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MotoGP, Pedrosa: quando ho detto di no a Ducati. Lorenzo: dire di no a Honda è difficile

DUE DIFFICILI 'NO' “La decisione di andare in Honda? Se fossi passato alla Yamaha satellite forse le cose sarebbero state diverse” racconta il maiorchino, che riflette insieme al catalano sulle decisioni chiave della loro carriera  

MotoGP: Pedrosa: quando ho detto di no a Ducati. Lorenzo: dire di no a Honda è difficile

Chiunque di noi, almeno una volta nella vita si è trovato davanti alle “Sliding Doors”. Quelle porte scorrevoli che, come avviene nell’omonimo film del 1998 con Gwyneth Paltrow, possono cambiare il corso della nostra vita, in un battito di ciglia. Porte a cui Jorge Lorenzo si è trovato più volte davanti nel corso della sua carriera, come racconta nel terzo episodio della docu-serie di DAZN “Cuatro Tiempos”.

“Nel 2009 sono stato vicino a firmare sia per la Honda che per la Ducati, più vicino alla Ducati, perché Stoner ha iniziato ad avere problemi di salute e a non finire bene le gare - rivela il maiorchino - Io e il mio precedente manager Marcos ci siamo incontrati con Livio Suppo e abbiamo fatto una lista degli aspetti positivi e negativi della permanenza alla Yamaha o del passaggio alla Ducati, che era un'offerta più elevata dal punto di vista economico”.

Una porta che si è chiusa su un nulla di fatto, con il pilota spagnolo che ha proseguito la sua avventura con la Casa di Iwata, andando ad aggiungere tre Mondiali ai due conquistati in 250: “Ho fatto bene perché alla fine quella moto era piuttosto difficile, per dirla in parole povere, e l'anno successivo ho iniziato a vincere il primo titolo con la Yamaha e tutto è andato bene”, commenta Lorenzo.

Passaggio in Ducati che si è poi concretizzato sul finire del 2016, quando il maiorchino ha messo fine alla sua permanenza in Yamaha per salire sulla Desmosedici GP, lasciata dopo sole due stagioni per abbracciare il progetto di dream team Honda con Marc Marquez.

“Ovviamente, se avessi vinto la gara al Mugello, sarebbe successo una o due settimane prima e probabilmente avrei vinto qualche titolo con la Ducati e starei ancora correndo chiosa il cinque volte iridato, che a mente fredda confessa di non essere convinto di aver fatto la scelta giusta salendo sul treno Honda. La stagione più difficile della carriera di Jorge, che lo ha portato a prendere la decisione di ritirarsi al termine del 2019:“La decisione di passare a Honda? Forse se fossi passato alla Yamaha satellite le cose sarebbero cambiate - ammette Lorenzo - ma ovviamente dire 'no' alla Honda, che è il sogno di ogni pilota, è molto complicato”.

Pedrosa: “Il mio cuore è sempre stato in Honda”

Lo sa bene Dani Pedrosa, che ai microfoni di DAZN rivela di aver rifiutato a sua volta un’offerta dalla Ducati nel 2009, per continuare a  correre con la Casa dell’ala dorata.

“Il mio cuore ha sempre voluto correre con la Honda e a quel punto della mia carriera non l’avevo nemmeno considerato - spiega Dani - In realtà l'offerta mi ha sorpreso perché non avevo intenzione di cambiare e quindi ho dovuto pensarci, ma non era nei miei piani”.

Nonostante le difficoltà attraversate nei suoi 13 anni di MotoGP con Honda, il pilota catalano, infatti, non ha mai pensato di lasciare il team giapponese.

Quando sono entrato in Honda MotoGP venivano da un brutto periodo, quando Rossi se n'era andato e non vincevano e non riuscivano a trovare la loro strada. Ma per me era chiaro, non ho mai avuto paura, sono sempre stato molto felice e motivato ad affrontare il lavoro - racconta il 37enne, convinto che la Honda riuscirà a rialzare la testa, come ha fatto già in passato - Negli anni in cui sono stato alla Honda, soprattutto nei primi in cui c'era la guerra tra Michelin e Bridgestone, non hanno avuto successo con nessuno dei loro progetti. In particolare nel 2007 e nel 2008, noi eravamo gli unici con un motore con valvole tradizionali mentre gli altri avevano già le valvole pneumatiche e dopo il primo anno di Bridgestone non abbiamo avuto successo nemmeno con la moto. Sono stati tre o quattro anni di fila molto difficili, ma ho sempre trovato il modo di lavorare con loro e li ho capiti bene”.

Uomo simbolo della Honda, il pilota di Sabadell non ha mai messo in discussione la sua scelta di restare con la Casa di Tokyo, pur non essendo mai riuscito a mettere il suo sigillo in MotoGP. Però chissà che piega avrebbe potuto prendere la sua carriera, se non avesse lasciato chiudersi quella porta che lo avrebbe condotto in Ducati. 

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