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SBK, Petrucci: “Mi ha stuzzicato l’idea di guidare la Panigale dove è più forte”

“Non è stata una decisione semplice, ma a spingermi verso la SBK Mondiale sono stati il fatto che non ci avevo ancora corso e la possibilità di salire sulla moto che ha vinto il titolo. Mi dispiace per il MotoAmerica, ma non avevo le giuste garanzie tecniche”

Petrux ci parla della sua nuova sfida nel Mondiale SBK
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A poche ore dall’annuncio del suo debutto nel Mondiale SBK, Danilo Petrucci è stato protagonista della nuova puntata del nostro Bar Sport, per parlarci dell’avventura che lo attende in sella alla Ducati V4 R del Barni Racing Team. Una nuova sfida per Danilo, che lasciata la MotoGP si è cimentato con successo nella Dakar e nel MotoAmerica SBK, prima di decidere di approdare in WorldSBK.

“A spingermi più verso la SBK Mondiale è stato un po’ il fatto che non avevo ancora corso lì.Mi è capitata questa occasione con una molto molto competitiva, che quest’anno ho usato ma su altre piste e con altre gomme e mi ha stuzzicato l’idea di provarla dove va meglio, perché è la moto che ha vinto il Mondiale quest’anno. A me piace guidare le moto e se devo scegliere, scelgo quella più competitiva. Ho fatto ragionamenti molto lunghi. Ci ho messo molto tempo ad arrivare a questa decisione”.

Ciabatti a EICMA ci aveva detto che l’obiettivo di Ducati era averti nel MotoAmerica anche il prossimo anno, perché l’America è un mercato molto importante per la Ducati. Ha vinto il cuore?

“Sì, devo dire che è stato molto difficile decidere, ma anche perché ho apprezzato tantissimo l’impegno di Ducati e di Paolo Ciabatti, che ringrazio per quanto ha fatto. Anche Aldo Ferracci e tutto il team SBK in MotoAmerica si sono impegnati tantissimo quest’anno per farmi correre e si sarebbe impegnato ancora di più l’anno prossimo, per farmi correre. Sono persone veramente buone e di cuore ed è stato bellissimo correre con Ferracci. Mi ha trattato come un nipote quando ero lì. È un personaggio incredibile e mi dispiace tantissimo non essere andato. Mi avevano offerto anche di più di quello che ho guadagnato quest’anno. Mi hanno voluto, anche perché io avevo detto subito che non volevo tornare, perché non avevo le garanzie tecniche per dire ‘vado là e mi diverto’, perché è un campionato che si può sicuramente vincere, ma quest’anno Gagne non ha avuto rivali. Ce la siamo giocata all’ultima gara perché ha sbagliato molto più di me e io ho raccolto. Ho visto una moto con un grande potenziale, però con quelle gomme servirebbe qualcosa di diverso ed è un impegno molto grande”. 

Se fossi passato direttamente dalla MotoGP alla SBK sarebbe stato diverso, invece, con questa parentesi in Dakar e MotoAmerica, troverai un affetto ancora maggiore in Europa. 

“È stato sempre bello. Probabilmente quello che ho fatto alla Dakar, sia in moto giù dalla moto, è stato tutto estremamente spontaneo e questo mi ha portato a fare bei voli (ride). Ho rischiato tanto e mi è piaciuto raccontarlo, perché ero in un mondo totalmente diverso, che non mi ero mai neanche immaginato. Probabilmente, mi hanno visto tante persone che non mi conoscevano nemmeno, perché non sono un tipo molto social. Sono state tre settimane indimenticabili, in cui me ne sono successe di tutti i colori”.

In SBK troverai Razgatlioglu, Rea, Bautista, Lecuona… Chi ti incuriosisce di più nella sfida?

“Con Iker ci ho corso e devo dire che è forte. Bautista, Campione del Mondo, l’ho conosciuto e va. C’è poco da dire quando vinci. Non ho mai corso con Rea e Toprak e sono curioso, perché sono due fenomeni a modo loro. Adesso magari Toprak è più in forma di Johnny, però anche lui ha sempre guidato fortissimo. Spesso è imbarazzante vedere come frena Toprak, è esagerato. Delle volte dici ‘è impossibile’ e fa la curva. Sono curioso di vedere quanto siano veloci. Ce ne sono tanti. C’è anche Bassani, molto forte”.

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