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BMW M 1000 RR vs BMW by Pistard: il diavolo e l'acqua santa

VIDEO Abbiamo avuto l'opportunità a Vallelunga di provare la moto di Gabriele Giannini, vincitore del National Trophy con una BMW gommata Pirelli con una preparazione stock veramente azzeccata. 225 cv sempre gestibili e sotto controllo anche - purtroppo - su una pista bagnata ma affrontata con le slick!

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di Giancarlo Tiriticco

Nonostante io abbia guidato una BMW S 1000 RR dal 2016 arrivo a questo test con la BMW by Pistard di Giannini emozionato: non capita tutti i giorni di provare una moto che ha vinto un campionato.

Ho ricordi piuttosto precisi della mia, preparata per la pista, da amatore, con centralina HP e cerchi OZ, una necessità perché quelli della moto di serie sono piuttosto pesanti, ma salgo sulla BMW vincitrice del National Trophy con la mente sgombra.

Beh, questa è una piccola bugia perché l’asfalto di Vallelunga, dopo un temporale ed  una lunga attesa si presenta ancora bagnato a chiazze ed anche se conosco la pista come le mie tasche so che ci sono punti in cui, in queste condizioni, bisogna darle del lei. Lasciamo perdere il Curvone, ma anche la Soratte, il curvino da prima dopo il controrettilineo della Campagnano. E’ la prima curva a sinistra dopo le tante a destra e ci ho visto fare bei voli anche affrontata ad andatura turistica. E lo stesso discorso si può fare per il Tornantino, la curva più lenta di Vallelunga.

Comunque, prima dentro e andiamo! La posizione di guida, rispetto alla S 1000 RR di serie è più carica sull’anteriore, la sella sembra più alta. Siamo entrati con le Pirelli SC1 slick, dopo averle portate in temperatura con le termocoperte e decido di fidarmi iniziando a spingere subito. La confidenza e immediata anche se capisci di essere su una moto  da corsa a cui va dato del lei. L’inserimento in curva è fulmineo, più rapido che con quella di serie. La BMW di Pistard mi piace molto all’ingresso del curvone ed anche all’uscita dei Cimini, quando si spalanca il gas in terza e si affronta la semicurva che dopo un breve rettilineo porta alla Campagnano. Lì la 1000 di serie ondeggia un po’, ‘pompa’, niente di preoccupante, mentre la moto di Giannini, più rigida, è più stabile.

Alla Campagnano si stacca sotto ad un semaforo che sovrasta l’asfalto a circa 270 Km/h di tachimetro. La BMW by Pistard si accuccia, stabile, ma la frenata - una decelerazione violenta - è impegnativa per lo sforzo richiesto sulla leva tanto che alla fine del turno avrò l’avambraccio KO.

La Campagnano è una curva piatta che ai ‘Vallelungari’ piace poco. La traiettoria, in queste condizioni, costringe a passare su tratti di asfalto non ancora perfettamente asciutti. L’aderenza delle Pirelli SC1 però è sorprendente perché la BMW quando passa sull’umido derapa para sulle due ruote e l’ingresso del Traction Control fa cambiare suono al motore. Con la S 1000 RR di serie, quando entra invece quasi non te ne accorgi.

Devi entrare pinzato con la vincitrice del National, se la vuoi far girare bene e a questo punto il motore ti ripaga con una bella erogazione: il motore è potente, gira sopra i 14.000 e dichiarano 225 cv, ma ci sono tutti, e sono gestibili. Non è necessario tirargli il collo e con condizioni della pista come quelle di oggi, è una fortuna. La confidenza è ottima: la BMW by Pistard ti da sempre la sensazione di contatto fra gomme e asfalto e la connessione gas-ruota posteriore è immediata.

Qui emerge un’altra differenza rispetto alla moto di serie: la trazione è migliore, ed anche la precisione di guida.

C’è dell’altro: nel corso dell’anno abbiamo guidato praticamente tutte le supersportive in commercio, alcune anche con la preparazione stock e abbiamo notato che l’indirizzo - per i prodotti di serie - è quello di aumentare la cubatura del motore. La BMW si ferma invece al litro di cilindrata, ma non sembra soffrire di questo grazie all’architettura del motore che offre la ‘schiena’ di una cilindrata maggiore senza però disturbare la guida con una coppia un po’ più brutale.

Del resto il pilota amatore più che 5  o 10 cv in più predilige l’erogazione pulita che lo salva dal controllare certi imbizzarrimenti che costringono a pelare il gas per essere digeriti. Ed anche se il cronometro viene dopo il piacere della guida, chi dice che non ci guarda, mente!

Finiamo il turno con un po’ di stanchezza, in parte dovuta all’impegno richiesto dalla frenata, in parte per la tensione, ma poiché sulla corsia del box c’è una BMW S 1000 RR di serie ferma ad aspettarci non ci facciamo pregare per rientrare in pista.

Dopo aver guidato la belva di Giannini la moto di serie appare rilassante, quasi. Si capisce che sotto la pelle le qualità della versione National ci sono tutte, solo addomesticate per consentire anche una guida stradale. Già perché fra le supersportive la RR è sicuramente la più fruibile anche nell’uso quotidiano. Non solo fra i cordoli. E anche questo è un fattore positivo da non trascurare.

BMW S 1000 RR by Pistard: una stock molto vicina alla serie da 225 cv

La BMW preparata da Pistard che ha portato alla vittoria nel National Trophy Gabriele Giannini è stata preparata secondo il regolamento Open del Trofeo.

Nel 2022 l’unico obbligo era l’utilizzo della benzina Panta, mentre anche gli pneumatici erano liberi, mentre dal 2023 ci sarà il monogomma Pirelli. Giannini nel 2022 ha utilizzato Pirelli.

Le modifiche più evidenti rispetto ad una S 1000 RR di serie sono state l’elettronica Alpha Racing, le sospensioni Ohlins a regolazione manuale, le FKR con cartuccia pressurizzata all’anteriore mentre il mono posteriore è un TTX36.

Il quattro cilindri fronte marcia è stato preparato, ma sarebbe meglio dire ottimizzato da Rossano Innocenti ed eroga 225 cv con lo scarico Akrapovich in titanio.

Ulteriori modifiche sono il radiatore maggiorato, l’impianto frenante Brembo T drive con pompa freno realizzato da pieno 19/16. L’accessoristica, mezzi manubri, pedane, sono state realizzate per Pistard da Bonamici, la carena è Cruciata e la sella Race it.

Si ringraziano Gianluca Galesi (Pistard), BMW Italia e Max Damiani (Pirelli) per la disponibilità

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