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MotoGP, VIDEO - Marquez: "Quando cadi e risali in moto, dimostri professionalità"

Marc spiega nel dettaglio cosa succede nella mente di un pilota anche dopo un incidente terribile come il suo highside in Indonesia: "Cerchi di capire se è tutto ok ed il primo pensiero è tornare subito ai box, è normale per me"

MotoGP: VIDEO - Marquez: "Quando cadi e risali in moto, dimostri professionalità"

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Piloti che gente. Qualsiasi essere umano che si ritovi lanciato in aria dalla propria moto dopo un highside, probabilmente dopo l'atterraggio, per quanto morbido possa essere, avrà bisogno di tempo prima di risalire in sella e dare di nuovo tutto in pista. Ma se l'essere umano in questione è Marc Marquez, allora cambia tutto. Lo spagnolo ha sempre fatto della guida 'oltre' il limite della moto un vero marchio di fabbrica, che gli ha consentito di portare a casa fino ad oggi titoli iridati a ripetizione e soprattutto gli ha consentito di superare con un'enorme forza di volontà e spirito di sacrificio le conseguenze nefaste per l'incidente di Jerez nel 2020. 

In questo video pubblicato da BT Sport, Marc ha spiegato cosa accade nella mente di un pilota subito dopo un incidente anche grave, dimostrando ancora una volta che i piloti affrontano anche eventi come questo con un approccio completamente diverso rispetto a quello dei comuni mortali. 

"Dopo un incidente come quello mio in Indonesia, è chiaro che noi siamo sempre essere umani e che magari sulle prime non vorresti risalire subito in sella. Ma un istante dopo entra in gioco la tua professionalità, non la tua passione. Ok, ho avuto la doppia visione, ma la testa stava bene, le ossa erano sane e soprattutto sapevo di avere addosso dei capi protettivi come la tuta Alpinestars o il casco Shoei e queste sono cose che ti permettono passo dopo passo di recuperare confidenza con la moto. E' normale per me". 

Dopo le sue parole, nel video c'è anche il commento di Neil Hodgson, ex campione del mondo SBK e pilota in MotoGP
"Ho visto tante volte Marc essere vittima di cadute terribili e poi correre di nuovo nei box. Ricordo che al Mugello, quando cadde in fondo al rettilineo sfiorando il muretto ad oltre 200 km/h, mentre lo portavano via in barella faceva il segno delle due dita verso le telecamere e dopo ci confidò che non fosse per dire a tutto che stava bene, ma per avvisare il box di preparargli la seconda moto, perché lui sarebbe subito tornato ai box per tornare in moto!". 

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