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MotoGP, Le pagelle di Pernat: “Yamaha merita la sufficienza, ma non Quartararo”

Prima guardare all’anno che verrà, il manager ligure dà i voti ai costruttori impegnati nella MotoGP 2022. Vediamo chi sono promossi e bocciati

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Non c’è miglior momento degli ultimi giorni dell’anno per rivolgere lo sguardo al Mondiale 2022 e tirare le somme della stagione che si è conclusa un mese fa, con la vittoria in rimonta di Francesco Bagnaia. Tempo di bilanci, ma anche di giudizi sull’operato delle Case costruttrici impegnate nel campionato. Vediamo dunque quali voti ha assegnato Carlo Pernat ai costruttori, durante l’ultima puntata del nostro “Bar Sport”.

Ducati, voto: 10 e lode, con bacio accademico

La rassegna non può che cominciare dalla Ducati, che si prende il punteggio massimo dopo aver dimostrato la sua superiorità sulle altre Case, conquistando i titoli piloti, costruttori e squadre. “Quello alla Ducati è un voto che viene da lontano - chiosa Pernat - Nasce dalla decisione di Gigi Dall’Igna di puntare sui giovani e levarsi la ‘zavorra’ dei ‘vecchietti’ che gli sono costati una marea di soldi. Ricordiamoci Valentino Rossi, anche se non era la gestione di Gigi, che fu pagato 12,5 milioni all’anno. Lorenzo, che fu la gestione di Gigi, erano altri 12,5 milioni l’anno. Dovizioso, mi pare che 6-7 milioni se li sia presi. 30 milioni in qualche anno sono una bella cifra. A quel punto, Gigi ha avviato la politica dei giovani, con grande capacità di scegliere i piloti. Con i team giusti e una moto praticamente imbattibile, che credo lo sarà anche il prossimo anno. Le critiche che muovono alla Ducati sul fatto ha otto moto in pista non sono colpa della Ducati, ma di chi non le ha fatte, tipo la Suzuki, che non ha mai avuto un team satellite. Se non ci fosse stata la Ducati, non avremmo visto un Mondiale con 24 partenti, ma con meno piloti e meno spettacolo”.

Una stagione combattuta, che ha permesso alla Casa di Borgo Panigale di raccogliere i primi, dolci, frutti della sua strategia. “Il voto è un 10 e lode per la capacità di fare la moto, e il bacio accademico per la lungimiranza nell’aver scelto tutti piloti giovani - spiega il manager - Praticamente, con l’ingaggio di Dovizioso, Ducati ha preso otto piloti e forse gli è anche avanzato qualcosa. Ha fatto un’operazione a breve-media scadenza e ha vinto un Mondiale, con un pilota italiano dopo 50 anni, e ha anche altri piloti che possono farle vincere il Mondiale nei prossimi anni. La Ducati ha fatto la storia con questa vittoria. L’obiettivo prossimo è fare quello che ha fatto la Ferrari con Todt e Schumacher: vincere 3-4 Mondiali consecutivi”.

Yamaha, voto: 6,5

Non è stato un campionato altrettanto appagante quello della Casa di Iwata, grande sconfitta di questo 2022. Dopo una buona prima di stagione, che ha permesso a Quartararo di arrivare al giro di boa con 91 punti di vantaggio su Bagnaia, i risultati del francese di Casa Yamaha sono iniziati a calare tanto da riaprire il campionato, nelle ultime gare dell’anno. Ma a cosa è dovuta questa vistosa parabola discendente? 

Crisi tecnica e crisi di pilota - commenta Pernat - Nella prima parte di stagione, nessuno parlava della crisi tecnica della Yamaha, perché Quartararo aveva 91 punti di vantaggio a metà campionato e nessuno pensava che lo perdesse. Per me è stata più una crisi del pilota, perché Quartararo, che tecnicamente è superiore agli altri, è recidivo: nel Mondiale che ha vinto l’anno scorso, negli ultimi 4/5 Gran Premi aveva il ‘braccino corto’. Non era il Quartararo di sempre. L’anno prima ancora, aveva vinto due Gran Premi e poi aveva detto che non reggeva la pressione. Questo è un punto critico di Fabio: quando è un po’ sotto pressione, secondo me perde un po’ di lucidità”.

Un pacchetto che non ha funzionato a dovere nel suo complesso, anche se il dirigente ligure è convinto che la colpa maggiore sia da attribuire ai due portacolori del team Monster Energy. Gli unici due piloti in sella a una M1, nel 2023.

