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SBK, Continua la tradizione dei piloti All Japan al CIV

Nel corso degli anni numerosi piloti giapponesi si sono susseguiti al via del campionato italiano: da Kuzuhara e Ono, passando per Haga e i suoi figli. Nel 2023 questa consuetudine andrà avanti con Shogo Kawasaki nel CIV Supersport

SBK: Continua la tradizione dei piloti All Japan al CIV

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Nel 2023 il CIV ospiterà nuovamente (almeno) un motociclista giapponese. Fresco di accordo, Shogo Kawasaki darà seguito alla tradizione moderna dei piloti del Sol Levante al via del campionato nazionale tricolore. Una storia di media-lunga durata che pone le proprie radici fin dai primi periodi del nuovo millennio, quando gli Assoluti Italiani di Velocità cambiarono ufficialmente denominazione in Campionato Italiano Velocità come lo si conosce oggigiorno. Numerose sono le presenze All Japan susseguitesi nel corso degli anni, più o meno vincenti e alcune delle quali decisamente prestigiose, a dimostrazione dell’interesse profuso verso il Bel Paese.

Kawasaki con Axon Seven Team

Shogo Kawasaki sulla Yamaha R6 di Axon Seven Team al fianco del team manager Paolo Cannizzaro 

Cresciuto nella Suzuka Racing School nonché vecchia conoscenza della Asia Talent Cup, Shogo Kawasaki ha trovato una seconda casa nel CIV. Eccezion fatta per il 2020 (impossibilitato a viaggiare verso l’Europa causa pandemia) e la fugace apparizione nel Mondiale Supersport 2021, nel biennio 2018-19 ha figurato nel CIV Supersport 300, mentre quest’anno si è trasferito in Italia a tempo pieno per esordire nel CIV Supersport con Speed Action Yamaha. Una stagione povera di risultati, chiusa all’ottavo posto tra le 600 CIV, con qualche caduta di troppo e senza neanche un piazzamento nella top-15 assoluta, in cui principalmente ha dovuto adattarsi al nuovo stile di vita. Facendo tesoro dell’esperienza acquisita, in vista 2023 il 20enne di Chiba ha sposato la causa dell’Axon Seven Team Yamaha, passando alla classe Next Generation al fianco del Campione 2022 600 CIV, Marco Bussolotti. Un’occasione da non lasciarsi sfuggire…

Kuzuhara il primo

Il precursore (e ad ora anche il più vincente) dei motociclisti nipponici al CIV risponde al nome di Hiroaki Kuzuhara. Per un quadriennio circa parte integrante dei programmi di Honda Motor Co., nel 2006 il Grillini Racing Team lo pescò dopo le buone doti velocistiche sfoggiate nell’All Japan 125cc. Coadiuvato da una RS 125 R iper-performante, non sfigurò affatto al debutto nel CIV 125 Grand Prix Marvic, anzi: due pole, altrettante vittorie (per distacco…) e un podio nelle prime tre gare. Seppur con valenza puramente statistica in quanto all’epoca da regolamento gli stranieri non potevano prendere punti.

Hiroaki Kuzuhara

Prestazioni che nella seconda parte di stagione convinsero Aki Ajo a dargli una chance mondiale al posto dell’infortunato Tomoyoshi Koyama, senza tuttavia mantenere la attese. Complice le concomitanze, Kuzuhara disputò soltanto un’altra gara nel CIV, verosimilmente più congeniale alle sue caratteristiche, salendo sul podio anche in tale circostanza. Prima che, due anni più tardi, decise di appendere il casco al chiodo per diventare insieme al fratello un… regatante!

