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Internò: “Serve un ‘equilibrio sottile’ per domare la Dakar”

A un passo dal ritiro dopo una caduta nella prima tappa, il pilota bresciano riflette sul suo incidente e sulla caduta che ha estromesso dalla gara Montanari: “Un singolo sasso, tra miliardi di altri sassi”

Dakar: Internò: “Serve un ‘equilibrio sottile’ per domare la Dakar”

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Il destino a volte è beffardo. Lo sa bene Tiziano Internò, la cui Dakar 2023 è iniziata con una caduta al 26° chilometro della prima tappa e che rischia di aver definitivamente compromesso l’avventura del pilota bresciano. Rimasto senza conoscenza per quasi un’ora, il pilota del team Fantic Racing ha deciso di riposarsi per un paio di giorni, sperando di riuscire a rientrare in gara nella quarta tappa di mercoledì 04 gennaio.

“Una spalla lussata, un sovraspinato lesionato dell’altra, una caviglia malconcia e botte dappertutto: questo il bilancio della prima giornata. Ritirato? Non voglio ancora pensarlo, provo a darmi 48 ore, giocando i due Jolly a disposizione, per poi provare a rientrare nella Tappa 4 - ha scritto Tiziano su Facebook dopo l’incidente - Che senso ha tutto questo? Nella buona e nella cattiva sorte continuo sempre e solo ad attribuirmi il 100% di responsabilità. Quel sasso nascosto sotto la sabbia lo ha messo il mio inconscio per insegnarmi qualcosa, per portarmi (o costringermi) a vedere la realtà da un’altra angolazione. Questa botta è una 'carezza' dell’Universo per aiutarmi a capire una nota che, a quanto pare, avevo mal interpretato. Ho messo cuore ed anima in questo progetto e vederlo sfumare così fa male… A te che leggi vanno quindi le mie più sentite scuse, con la promessa che il Team di Rally POV si sta già reinventando per portare avanti il racconto di questa dannata, ma affascinante gara”.

Fa male veder sfumare il proprio duro lavoro nel giro di un secondo. Proprio per questo, attraverso un altro post pubblicato quest’oggi, il bresciano ha voluto far sentire la sua vicinanza all’amico Tommaso Montanari, costretto al ritiro dopo essersi fratturato il femore nel corso della seconda tappa.

“Era il 12 Novembre 2020 quando ci incontrammo da Federico Giuliani a Foligno, in Umbria: io mi stavo apprestando a partire per la mia prima Dakar mentre lui non solo la sognava, ma l’aveva già tutta immaginata e disegnata. Tirò fuori una brochure di una ventina di pagine con un progetto di 3 anni per arrivare nelle migliori condizioni possibili alla Dakar 2023 - ha raccontato Internò - In quel momento, sarò sincero, mi sembrava esagerato programmare una gara a distanza di 3 anni. Ci avevo messo 1 anno io da ‘scappato di casa’, un pilota del suo talento poteva metterci molto meno, ma il sogno di Tommaso era diverso dal mio, era più colorato, più dettagliato, più ricco di particolari. Tommà voleva arrivare a questa Dakar per dimostrare di poter competere con i migliori piloti di Rally del Mondo, sebbene in quel momento non avesse mai letto un Roadbook”.

Un progetto portato avanti con caparbietà e cominciato sotto ai migliori auspici, ma che ha finito per scontrarsi contro una roccia in mezzo al deserto.

“Era focalizzato, era tenace, era sicuro che avrebbe trasformato in realtà il suo desiderio. Dopo anni di allenamenti, gare e vittorie, Tommaso ieri in gara c’era e stava dimostrando al mondo di poter essere là davanti a dar del filo da torcere ai più forti. Un singolo sasso, tra i miliardi di sassi colpiti delle sue ruote, ha deciso di fermare la sua corsa, almeno per quest’anno - ha aggiunto il lombardo - Sei stato per me un esempio di caparbietà e focalizzazione, ora rielabora i pensieri, le emozioni, i desideri e torna più forte di prima. Riuscire a domare questa gara richiede un ‘equilibrio sottile’, ma sono sicuro che un giorno tu ci riuscirai!”.

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