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Internò alza bandiera bianca: “Tra serenità e tristezza, mi fermo qui”

Tiziano si arrende dopo aver tentato il rientro: “Volevo credere che ci fosse ancora una possibilità per tornare a sognare. Questa gara è complessa: può regalarti l’impossibile o toglierti tutto”

Dakar: Internò alza bandiera bianca: “Tra serenità e tristezza, mi fermo qui”

“Ci ho provato, stamattina sono ripartito in sella alla Piera per affrontare la quarta tappa di questa dannata quanto affascinante gara” inizia così il racconto di Tiziano Internò, raggiunto il bivacco. Dopo una brutta caduta nella prima prova dell’estenuante maratona nel deserto, il pilota e content creator lombardo ha tentato di giocarsi i due jolly a disposizione per rientrare in gara nella giornata di oggi, ma anima e corpo non sono andati di pari passo, costringendolo a lasciare la speciale.

Vestirsi e mettersi in sella è stata una delle sfide più difficili di questa Dakar, ma la realizzazione più pesante è stata vedere il fondo della speciale di oggi: sabbia bagnatissima, morbidissima: panna montata Parto insieme ad Alex Salvini che si dichiara mio ‘angelo custode’, ma dopo pochi km capiamo entrambi che il mio passo sfiora il ridicolo. Sono passivo, non ho forza nelle braccia e non riesco ad alzarmi in piedi - spiega l’alfiere del team Fantic - La speciale tremenda: erba di cammello, dune, sabbia pesantissima, canali di gelato al limone alti 50cm e le macchine che arrivano a dilaniare ancor più la pista dopo 40km. Guido seduto, incasso sulle spalle ogni buca passivamente, cado più di 30 volte inventandomi i modi più disparati per riuscire a rialzare la moto. Mi pianto senza forze nei canali profondissimi scavati da auto, SSV e camion… Sono ultimo? Inizio a sperare di esserlo! Sono lento, soffro, non mi diverto, ma godo di un paesaggio surreale, forse tra i più belli mai visti qui in Arabia. Colossali opere d’arte di pietra inserite, come se calate dall’alto, nella vastità del deserto”.

Tiziano stringe i denti cercando di andare avanti con ogni mezzo, fino a che la decisione di arrendersi non  si fa inevitabile: “Sul finale trovo Mike Wiedemann senza benzina… Faccio due conti, non ne ho tanta visto che ne ho già data parecchia ad un ufficialone pochi km prima, ma decido di provare. Smonto il serbatoio posteriore e travaso 4 litri nella moto numero #91 con il patto che mi ‘tiri’ fino alla neutralizzazione - continua Internò - Dopo più di 6 ore arrivo così in compagnia di Mike alla neutralizzazione dei 200km. Non sono stanco, ma deluso si. Capisco che non riuscirò mai a finire la speciale e che, anche se eludessi il volere dei commissari di gara che mi invitano a fermarmi, mi troverei con il buio ad affrontare 50km di dune con discese dichiarate molto pericolose. La decisione arriva in un misto tra serenità e tristezza: mi fermo qui”.

Tanta la delusione per questo amaro epilogo, ma il lombardo guarda già avanti: “Ho lavorato a questa Dakar 2023 dal primo giorno dopo il podio della scorsa edizione. Mi sono allenato con metodo, ho cercato di lavorare sui miei punti deboli, ho testato e provato la mia Fantic per più di 2 settimane nel deserto come mai fatto prima, ma non è bastato. Questa gara è complessa. Riesce a regalarti l’impossibile, se tutto si allinea correttamente, così come riesce a toglierti tutto se anche solo il minimo dettaglio va storto. Mi dispiace - confessa Tiziano - Volevo provarci, credere che ci fosse ancora una possibilità per tornare a sognare insieme nelle speciali di questo videogioco di avventura. Rinnovo le mie scuse e ti prometto che l’anno prossimo tornerò più calmo e più focalizzato, per salire insieme sul podio finale della Dakar 2024!”.

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