Il mito di Noriyuki “Nitronori” Haga

Non avrà lasciato un segno indelebile sul piano sportivo, ma la sua partecipazione ha indiscutibilmente reso ancor più affascinante la tradizione giapponese al CIV. Tuttora tra i piloti più vincenti nella storia del World Superbike e congedatosi dalla scena mondiale nel 2013, alla veneranda età di 42 anni Noriyuki Haga si accordò con AG Motorsport Yamaha Italia per una comparsata alla tappa conclusiva del CIV Supersport 2017 in quel di Vallelunga (la stessa dove nel WSBK 2008 ottenne una perentoria doppietta sui nostri Biaggi e Fabrizio), agguantando un paio di piazzamenti ai margini della top-10 e restando a tratti in piena zona podio in Gara 2.

Noriyuki Haga sulla Yamaha R6 di AG Motorsport Italia

Una partnership estesa all’anno successivo, quando partecipò alla serie in pianta stabile con il suo inconfondibile numero 41. Malgrado l’appeal e il forte richiamo alla golden age delle derivate di serie, il ritorno di “Nitronori” nel Vecchio Continente dopo diverse stagioni nell’Asia Road Racing Championship, non si rivelò altrettanto esaltante: 16esimo classificato e due settimi posti quali migliori risultati. Di fatto quello rappresentò l’ultimo guizzo della memorabile carriera del funambolico Haga, uno dei personaggi più “rockstar” e amati dagli appassionati della Superbike.

Famiglia Haga al completo

Decenni di competizioni, però voglia e passione tutt'altro che sopite per Haga che, parallelamente, seguì sotto la sua ala protettiva la crescita agonistica dei figli Akito (classe 2002) e Ryota (classe 2003), vedi foto di copertina. Supportati dalla casa di Iwata e da AG Motorsport Italia, in quel periodo parteciparono al CIV Supersport 300, con Ryota che sfiorò il podio per una manciata di millesimi in Gara 1 al Mugello 2 nel 2017. Nel 2019 ambedue progredirono al CIV Supersport con Motozoo Racing Yamaha, senza registrare particolari acuti. Ripartiti dalla madrepatria in virtù delle difficoltà logistiche originatesi dalla pandemia, oggi gli “Haga brothers” stanno continuando a farsi le ossa nell’All Japan: Akito è nella ST1000 (Superstock 1000), mentre Ryota nella ST600 (Supersport). E con quale team se non il Nitro Racing, gestito ovviamente da papà Noriyuki e dallo zio Kensuke, a sua volta ex-pilota (sfortunatamente adesso in carrozzina per un incidente).

Delusioni e meteore

Facendo un passo indietro, nel 2010 il Grillini Racing Team tentò di ricreare l’asse vincente col Sol Levante, investendo su Toshimitsu Gondo, ancora per il CIV 125GP. L’originario di Osaka partì a razzo con pole e podio nella prima gara stagionale in quel di Vallelunga, generando pertanto grandi aspettative, ma nelle successive uscite non si confermò ai livelli del connazionale Kuzuhara. Un exploit che restò tale, a cui seguirono una manciata di piazzamenti in top-10 nel 2011, quando si ripresentò al via dapprima con Rumi GP Team e poi con Ellegi Racing.

Chi proprio non ha lasciato il segno nel CIV sono stati invece Ryogo Iwata (classe 2002) e Tsubasa Suzuki (classe 1995). Da portacolori Motozoo Racing, per entrambi un bilancio da mediocrità assoluta al CIV Supersport 300 tra il 2018 e il 2019. Di fatto, delle meteore… salvo poi cercare nuove fortune in madrepatria.

CIV palestra mondiale

Terra di approdo o di passaggio, ma per alcuni il CIV ha significato un valido trampolino di (ri)lancio. Uno in particolare: Hiroki Ono. Reduce da due terzi posti consecutivi nell’All Japan 125cc, nel 2010 fu costretto a ripiegare sul CIV 125GP per una serie di vicissitudini che gli impedirono di approdare al CEV. Poco male perché il piccolo costruttore bergamasco, Rumi, decise di affidargli lo sviluppo del proprio prototipo in previsione di un ipotetico ritorno ai GP, in realtà mai avvenuto.

