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MotoGP, Rossi: “Bagnaia è contratto, non è il solito Pecco, ma non serve sia al top”

“Lo vedo in una situazione un po’ difficile ed è normale arrivati a questo punto. Bagnaia mi dice che dorme la notte, ma è impossibile! Valencia? Lo scorso anno nemmeno volevo correre, ero terrorizzato della mia ultima gara, volevo sparire il martedì”

MotoGP: Rossi: “Bagnaia è contratto, non è il solito Pecco, ma non serve sia al top”

A Valencia è arrivato anche Valentino Rossi! Nel weekend in cui si deciderà la sfida Mondiale tra Bagnaia e Quartaro, il Dottore non poteva mancare nel dare il proprio sostegno a Pecco. Il nove volte iridato lo ha seguito da vicino e consigliato, inoltre si è intrattenuto ai microfoni di Sky al termine delle qualifiche per diversi minuti.

D’altro nella sua lunga carriera Rossi è stato abituato a vivere le vigilie Mondiali fino all’ultima gara dello scorso anno, corsa proprio sulla pista del Ricardo Tormo.

“Io ero terrorizzato al pensiero della gara di Valencia dello scorso anno – ha ricordato – non volevo nemmeno venire,  volevo sparire il martedì. Poi però è stato un weekend indimenticabile, dove tra l’altro ho disputato una bella gara”.

L’attenzione si sposta poi su Bagnaia.
“È l’ultima gara ed è tosta, dato che ti si stringe. Sicuramente è meglio avere 23 punti di vantaggio piuttosto che 8. Alla fine però devi concludere la gara. Ho parlato con Pecco, cercando di capire come sta dal lato psicologico. Lui mi dice che è tutto a posto e dorme pure, ma secondo me è impossibile. Le notti prima del Mondiale fai fatica ad addormentarti, non dormi più di 2-3 ore”.

Il Dottore entra poi nel merito della questione senza troppi giri di parole.
“È contratto, non è il Pecco solito, non è il Pecco versione top. Però a noi non serve un Pecco al top, ci può bastare anche da ottava posizione. Lo vedo in una situazione un po’ difficile ed è normale. La cosa giusta è ammetterlo e fare meglio”.

In seguito si parla del Diablo.
“Quartararo non ha nulla da perdere e domani può vincere. Io però preferirei essere nella situazione di Bagnaia. Pecco deve essere pronto ad affrontare la situazione e arrivare meglio di 14°, anche se Quartararo è la davanti. Ricordo ad esempio quando vinsi nella 500 con Biaggi, quando potevo anche fare ottavo, così come come Phillip Island con Gibernau. Io però ero in una condizione diversa. Di sicuro non puoi pensare di andare più piano, perché poi diventa facile fare errori e ci sono anche gli altri piloti”.

Bagnaia a parte, Valentino si aspetta molto anche da Luca Marini.
“Luca è stato molto veloce questo weekend, ma parte undicesimo. Se fa una bella partenza può però arrivare tra i primi cinque”.

Rimanendo in tema pilota si parla poi di Martin e Bastianini.
Mi piace molto, ha un gran talento nel giro secco e al momento è l’unico insieme a Bagnaia e Quartararo, e non è un caso. Adesso deve migliorare in gara ma è comunque molto forte. Bastianini? Mi ha sorpreso più dell'Aprilia perché ha vinto quattro gare ed è stato in testa al mondiale. Comunque, grandissima sorpresa anche l’Aprilia, perché hanno fatto un ottimo lavoro, la moto è andata fortissimo e mi ha sorpreso vedere Espargaro così avanti. Sia lui che la Aprilia sono stati bravissimi".

A proposito di team, Monney VR46 ha svolto un lavoro da incorniciare in questo 2022.
“Siamo molto contenti di ciò che ha fatto il team, dato che siamo sempre stati competitivi. C’è la possibilità di vincere il nostro primo titolo MotoGP come VR46, che ancora manca, e domani sarà una giornata importante anche per noi”.

Piloti a parte, Rossi traccia poi un quadro generale della situazione tra Case.
“La Yamaha punta sempre sul bilanciamento e sul fatto che la M1 sia una moto facile. In termine di motore la differenza è importante. Penso che Ducati abbia messo una marcia in più, mettendo in difficoltà le altre Case, soprattutto le giapponesi. Negli ultimi due anni ha fatto uno step con un metodo di lavoro aggressivo, tante moto in pista. Adesso il gioco è cambiato e le Case giapponesi dovranno decidere cosa fare”.  

Ad un anno di distanza dall'ultima apparizione a Valencia, al Dotto viene domandato se gli manca essere pilota della MotoGP.
Da un lato no, perché la mia carriera è stata lunghissima, ci ho provato fino alla fine e ho smesso, forse, un po’ tardi, ma non me ne frega niente. Ci sono dei momenti in cui mi manca, è normale, però anche correre in macchina mi aiuta tanto ad avere le stesse sensazioni ed è bello. Poi, avevo bisogno di avere più tempo libero, di fare 10-12 gare all’anno invece che 23. Ormai fare il pilota di MotoGP è una cosa totalitaria perché coinvolge tutto l’anno. Quella è una coa che è cambiata tanto. Mi ricordo che prima, dall’ultima gara alla prima passavano dei mesi, potevi fare quello che volevi. Invece adesso è tosta".

Come ben sappiamo, adesso c'è il GT nella sua testa.
"Quest’anno ho corso con l’Audi ma l’hanno prossimo correrò con la BMW. Diventerò un pilota ufficiale BMW e sono contentissimo. Ho già provato la macchina, rimarrò nello stesso team dello scorso anno ma cambiamo solamente macchina. Il mio team era da 15 anni con Audi ma il prossimo anno è stata scelta la BMW. L’ho provata il lunedì dopo l’ultima gara a Barcellona. La macchina è bella, molto moderna, biturbo, più grande dell’Audi. Sembra più facile da guidare. Provare la BMW a Le Mans? Mi piacerebbe provarla, speriamo di organizzare un test. Poi, però, bisognerà quanto sarò veloce per diventare un pilota di hypercar, sarà difficile.

Infine un pensiero verso l’addio della Clinica Mobile.
"Ci sarebbe tanto da dire, ho vissuto i migliori momenti della clinica mobile e del Dottor Costa, che ti rimetteva in moto anche se eri tutto rotto. Il più grande favore che il Dottor Costa ha fatto a me è avere ancora un padre. Quel giorno a Imola nel 1982, quando Graziano è caduto, i dottori della pista stavano testando una novità che serviva per intubare sul posto i piloti caduti. Graziano è caduto prima della Tosa e c’era un dottore della clinica mobile che ha salvato mio padre intubandolo sul posto".

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