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MotoGP, Pecco Bagnaia l'eroe della porta accanto sulle orme del Maestro Rossi

Il pesarese ha quasi rischiato il ritiro con la Ducati, la Casa che al contrario ha lanciato Pecco. Due carriere molto diverse, per questo ci si domanda se il neoridato sarà capace di avvicinare la carriera del maestro

MotoGP: Pecco Bagnaia l'eroe della porta accanto sulle orme del Maestro Rossi

Pecco Bagnaia, con la gara conclusiva di domenica 6 novembre a Valencia, si è diplomato campione del mondo MotoGP per la prima volta in carriera, e ha riscritto un pezzo di storia nella MotoGP: vittoria di un italiano in sella a una moto italiana dopo 50 anni dal trionfo di Agostini in sella alla MV Augusta; vittoria per la Ducati dopo 15 anni di astinenza, l’ultimo era stato Casey Stoner nel 2007; e vittoria di un italiano dopo il successo di Valentino Rossi in MotoGP nel 2009.

Ma non solo: settimo campione del mondo in top-class e il quarto a vincere con una moto italiana dopo Masetti (1952, Gilera), Liberati (1957, Gilera) e Agostini (1967-68-69-70-71-72, MV Augusta). Francesco, insieme al suo team, è stato ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme al presidente del Coni Malagò e al presidente della Federazione motociclistica italiana Copioli.

Se siete tra i fortunati ad aver puntato sulla vittoria di Pecco nel motomondiale, magari dopo aver ricevuto un bonus di benvenuto scommesse, ad oggi non potete davvero essere pentiti. Le probabilità di rimonta da parte di Quartararo all’ultima gara erano davvero minime. Anche nel caso in cui il francese fosse arrivato primo, a Francesco sarebbe bastato arrivare al 13° posto per assicurarsi la vittoria.

La domanda che molti si pongono è: può Francesco Bagnaia prendere l’eredità di Valentino Rossi? Per rispondere proviamo a confrontare le carriere dei due piloti.

Bagnaia ha iniziato come molti con le Minimoto. Nel 2009 è diventaot campione europeo di MiniGP; nel 2010 secondo nel campionato mediterraneo 125 PreGP; nel 2011 terzo nel campionato spagnolo velocità 125 e l’anno dopo, nello stesso campionato ma in classe Moto3, di nuovo terzo.

Il 2013 è l’anno del motomondiale, con l'esordio in Moto3 con la FTR M313 del San Carlo Team Italia. Nel 2014 passa con il team SKY Racing VR46, piazzandosi 16° a fine stagione. Nel 2015 passa al Mapfre Team Mahindra, cogliendo il suo primo podio ma chiudendo 14° e l’anno successivo, con lo stesso team, arriverà 4°.

Il 2017 è l’anno della Moto2, di nuovo con lo SKY Racing Team VR46. Concluderà la stagione al 5° posto. Nel 2018 rimane in Moto2, con lo stesso team, vincendo il primo titolo mondiale con una gara di anticipo e 306 punti. A febbraio aveva già firmato un biennale con il Team Pramac Racing in MotoGP.

Il 2019 parte male, con una serie di ritiri che lo vedono al 15° posto a fine stagione. Nel 2020 continua con lo stesso team ma, complici anche gli infortuni, concluderà al 16° posto. Il 2021 è l’anno del team ufficiale Ducati, dove concluderà al secondo posto a 26 punti dal campione Fabio Quartararo. Quest’anno sappiamo come è finita, con la rivincita presa ai danni del francese.

Valentino ha iniziato con i Go-kart, grazie al padre Graziano, a soli 9 anni, passando poi alle minimoto per questioni economiche. A 13 anni ha esordito nel Campionato Italiano Sport Production con una Cagiva Mito 125. Nel ‘95 ha vinto il Campionato Italiano Velocità in classe 125 e si è classificato terzo nell’Europeo.

Nel 1996 ha esordito nel motomondiale classe 125 in sella all’Aprilia RS 125 R, chiudendo la stagione al nono posto. Nel ‘97 è passato al team ufficiale Aprilia Racing con il quale ha vinto il primo titolo mondiale con 321 punti. Nel 1998 il passaggio alla classe 250 sempre con Aprilia lo vedrà al secondo posto a fine stagione. L’anno successivo arriverà primo con 309 punti.

Nel 2000 è salito alla classe 500 con la Honda, che gli affida la NSR500 con cui arriverà al secondo posto del mondiale con 209 punti. Il 2001 sarà l’ultimo anno della classe 500 prima di diventare l’attuale MotoGP. Rossi è il favorito dai bookmaker, e non delude le aspettative. Con 325 punti a fine stagione diventa campione per la terza volta nella sua carriera.

Il 2002 inizia con qualche dissapore con il team ufficiale Repsol Honda e con qualche problema nel passaggio dalle due alla quattro tempi ma nonostante ciò riesce a vincere il quarto mondiale con 355 punti. Diventerà il primo e unico pilota ad aver vinto in quattro classi differenti. Vincerà anche nel 2003, salendo sul podio in tutte le gare della stagione.

Nel 2004 passa clamorosamente alla Yamaha, una casa in evidenti difficoltà e diretta rivale della Honda. Contro ogni pronostico, Rossi riesce a vincere anche quel mondiale. Si ripeterà nel motomondiale 2005, diventando campione con quattro gare di anticipo. Il 2006 inizia male per Valentino, e prosegue all’insegna di alti e bassi che lo porteranno, nell’ultima gara di Valencia, a giocarsi il titolo. Perderà contro Nicky Hayden, terminando secondo e interrompendo la striscia di cinque mondiali consecutivi.

Nel 2007 arriverà un terzo posto finale. Cambia gomme, passando dalle Michelin alle Bridgestone - è l'anno del muro nel box Yamaha - e nel 2008 arriva l’ottavo titolo iridato per il pilota di Tavullia. Il 2009 è l’anno della riconferma per Rossi, che conquista il nono titolo in carriera. Il 2010 è caratterizzato da un grave infortunio che lo tiene fuori per parecchio tempo. Arriverà comunque terzo a fine mondiale.

I successivi due anni in Ducati sono una delusione per tutti. Il binomio tutto italiano non porta a nulla di fatto. Settimo posto e nessuna vittoria per lui nel 2011. Un feeling con la Desmosediciche non è mai sbocciato e che terminerà alla fine del 2012 con un ritorno alla Yamaha.

Terminiamo qui la storia di VR46 per un confronto con Bagnaia. In quanto a risultati non c’è storia. Rossi è partito con una marcia in più, si è da subito imposto e ha confermato il talento sulle due ruote vincendo moltissimo. Pecco ne ha di strada da fare per eguagliare ed eventualmente superare il connazionale. E se in Ducati Rossi ha trovato la sua nemesi, per Bagnaia al contrario è stato la rampa di lancio. I due, Vale e Pecco, non potrebbero poi essere più diversi caratterialmente. Istrionico e personaggio il primo, quasi timido e riservato il secondo.

Già il prossimo anno ci dirà se il torinese sarà in grado di portare il testimone consegnatogli dal Fenomeno di Tavullia.

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