Hiroki Ono #76 davanti al compagno di squadra Kevin Calia #74 a Misano 2017

Malgrado una gara in meno degli avversari, si classificò quinto davanti a molte Aprilia e Honda dai progetti decisamente più collaudati, con la perla del terzo posto in quel di Misano sotto la pioggia, venendo promosso da Caretta Technology al mondiale di categoria nel 2011. Sostituito in corso d’opera per mancanza di risultati, Ono tornò al CIV 125GP per le ultime gare stagionali, di nuovo con Rumi al posto (ironia della sorte) del già citato Gondo, salendo sul podio a Vallelunga. Una piccola-grande riscossa che in seguito lo portò a trionfare nell’Asia Dream Cup 2013 e soprattutto a disputare il Mondiale Moto3 nel biennio 2015-16.

Presenze spot e imprevisti

In questa speciale tradizione non mancano le cosiddette presenze-spot. Questo è il caso di Kazuma Tsuda (fratello di Takuya, collaudatore Suzuki e wild card al GP di Motegi lo scorso settembre) che nel 2010, su invito di Aprilia di cui era allora portacolori nell’All Japan Superbike, prese parte alla gara conclusiva del CIV Superstock 1000 2010 al Mugello, alla guida di una RSV4 preparata dall’Ecodem Racing Team (lo stesso che quell’anno vinse il titolo tricolore con Ivan Goi): qualificatosi 19esimo su 26, non male pur non conoscendo campionato, gomme Pirelli e tracciato, in gara dovette suo malgrado ritirarsi anzitempo.

Kazuma Tsuda al Mugello 2010

Discorso analogo per Tatsuki Suzuki, attuale portacolori Leopard Racing nel Mondiale Moto3, protagonista alla tappa estiva di Misano 2017 di un fatto alquanto singolare e, per certi versi, traumatico insieme al SIC58 Squadra Corse. Iscrittisi al CIV Moto3 per preparare i successivi eventi internazionali, complice la (incomprensibile) decisione della casa madre di vietare l’utilizzo della Honda NSF250R, all’ultimo Paolo Simoncelli… rispolverò dal suo garage una KTM RC 250 GP datata 2014! Non il massimo della vita per Suzuki che, a fronte dell’imprevisto e del pacchetto tecnico mai provato prima, riuscì a qualificarsi terzo in griglia e chiudere Gara 1 sul terzo gradino del podio dietro a Stefano Nepa (oggi suo avversario mondiale) e Kevin Zannoni.

Le apparizioni più recenti

Pizzico di rammarico per un motociclista che al CIV, col giusto tempo, avrebbe potuto lasciare il segno. Campione in carica All Japan ST600, nel 2019 Yuki Okamoto approdò in Supersport tra lo scetticismo generale sotto le insegne Motozoo Racing, tra l’altro con i giovani fratelli Haga come compagni di squadra. Contro ogni aspettativa, catturò gli occhi grazie ad un brillante (e sorprendente) quarto posto nella gara d’apertura della stagione in quel di Misano e altri piazzamenti di rilievo, classificandosi 12esimo. Il covid lo costrinse poi a restare in Giappone, costruendosi tuttavia una carriera vincente nell’ultimo triennio: dopo il bis nella ST600 2020 con (intrecci storici) Nitro Racing, quest’anno ha chiuso terzo al debutto nella top class Superbike nel team di riferimento Yamaha.

Yuki Okamoto a Imola 2019

Le ultime apparizioni giapponesi risalgono invece a questo 2022. Oltre a Shogo Kawasaki, nel finale di stagione anche Hikari Okubo, dai trascorsi in MotoE e Mondiale Supersport, ha preso parte al CIV Supersport sulla “vecchia” Ninja ZX-6R di RM Racing: tre gare tutte in top-10. Da segnalare infine il baby Jean Kento Turner con BucciMoto Factory nella entry class PreMoto3, in grado di racimolare 12 punti che gli sono valsi il 19esimo posto in campionato.

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