“Sicuramente, la Yamaha è una moto che nel complesso è inferiore alla Ducati, ma non è possibile che per 10 gare, con 91 punti di vantaggio, fosse inferiore. Alla Yamaha do una sufficienza ampia, non un 7 ma un 6,5, e a Fabio un’insufficienza, perché un pilota che ha 91 punti di vantaggio non li butta via così. Tutto è cominciato dallo scontro con Aleix Espargaró - sottolinea Carlo, che analizza poi la situazione nell’altro lato del box Yamaha - Il 2023 sarà un anno cruciale per Morbidelli. Non penso che uno che ha mostrato ciò che ha fatto vedere in passato, giocandosi il Mondiale e vincendo dei GP, possa perdere il suo talento. Il talento non si vende e non si compra, o ce l’hai o non ce l’hai. Quindi, credo sia l’anno di riscatto. Ed è chiaro che per lui sarà più che determinante, perché se non farà un bel campionato resterà in MotoGP, ma finirà nei secondi team e per lui sarà una bella differenza. Mi auguro che non sia un problema fisico, dovuto all’operazione al ginocchio. Io l’ho visto molto tranquillo, ma è una persona molto introversa e la tranquillità che mostra mi sembra un po’ strana. E non va bene, perché se hai giù un contratto e anche il tuo compagno si lamenta, qualcosa la devi dire”.


Aprilia, voto: 8

Vera e propria sorpresa del campionato è stata invece l’Aprilia, che si è portata a ridosso dei top team, lottando per le posizioni di vertice per buona parte della stagione. 

Aprilia ha fatto un passo avanti notevole e avrei potuto darle anche un 9, però è più un 8 per il finale di stagione. Dopo un campionato del genere, in cui si è giocata il Mondiale fino alla fine, è naufragata in tutto. Sia nel team che nel pilota. L’8 è già un bel voto, ma se lo merita perché la moto rispetto all’anno scorso era tutta un’altra cosa. Non è la Ducati, ha da lavorare molto e non c’è più Marmorini, che è stato uno degli artefici. Però, di negativo c’è che ha anche perso le concessioni, che le sono servite per arrivare lì. Ma ha la possibilità di avere un secondo team, con cui provare gli sviluppi in gara. Questo è un po’ un punto interrogativo, ma non può fare un passo indietro: o resta lì, o va avanti. Quindi, un 8 se lo merita, perché sarà sicuramente una delle protagoniste - rimarca Carlo - A livello di piloti, però, non so se è pronta per vincere il Mondiale. Fino a un certo momento, Aleix Espargaró ha fatto una stagione che non aveva mai fatto in vita sua e non so se il prossimo anno potrà rifare una cosa del genere. Vinales è un campione, ma ha degli alti e bassi. Non si è ancora adattato a questa moto e non so se è il pilota per vincere il Mondiale. Magari quello Aprilia l’avrà nel secondo team, ma a livello di piloti la vedo un po’ debole rispetto agli altri”.

KTM, voto: 7

Le Case europee, nel 2022, non sono state a guardare. Non fa eccezione la KTM che, pur avendo faticato più delle colleghe, ha continuato la sua lenta ma costante crescita, conquistando altre due vittorie di tappa con Miguel Oliveira. Ancora troppo poco per lottare per lottare per il Mondiale, ma la Casa austriaca ha già cominciato ad adottare qualche correttivo.

“A KTM darei un 7, non molto di più, perché mi aspettavo una crescita maggiore quest’anno, visto che Sterlacchini è lì da due anni - chiosa Penat - Forse, adesso sono corsi un po’ ai ripari prendendo Giribuola come responsabile dello sviluppo del secondo team; prendendo Miller e Populin e avendo a casa un pilota come Binder. Questo è un anno molto importante per KTM, che deve fare quel salto che non ha ancora fatto”.

Honda, voto: 4

Fanalino di coda è la Honda, reduce da un 2022 disastroso, in cui non è riuscita a conquistare neppure una vittoria. Un Marquez non del tutto in forma, a causa del braccio destro che ha richieso una quarta operazione dopo la gara del Mugello, non è riuscito a tamponare le falle di una moto che si è dimostrata non essere all’altezza delle rivali. Insufficienza ampia e meritata per la Casa giapponese, che proverà a rialzare la testa nel 2023.

“Un 4 è già tanto, perché si chiama Honda - commenta il manager - Mai l’abbiamo vista in queste condizioni e adesso i problemi sono due: il primo è la moto, che ci vuole tempo per mettere a posto. Non ci vogliono 3-4 mesi, specialmente per arrivare ai livelli Ducati. Sicuramente sviluppi con Marquez, ma allora cosa fai, non sviluppi per Rins e Mir? O fai due sviluppi? Anch’io, se fossi lì, non saprei cosa fare e poi bisogna vedere se hanno le persone giuste per fare queste cose. È una situazione veramente difficile e Marquez è l’unico che li può salvare, come ha fatto sempre”.  

Suzuki, voto: SV

Resta senza voto la Casa di Hamamatsu, che a inizio stagione ha maturato la triste decisione di ritirarsi dalla MotoGP, destinando alla pressa le sue due GSX-RR.

“Secondo me, quando Ezpeleta firma i contratti con le Case dovrebbe essere una penale di dieci volte il costo del primo anno - conclude amaramente Pernat - così uno ci pensa ad andar via, perché si parla di decine e decine di milioni”.

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