ingegneri si impegnano per portare in pista tecnologie che poi possono avere una ricaduta sulla produzione di serie.

Possono anche crederci, quando lo affermano, ma non si sa quale ricaduta possano avere sulla serie i freni in carbonio ed il cambio seamless. Per non parlare del fatto che bla MotoGP è un campionato di prototipi.

Marquez ha voluto provare tutto, ma il risultato non è stato all'altezza delle aspettative

Per questo motivo, sotto la spinta indignata di Marquez la Honda si è data una mossa e lo ha fatto nell’unico modo possibile: copiando. Nei test di Valencia, subito dopo l’ultimo GP si sono viste due carenature: una copiata dall’Aprilia, con un rigonfiamento ‘a cassapanca’ nella parte centrale ed una seconda con un canale di soffiaggio, ancorché di forma diversa dalle ‘orecchie’ Ducati. Per non parlare delle alette da Stegosauro sulla coda. Tanta roba, ma si sa quando si mette tanta carne al fuoco diventa poi difficile capire cosa funziona e cosa meno.

E’ il caso anche del forcellone posteriore Kalex in alluminio: a Marc è piaciuto, ma anche lui non ha trovato nulla di meglio per descriverlo di un comportamento leggermente diverso in derapata. Un po’ poco.

Il grande problema è che la Honda non ha ancora capito del tutto il comportamento della RC213-V 2022, profondamente diversa dalla 2021, e questo implica non conoscere quale direzione prendere per migliorarla. Anche perché nel frattempo il margine si è ristretto e da quest’anno entrerà anche in vigore la pressione massima ammessa per gli pneumatici, precedentemente solo provata. E sappiamo che passare da 1.9 all’anteriore a 2.0 comporta la quasi totale perdita di controllo dell’avantreno in ingresso.

Il problema della MotoGP attuale è questo: è molto, troppo critica e questo spiega perché Ducati al momento con 8 moto in pista sia avvantaggiata. Ha più dati da incrociare, quindi è capace di provare più soluzioni contemporaneamente.

Ormai la guida è cambiata, di molto, addirittura anche sulle Superbike: si potrebbe definire point-and-shot. Il forcellone in alluminio rispondeva a questa richiesta di Marquez: avere più grip meccanico. Ma è una lotta impari perché oggi il grip si ottiene studiando l’aerodinamica che, com’è noto, è assai più complicata di quella di una F.1 per via non solo del fatto che la moto piega in curva, ma anche perché il pilota, spostando il suo peso, è parte attiva del bilanciamento.

L’unica soluzione, al momento, è sfruttare l’enorme bacino di ingegneri fra HRC e R&D. E se la KTM sta lavorando con i tecnici della Red Bull in F.1, è tempo per la Honda di fare lo stesso e non limitarsi solo a copiare.

Pensateci: una MotoGP è un proiettile che viaggia nell’aria a velocità superiori a 350 Km/h, viaggia dunque compressa da un muro che si apre a fatica davanti a lei. Si tratta di controllare i flussi d’aria attorno, sopra e sotto la moto. Con il pilota ad influenzare il tutto con i suoi movimenti.

Manca un mese ai primi test a Sepang. Il campionato si giocherà in gran parte fra le prove malesi e quelle di Portimao. Dopo bisognerà solo adattarsi, dare gas, sapendo che oggi fra controlli elettronici e aerodinamica, il pilota non può più fare la differenza che faceva nel passato...e occhio perché nel 2023 con la Sprint Race ad ogni Gran Premio il tempo per la messa a punto diminuisce ed i problemi raddoppiano!

 

Articoli che potrebbero interessarti