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MotoGP, Uccio Salucci: "Bagnaia è un lord, ma in pista diventa un'altra persona"

"Non abbiamo mai avuto dubbi a volerlo nell'Academy e si è messo nelle nostre mani. Fra Pecco e Valentino c'è un rapporto che va oltre al lavoro, la loro amicizia è un valore aggiunto"

MotoGP: Uccio Salucci: "Bagnaia è un lord, ma in pista diventa un'altra persona"

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La vittoria del titolo MotoGP di Bagnaia è stata una festa per tanti. Per Ducati, per i tifosi italiani e anche per la VR46 Riders Academy, la scuola per piloti fondata da Valentino. Pecco ne è la punta di diamante e Rossi e i suoi collaboratori avevano puntato su di lui in tempi non sospetto.

Alessio ‘Uccio’ Salucci ricorda bene la prima volta che lo ha incontrato: “eravamo a Brno. Aveva un braccio rotto, era avvilito: gli consigliai di divertirsi di più e lui mi guardò come se fossi un pazzo: come faceva in una stagione con pochi risultati e in cui si era fatto anche male? - sorride - Dopo qualche anno riparlammo di quell’episodio e mi confessò che in qualche modo l’avevo colpito “.

La cosa era stata reciproca perché, nel 2014, quando Rossi e i suoi decisero di creare l’Academy e il team in Moto3, il nome di Bagnaia era in cima alla lista.

Non avevamo avuto dubbi: volevamo puntate su di lui - continua Salucci - Arrivava da una stagione difficile, ma sapevo che non era nella migliore situazione tecnica e in passato era stato molto veloce. Così ho chiamato suo padre Pietro, ci incontrammo di nascosto in mezzo ai camion nel paddock, e gli ho detto che stavamo creando anche la nostra Academy: lui ha firmato subito, un accordo di 3 anni”.

Bagnaia fu il primo ‘straniero’ nella scuola. Se gli altri piloti abitavano nei dintorni, lui si trasferì da Chivasso, ancora minorenne.

Ha sposato la nostra causa, si è messo nelle nostre mani e ha fatto tutto quello che gli dicevamo - ricorda Salucci - Altri piloti hanno preso solo gli aspetti positivi dell’Academy, senza volere impegnarsi tutti i giorni. Pecco, invece, ha voluto venire ad abitare vicino a noi, a 500 chilometri da casa, quando era ancora minorenne, non aveva nemmeno la patente”.

C’è un aneddoto che racconta bene il carattere di quel ragazzo: “abitava a Pesaro e andavo io a prenderlo in auto per portarlo a Tavullia, ma non sempre ci riuscivo. Poi, a un certo punto, ho iniziato a vederlo arrivare sempre puntuale, fosse in ufficio o al Ranch, senza che mi chiamasse. Non poteva permettersi un taxi a quei tempi, così si era organizzato con un amico che lo portava con la sua 500 e Pecco gli pagava 5 euro di benzina. Questi aneddoti ti spiegano quanto avesse voglia di inseguire il suo sogno, anche quando c’erano difficoltà”.

Pecco era ancora un adolescente, ora è quasi un uomo, ma in un certo senso è rimasto sempre lo stesso: “è un lord, molto preciso e buono come il pane. Quando andiamo a mangiare insieme mi fa sorridere: lo vedo togliere il prezzemolo dagli spaghetti, quando magari il giorno prima lo avevo visto lottare un corpo a corpo con Marquez in pista. Allora mi chiedo se sia la stessa persona” racconta divertito Uccio.

Bagnaia è entrato nella mentalità dell’Academy ed è riuscito anche a creare un legame forte con Valentino.

Hanno un rapporto che va oltre all’ambito lavorativo. Si è creata una bella amicizia anche fra le loro compagne, Francesca e Domizia, e spesso vanno a cena tutti insieme - spiega Salucci - Pecco è molto maturo per la sua età e puoi parlare di lui di ogni cosa, è curioso, si trovano bene insieme. Quando dice che chiama sempre Vale per un consiglio è tutto vero. Sprono sempre i nostri ragazzi perché chiamino Vale, perché lo sfruttino, nel senso buono del termine, ora che è più libero e Pecco lo fa sempre. Questi piloti sono cresciuti avendo Vale come loro idolo, una volta cresciuti è facile allontanarsi, invece è segno di intelligenza continuare a usare tutta la sua esperienza, è un grandissimo valore aggiunto per loro.

Come vede Salucci il futuro di Bagnaia? “Confermarsi è sempre molto complicato, ma vedo in lui e nel gruppo che ha attorno molta solidità, so che Pecco sta già pensando al futuro. Quest’anno non ha mai mollato nemmeno quando era a 91 punti da Quartararo, significa avere gli attributi, e sarà difficile smuoverlo dal punto dove è arrivato. L’anno prossimo sarà l’uomo da battere” la risposta secca.

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