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MotoGP, Jarvis, Yamaha: "Avere otto moto in pista è un vantaggio ma anche un peso"

"Di certo si raccolgono molti dati, si fanno tante prove, ma secondo me il numero di moto giusto è quattro e stiamo lavorando per tornare ad averle in pista presto. Ma nel 2023 averne solo due non sarà un vantaggio per noi"

MotoGP: Jarvis, Yamaha:

Nel 2023 scenderanno in pista in MotoGP solo due Yamaha, ovvero quelle affidate a Fabio Quartararo e Franco Morbidelli. Il passaggio di RNF dalla M1 alla RS-GP di Aprilia ha lasciato 'orfana' la Yamaha come avvenne all'epoca del passaggio di Tech3 sotto i colori KTM. Di certo la Yamaha resta una delle migliori moto in pista, ma nel 2022 è stato solo Fabio Quartararo ad interpretarla al meglio, mentre sia Franco Morbidelli che Andrea Dovizioso hanno sofferto moltissimo, per non parlare di Darryn Binder, vero debuttante allo sbaraglio dopo essersi fatto notare in Moto3 più per le sue manovre al limite che per un evidente talento in sella. 

Si può dunque dire che in questo momento la M1 non sia esattamente una delle moto più desiderate del paddock, contrariamente alla Ducati che ha dimostrato di essere vincente con piloti diversi ed anche nelle mani delle squadre private. Lin Jarvis però non ha intenzione di abbandonare l'idea di schierare almeno quattro moto di Iwata in pista e la bomba sganciata da Jorge Viegas che vedrebbe coinvolto il VR46 non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco, poi però spento da Uccio Salucci attraverso la nostra intervista (leggi QUI). 

"Sì, lo stiamo facendo,  stiamo già guardando a potenziali team satellite - ha detto Lin Jarvis ai colleghi di Crash.net - abbiamo l'intenzione di tornare con un team satellite il prima possibile".

Avere solo due M1 in pista potrebbe essere un problema secondo il manager inglese. 
"L'anno prossimo non sarà sicuramente un vantaggio avere solo due moto! Sicuramente in Ducati raccolgono molti dati. Non solo hanno otto moto in pista, ma hanno anche cinque o sei piloti molto veloci. Sono tutti veloci, ma hanno cinque o sei piloti che sono davvero eccezionali. Tutta questa disponibilità di dati, possono provare ogni gomma, possono considerare ogni cosa e poi valutarla, sicuramente è un vantaggio".

Avere tante moto in pista ha però anche un rovescio della medaglia da valutare. 
"Ma non vogliamo avere otto moto anche noi perché è anche un peso. È un vantaggio, ma è anche un peso continuare a supportare otto moto. Quindi la nostra valutazione è che quattro è davvero il numero ottimale ed è un peccato che l'anno prossimo non avremo quattro moto. Ma speriamo che in futuro, appena possibile, torneremo con un team satellite".

Ora resterebbe da capire quale possa essere la squadra giusta per sposare questo progetto ed in questo momento la situazione è molto chiara. Pramac è in pratica indissolubile da Ducati, RNF ha ovviamente iniziato adesso il proprio rapporto con Aprilia e di certo con Yamaha i rapporti non saranno idilliaci. Tech3 e KTM sono in pratica un'unica entità, mentre LCR ha un legame fortissimo con Honda. 

Le altre due squadre indipendenti rimaste sono VR46 e Gresini. Per quanto Salucci abbia voluto smentire la voce diffusa da Viegas, di certo è 'naturale' immaginare la squadra di Valentino Rossi che schiera in pista le moto di Iwata in futuro. Ma anche l'ipotesi Gresini è in effetti percorribile, visto che l'accordo con Ducati è relativo al solo 2023 per adesso. Altre possibilità concrete non esistono oggettivamente ed è più che plausibile che una di queste due compagini sia nella lista dei numeri preferiti di Lin Jarvis. 


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