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SBK, Bautista: “Avrò per sempre un posto nella storia della Ducati”

Il Campione del Mondo 2022 riflette sulla vittoria del titolo, svelando alcuni retroscena: “Sapevo di poter essere veloce e competitivo, ma avevo qualche dubbio prima di tornare in sella alla Panigale”

SBK: Bautista: “Avrò per sempre un posto nella storia della Ducati”

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Cosa passa nella mente di un pilota subito dopo la conquista del titolo? Alvaro Bautista ha provato a raccontarlo al sito ufficiale del Mondiale SBK, subito dopo aver messo le mani sul campionato in Indonesia, con un Round di anticipo sul finale di stagione.“Campione del mondo 2022 suona davvero bene. Quando tornerò a casa e vedrò la mia famiglia e i miei amici, dirò loro: ‘So cosa ho ottenuto, cosa ho raggiunto e ora è il momento di godermelo’” ha chiosato il pilota spagnolo, che quest’anno è riuscito a portare a termine l’impresa che gli era sfuggita al debutto con Ducati nel 2019.

La chiusura di un cerchio, dopo due difficili stagioni sulla Honda CBR 1000 RR-R:“Credo che l'hashtag che ho usato in questa stagione, #TheReturn, possa significare molte cose. Il ritorno in Ducati e il ritorno a essere un pilota competitivo - ha rivelato Alvaro - Il primo giorno in cui abbiamo iniziato a lavorare insieme ero un po' nervoso. Sapevo di poter essere veloce e competitivo ma avevo qualche dubbio prima di montare in sella, però sono scomparsi quando ho percorso i primi giri. Ho sorriso perché sentivo che la moto era mia”.

Sin dalle prime gare, Bautista ha dimostrato di avere un feeling invidiabile con la sua Panigale V4 R, che gli ha permesso di ottenere la vittoria del campionato nel penultimo Round della stagione. Sebbene avesse dalla sua tutti i favori del pronostico, l’iberico ha però ammesso di aver provato una certa tensione prima del via dell’ultima gara a Mandalika: “Ho sempre cercato di essere concentrato ma, credetemi, in Gara 2 ho iniziato a sentire più pressione di tutta la stagione. Quando ero al comando, ero troppo nervoso. Non volevo commettere errori e, forse proprio per questo, ne ho commessi molti. Il mio obiettivo era cercare di vincere il Campionato, non la gara, quindi è stata una corsa diversa dalle altre!”.

Nonostante la vittoria della gara sia stata appannaggio di Razgatlioglu, dominatore del weekend indonesiano, il secondo posto di Gara 2 ha matematicamente incoronato un Bautista tanto esausto quanto raggiante.

“Dopo la gara, quando mi sono fermato a festeggiare e a mettere il numero 1 sulla mia moto, in quel momento volevo festeggiare. Ma, allo stesso tempo, non potevo perché non avevo energie - ha raccontato il 38enne - La prima telefonata che ho fatto è stata a mia moglie perché volevo vederla e vedere le mie figlie. È buffo perché, quando arrivo a casa, mostro sempre i trofei alle mie figlie, soprattutto quelli più grandi, perché iniziano a capire un po’ di più. Poter dare loro il trofeo di Campione del Mondo, sarà più emozionante di qualunque altra cosa”.

Tante emozioni rese ancora più dolci dalla consapevolezza di aver coronato un sogno con la squadra con cui ha mosso i primi passi nel campionato, riportando il titolo a Borgo Panigale undici anni dopo la vittoria di Carlos Checa, con la Ducati del team Althea.

“In passato, mi hanno detto tutti che dovevo diventare Campione del Mondo con Ducati. È qualcosa di diverso. Non te ne rendi conto fino a quando non raggiungi questo traguardo. È vero - ha commentato Alvaro - Mi ricordo di quando tre anni fa qui ho vinto la mia prima gara con Ducati, qui in SBK. È stato molto speciale. Un sacco di gente è impazzita! Sento che avrò per sempre uno spazio nella storia della Ducati!”.

Un risultato ottenuto grazie all’incredibile costanza di rendimento del ducatista, che ha conquistato 16 vittorie in stagione, salendo sul podio 31 volte in 36 gare. Tanti bei momenti da ricordare, ma sono due i fine settimana che Bautista nomina con più entusiasmo.

“Il round di Misano è stato molto importante. Ricordo che quel fine settimana ero molto concentrato. Volevo fare un lavoro perfetto, il feeling con la moto era fantastico e ho chiuso davanti a Jonathan Rea, che in quel momento era il mio principale rivale in classifica - ha affermato lo spagnolo - Quello di Misano è stato un weekend perfetto, ma credo che la Catalunya sia stata ancora meglio! Soprattutto arrivando da Magny-Cours (dove un contatto con Rea in Curva 13 gli era costato il ritiro da Gara 2 ndr.). La cosa migliore è stata il feeling che avevo con la moto. Mi sono goduto tutte le gare e tutte le prove. Penso sia stato il miglior weekend della stagione”.

L'unica macchia di una stagione quasi perfetta è stata la caduta nella prima gara in Inghilterra, che ha riportato alla mente quel ritiro del 2019 che ha dato avvio al netto calo di risultati, costato il titolo ad Alvaro.

“La parte peggiore è stata la caduta a Donington. È stata colpa mia, un mio errore, ma in tanto hanno pensato: ‘Ora inizia a sentire la pressione, inizia a essere come nel 2019 e inizia a commettere errori’ - ha ricordato Bautista -. Io sono rimasto molto, molto calmo perché sapevo qual era il problema. In Gara 2 ho dimostrato a me stesso e a tutti di aver commesso un errore, ma quest'anno è diverso da tre anni fa”.

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