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SBK, Bulega: “Mi manda in bestia quando mi chiedono perché non vinco con una 1000”

Nicolò traccia il bilancio della sua prima stagione nel Mondiale SSP: “Qui mi trovo bene e il campionato mi ha sorpreso in positivo: la Superbike è più bella della MotoGP. Avrei voluto chiudere 3°, ma abbiamo faticato un po’ da Magny-Cours”

SBK: Bulega: “Mi manda in bestia quando mi chiedono perché non vinco con una 1000”

Prima di iniziare per davvero la pausa invernale, Nicolò Bulega tira le somme al termine della sua prima stagione in Supersport, che lo ha visto portare al debutto la Panigale del team Aruba.it. Una buona annata per il 23enne emiliano, che giunto al 4° posto della classifica 2022.

Il bilancio è stato abbastanza positivo, perché sono stato la prima Ducati alla fine del campionato. Però è stato un po’ un peccato per l’ultima parte di stagione, perché da Magny-Cours in poi abbiamo fatto un po’ fatica - commenta Bulega - Comunque sia, a Phillip Island ho conquistato un altro podio sul bagnato, pur non avendo mai girato con le Pirelli da bagnato e ho chiuso 4° in campionato. Mi sarebbe piaciuto fare 3°, purtroppo però ci sono state delle cose che ci han fatto perdere dei punti, tipo Portimao dove sono partito ultimo in tutte e due le gare, perché abbiamo avuto un problema in qualifica. Secondo me, alla fine, non siamo andati male”.

Pur non essendo riuscito a regalare alla Ducati la sua prima vittoria nel campionato, Nicolò è piuttosto soddisfatto di quanto è riuscito a fare nella sua stagione d’esodio, ma come si spiega il suo calo di prestazioni?

“Non sono io a essere calato - io sono rimasto costante - sono gli altri a essere migliorati un po’ più di noi - sottolinea il 23enne - Siamo partiti molto bene: a inizio anno la mia moto era più competitiva tra le Ducati e la sapevo sfruttare bene. Penso di essere riuscito ad adattarmi abbastanza velocemente a una moto completamente diversa dalla Moto2 che guidavo prima. Poi, durante la pausa estiva, le altre Ducati hanno lavorato tanto e sono diventate molto competitive grazie a uno step importante a livello di moto, perché Caricasulo è sempre andato forte, ma a inizio anno la sua moto era inferiore alla mia”. 

Al di là del confronto con le altre Ducati, come è stato gareggiare contro moto con una cilindrata differente, come la Kawasaki?

“Quelli che non capiscono niente di moto mi han detto un sacco di volte ‘ma come fai a non vincere con una 1000?’ e a me questa cosa mi manda in bestia, perché mi piacerebbe dar loro la mia moto, metterli in pista insieme agli altri e vedere se sul dritto si ritrovano effettivamente con una 1000 contro una 600 - chiosa Nicolò - Diciamo che questa è stata la parte più brutta di tutto l’anno, ma alla fine abbiamo fatto il nostro e non siamo andati male. A inizio anno mi lamentavo del fatto che la mia moto accelerava poco, ma non mi sono mai lamentato tanto del motore. Secondo me ci sono aspetti peggiori, come il cambio, o il fatto che i nostri cerchi pesano 2,5 kg in più di quelli delle altre”.

Nonostante qualche piccolo problema qua e là, Bulega sembra aver trovato la sua dimensione più nel paddock del Mondiale Superbike, che in quello del Motomondiale.

“Il campionato mi ha sorpreso in positivo, perché arrivando dal paddock della MotoGP ti aspetti tutto molto meno ‘palcoscenico’. Invece, ci sono diverse cose interessanti, tipo la gara doppia o il fatto che la gente può comprare il pass e venire nel paddock. Per me, per uno a cui piacciono davvero le moto e a cui piace vedere le gare, la Superbike è più bella della MotoGP e non lo dico perché sono qui adesso - racconta il ducatista -. Non me lo aspettavo così familiare, ma mi è piaciuto e mi ci sono trovato molto bene. Mi sono trovato bene anche con il mio team. Mi è piaciuto tanto anche il cambio di gomme, perché con le Dunlop facevo abbastanza fatica con il mio stile di guida. Soprattutto all’anteriore, che in Moto2 non perdona. Quando mettevo le gomme nuove, ci mettevo 5-6 curve per poter piegare, invece alla prima uscita con le Pirelli a Jerez avevo già quasi il gomito per terra in Curva 2, perché è impressionante quanto puoi piegare da subito con gomma nuova. È un aspetto che con il feeling aiuta tanto”.

Sull’orizzonte di Nicolò si prospetta dunque un futuro in SBK, vestendo sempre i colori del team Aruba.it Racing Ducati?

“Qui sto molto bene e penso che in Moto2 fai fatica a emergere, se non sei in un team assolutamente al top - chiosa Bulega - Chiaramente, io non voglio restare in SSP. Avendo visto anche Baldassarri e Aegerter, che hanno fatto sicuramente meglio di me quest’anno, mi piacerebbe andare in SBK. Se riusciamo a far bene, perché no?”.

Con i due contendenti al titolo di quest’anno diretti proprio in SBK, già il 2023 potrebbe regalare grandi soddisfazioni al pilota emiliano, che però preferisce non cominciare subito a sognare in grande.

“Vanno via due forti, ma arriva sicuramente Navarro che secondo me, con il suo stile di guida, andrà molto forte con le Pirelli. Schroetter è già andato forte nella sua prima gara con la MV a Phillip Island. Manzi non si sa dove correrà, ma andrà sicuramente forte anche lui. Ce ne saranno tanti che saranno lì davanti il prossimo anno - conclude Nicolò, fissando la sua asticella - Quest’anno abbiamo fatto 9 podi, speriamo di farne ancora di più”.

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